Categorie: Architettura

Centre Pompidou, svelati nuovi dettagli del progetto di ristrutturazione

di - 20 Giugno 2024

È uno dei progetti più attesi degli ultimi anni, anche perché ormai è da tempo che il Centre Pompidou di Parigi, una delle architetture museali più iconiche di sempre, punto di riferimento per l’arte contemporanea in tutto il mondo, ha urgente bisogno di una profonda ristrutturazione. Maggiori dettagli sui lavori sono stati svelati oggi, con gli studi di architettura di Moreau Kusunoki e Frida Escobedo impegnati, in collaborazione con lo studio francese AIA Life Designers, a definire i loro piani, in vista dell’apertura del cantiere. I lavori dureranno circa cinque anni ma la chiusura sarà graduale: si inizierà nell’autunno, per arrivare alla chiusura completa a partire dal 2025, prima della riapertura prevista per il 2030.

«Gli interventi di Moreau Kusunoki, in collaborazione con Frida Escobedo Studio, saranno sottilmente integrati nell’architettura visionaria di Renzo Piano e Richard Rogers, per formare una nuova narrazione. Questo progetto è un’opportunità per reinventare l’utopia originale del Centre Pompidou», ha dichiarato Laurent Le Bon, presidente del Centre Pompidou.

Inaugurato nel 1977 su progetto di Renzo Piano e Richard Rogers, che lo immaginavano come un organismo vivente, il museo d’arte contemporanea è stato un vero e proprio motore di sviluppo per l’intera area, il Beaubourg, al punto che per i parigini l’edificio e il quartiere sono completamente assimilati. In questo senso, fu un piano indovinato dall’allora presidente della repubblica francese Georges Pompidou, che voleva creare nel cuore di Parigi un’istituzione culturale dedicata all’arte. Oggi è uno dei musei più visitati al mondo e custodisce una collezione di circa 100 mila opere.

Centre Pompidou, render, Moreau Kusunoki, Frida Escobedo Studio
Centre Pompidou, render, Moreau Kusunoki, Frida Escobedo Studio

Proprio in considerazione della sua specificità (ne scrivevamo più dettagliatamente qui), il progetto di restauro deve essere particolarmente scrupoloso. Non ci sarà dunque da preoccuparsi: i diversi colori delle tubature esterne a vista – in giallo per l’elettricità, rosse per gli ascensori e le scale mobili, verde per l’acqua, blu per l’aria –, che hanno contribuito all’aspetto unico dell’edificio, rimarranno inalterati. Così come non subirà modifiche sostanziali l’aspetto esterno, a cambiare sarà ciò che non si vede, per aggiornarsi ai parametri del XXI secolo.

L’aggiornamento riguarderà più la trasformazione dello spazio interno, con spazi culturali e comuni adatti a un pubblico eterogeneo. Si affiancherà anche una biblioteca pubblica più vasta, una nuova esposizione per il design e sale per attività musicali, cinematografiche e audio-visive. Verrà poi rimosso l’amianto e migliorati i servizi per la sostenibilità ambientale.

Centre Pompidou, render, Moreau Kusunoki, Frida Escobedo Studio

«L’esplorazione del significato e del ruolo del museo nel XXI secolo è un tema ricorrente nel nostro lavoro. La nostra proposta è guidata dal nostro approccio di base all’architettura – il concetto di in-between, o mâ in giapponese – in cui gli spazi interstiziali, capaci di tutto, lasciano il posto alla vita e al significato per evolversi e apparire naturalmente tra spazi definiti», spiegano Nicolas Moreau e Hiroko Kusunoki, fondatori dello studio Moreau Kusunoki che, di base a Parigi, ha anche firmato il progetto del Guggenheim Museum di Helsinki che, però, dopo diversi anni di ritardi e impedimenti burocratici, sembra essere arrivato a un punto morto.

Le priorità degli architetti saranno rendere più chiari i percorsi e razionalizzare le aree, sempre rispettando l’anima del progetto originale. «Fin dalla sua nascita, il Centre Pompidou ha cercato di essere uno spazio sperimentale, reinventandosi costantemente per ispirare nuove idee. Abbiamo visto questo progetto di ristrutturazione come un’opportunità per valorizzare tutti questi aspetti e, attraverso lavori rispettosi e adattivi, creeremo un museo più aperto e in continuità con la città», continuano gli architetti. «La nostra proposta affonda le sue radici nel dialogo con il tessuto esistente. Moltiplicando le porosità fisiche e visive e restituendo chiarezza ai percorsi, il progetto favorisce la riattivazione e la riqualificazione degli spazi. Aspiriamo a incoraggiare una maggiore libertà, a creare un centro culturale che rifletta i valori generosi su cui è stato concepito, dove l’interazione umana e l’esperienza fisica sono centrali».

Centre Pompidou, render, Moreau Kusunoki, Frida Escobedo Studio

«Sono entusiasta che al nostro studio sia stata affidata la straordinaria responsabilità, come progettista associato al Moreau Kusunoki Studio, di reinventare l’edificio per oggi e per il futuro», ha aggiunto Frida Escobedo. «Il nostro progetto architettonico ha lo scopo più ampio di consentire al Centre Pompidou di continuare una tradizione di perpetua auto-invenzione», ha continuato l’architetta messicana che nel 2018, a 38 anni, fu scelta per la progettazione del prestigioso Serpentine Pavilion di Londra. Escobedo inoltre realizzerà anche il nuovo padiglione da 500 milioni di dollari del Metropolitan Museum di New York, interamente dedicato all’arte moderna e contemporanea.

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