06 febbraio 2002

Città, architettura, edilizia pubblica. Il Piano INA Casa 1949-1963 Roma, DARC

 
Un programma edilizio che da solo rappresenta, per mole ed importanza, metà della storia dell’architettura italiana del XX secolo, presentato nell’ampio spettro architettonico, urbanistico e costruttivo, presso il nascente Centro per le Arti Contemporanee di Roma...

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Una cosa ben fatta, questa mostra organizzata da Roma Tre, IUAV e Torvergata, con la Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee del Ministero dei Beni Culturali.
Ben fatta perché riunisce più qualità, dagli aspetti divulgativi a quelli propriamente di analisi di un periodo particolarmente importante per la recente storia dell’architettura italiana.
Ben fatta anche in termini di allestimento, chiaro, leggibile, e soprattutto consono all’argomento; si parla di un modo di fare architettura moderato, nelle tecniche e nelle velleità stilistiche, e lo si fa con mezzi mediatici tradizionali, semplici ma efficaci.
Colpisce soprattutto la disponibilità di disegni originali; progetti adagiati sui tavoli, come invito a sedersi su sgabelli simbolici e studiare la costruibilità di quegli oggetti edilizi.
Foto sulle pareti che ricordano le nostre città; architetture che molti non notano, matrici, nel bene e nel male, di decenni di produzione edilizia. Sono il risultato del Piano INA Casa del 1949; un programma che, per la sua natura bivalente di promotore tanto di occupazione per le manovalanze a bassa qualifica, quanto di ricostruzione postbellica per il fabbisogno abitativo, ha avuto un grande impatto sull’evoluzione dell’Architettura. Un freno alla sperimentazione spinta, un ritorno a certezze dopo la catastrofe di ogni convinzione moderna; ma anche un incentivo a cimentarsi con la ricerca attraverso strumenti concreti. Probabilmente l’ultima grande occasione per costruire, in Italia, prima di decenni di esclusiva produzione teorica. Ed i risultati, nelle abbondanti cubature diffuse sull’intero territorio nazionale, toccano in alcuni casi vette di qualità notevoli. Basti ricordare l’Unità di Abitazione Orizzontale di Libera al Tuscolano, per capirci. Tanti sono infatti i progetti di quartieri celeberrimi, come il Tiburtino di Ridolfi, qui presentato con progetti squisitamente lucidati a mano libera; ma anche Vaccaro a Bologna, Daneri a Genova…
Ricca la dotazione documentale al contorno, con sezioni dedicate ai procedimenti costruttivi, analisi urbane, e riletture della situazione attuale. E ricco di eventi il calendario, con seminari, visite guidate, e presentazione di libri collegati.
Capitolo a parte meritano i locali ospitanti l’evento, tanto belli ed adatti da portare a chiedersi se è giusto demolire queste caserme per costruire nuovi musei. Benvenuto è il progetto di Zaha Hadid, ma rimane un po’ di nostalgia.

Programma

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Città, architettura, edilizia pubblica. Il Piano INA Casa 1949-1963
Roma, DARC
Promosso da: Università degli Studi di Roma Tre, Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Università degli Studi di Roma Torvergata, Direzione Generale per l’Architettuta e l’Arte Contemporanee MBAC.
Dal 16.I.2002 al 16.II.2002
Centro per le Arti Contemporanee
Roma, Via Guido Reni 8/10
Ingresso gratuito
dalle 10.00 alle 18.00 (chiuso il Lunedì)
Info 063202438
www.darc.beniculturali.it


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1 commento

  1. “Benvenuto è il progetto di Zaha Hadid, ma rimane un po’ di nostalgia.” questa frustata a fine articolo ricorda le traccie del progetto qui ritratto. A questo punto mi chiedo: il progetto della Hadid è una frustata a Roma?

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