“La tecnologia può girare a vuoto fino a generare teatro?” (F. Colombo). Questo il quesito che si pone il direttore in apertura di un editoriale che, per contenuti, si ricollega particolarmente bene con quanto dibattuto nel forum del precedente numero “verticale si e no”. Quesito che ci piacerebbe vedere trattato ancor più approfonditamente di quanto qui non si riesca a fare, affinché i temi proposti generosamente in copertina diventino sempre motivo di lettura e riflessione.
Questo mese L’a è più “rivista”. Numerosi i servizi fotografici che aprono una finestra sull’Italia ed in particolare su opere alquanto singolari nel nostro panorama, come la torre pubblicitaria di Vincenzo Giorgi a Roma, e il dormitorio di Carlo Nepi a Siena. Stridente è il confronto con le architetture greche nel dossier su MOB (mauve) Architects. Ed ancora una volta viene spontaneo chiedersi perché, molto spesso, le immagini di architetture italiane siano ben poco entusiasmanti; non escluderei l’ipotesi che sia proprio la qualità fotografica a non rendere giustizia…
Ma non è da sottovalutare neanche la riflessione riportata in Selearchitettura, a commento del centro congressi di Carlos Ferrater e Josè Cartana, sulle potenzialità perdute nella storia dell’architettura italiana, riprese e sviluppate da altre scuole. Una nota di ottimismo viene dalla lettura dell’intervento di restauro e rifunzionalizzazione del “corridore” di Prato, dove si intravedono nuove ed incoraggianti tendenze politiche nel gestire il patrimonio edilizio nazionale.
Marco Felici
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