Come nel più classico caso di nomen omen, il rapporto critico tra centro e periferia è uno di quei grandi argomenti destinati ad andare e venire. Sono quei temi che emergono con più forza in determinati periodi, attivati da certe sollecitazioni ma, in effetti, sono sempre presenti nel discorso, anche se in maniera latente. In Italia, poi, nel caso specifico, fino a qualche mese fa c’era anche la DGAAP – Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, ufficio in seno al Ministero dei Beni Culturali e poi diventato Direzione Generale Creatività Contemporanea che, tra le altre cose, si occupa dell’organizzazione del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia e dell’Italian Council. Ed è da questo evergreen progettuale che prenderà le mosse Tresoldi Academy, il workshop ideato e promosso da Studio Studio Studio di Edoardo Tresoldi e YAC – Young Architects Competitions, in collaborazione con G124, il gruppo di lavoro di Renzo Piano.
«Il grande progetto del nostro Paese sono le periferie: la città che sarà, la città che lasceremo ai nostri figli», così Piano introduceva, nel lontano 2014, G124, il gruppo di lavoro istituito l’anno precedente dall’architetto e senatore a vita per intervenire sulle periferie. Che poi queste parole sono state attuali anche negli anni ’60 e lo saranno probabilmente anche tra varie primavere, rientra sempre nel discorso di cui sopra ma questa è un’altra storia. Tornando alla contemporaneità, abbiamo visto poi come l’emergenza Covid-19 abbia drammaticamente mischiato le carte, rendendo però i giochi più interessanti, visto che ogni suo aspetto, ogni sua fase, ha riguardato e continuerà a riguardare l’essenza del rapporto tra centro e periferia.
«Tresoldi Academy ha scelto di coinvolgere giovani talenti in un percorso formativo orientato alla progettazione e alla produzione di installazioni site specific ispirate al linguaggio artistico delle opere di Edoardo Tresoldi nelle aree periferiche di Bologna e Modena. Apparentemente impersonali e anonime, ma forse proprio per questo familiari alle molte persone che le abitano e vi transitano, le periferie sono luoghi potenti, scenari ideali entro i quali un creativo possa operare», spiegano gli organizzatori.
Il workshop, in programma dal 13 al 20 luglio 2020, si svolgerà tra Bologna, Modena e Milano. Dopo una prima giornata di sopralluogo in Emilia, i partecipanti si sposteranno nello studio milanese di Edoardo Tresoldi, in zona Mecenate, ex area industriale meneghina che, nei primi del ‘900, ospitò il primo campo volo della città e che, oggi, è al centro di un ampio processo di riconversione. I progetti saranno dunque sviluppati in studio nel corso di una «settimana intensiva» – a dir poco – e verranno poi installati, l’ultimo giorno, nelle aree periferiche prescelte delle due città emiliane. Sette giorni di fuoco, per conoscere il tessuto sociale e urbanistico di un’area, pensare a un progetto a immagine e somiglianza di Tresoldi – quindi in rete metallica, presumibilmente – e realizzarlo anche.
Nel progetto è coinvolto anche il Gruppo Unipol, presente in Tresoldi Academy con Urban Up, progetto di riqualificazione e di sviluppo immobiliare che ha già collaborato con YAC e con altri studi di architettura internazionali, per esempio per De Castillia 23, progetto in collaborazione con Fiandre Architectural Surfaces e dedicato a un complesso di edifici nei pressi di Piazza Gae Aulenti, a Milano.
Per i workshop di Tresoldi Acadmy, infatti, Unipol mette generosamente a disposizione un lotto di sua proprietà a Bologna, compreso tra viale Aldo Moro, via Cesare Gnudi e via Stalingrado. L’area, di circa 4600 metri quadrati, si trova nelle immediate vicinanze del quartiere fieristico, opera monumentale di Kenzo Tange dei primi anni Settanta. Che in determinati periodi dell’anno diventa pur sempre il centro di qualcosa, per esempio, durante Arte Fiera, il centro dell’arte contemporanea. D’altra parte se periferia deve essere, che sia di un certo livello, no?
L’altro territorio di progettazione sarà il Parco XXII Aprile di Modena, costruito nel 1976 sull’area anticamente occupata dalla villa Pentetorri e dal canale Naviglio. Il complesso comprendeva un grande parco con una strada maestra che collegava l’edificio alla città e numerosi annessi, in parte ancora esistenti, come le stalle visibili nella parte nord del parco. La villa venne demolita in seguito ai danneggiamenti subiti durante un bombardamento aereo nel 1944 e oggi l’unico elemento che rimane è il cancello monumentale d’ingresso.
Le iscrizioni aprono il 27 aprile e chiudono il 29 maggio 2020. Il workshop è gratuito, la selezione avverrà in base al merito e alla motivazione.
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