L’architetto americano Edward Mazria è stato insignito della medaglia d’oro AIA 2021, uno dei premi più significativi nel settore dell’architettura, conferito dall’American Institute of Architects fin dal 1947 e vinto da personalità come Frank Lloyd Wright, Le Corbusier, Walter Gropius, Ludwig Mies van der Rohe, Pier Luigi Nervi, Norman Foster, Tadao Ando, Renzo Piano, Denise Scott Brown e Robert Venturi. Mazria è stato premiato per il suo impegno nella promozione di un’architettura sostenibile, «contribuendo a tracciare un nuovo corso per la pratica nel XXI secolo», si legge nelle motivazioni dell’AIA. «Tra i massimi esperti al mondo sul ruolo dell’architettura nel causare e nel curare il cambiamento climatico, Mazria affronta questa minaccia globale come un problema di progettazione», continuano i giurati.
Una sfida che però non tutti gli archistar vogliono raccogliere. Pochi giorni fa, scrivevamo come Zaha Hadid Architects e Foster + Partners si siano ritirati da Architects Declare, organizzazione britannica impegnata contro la crisi climatica e della biodiversità, in seguito alle critiche, rispettivamente, per il Western Sydney International Airport e per il Mirage Airport in Arabia Saudita.
Nato nel 1940 negli Stati Uniti e laureato in architettura al Pratt Institute nel 1963, le sue ricerche nei campi della conservazione delle risorse e della progettazione passiva di riscaldamento, raffreddamento e illuminazione diurna hanno influenzato l’architettura contemporanea. La sua metodologia di progettazione, presentata nel manuale Passive Solar Energy, pubblicato nel 1979, è ancora usata in tutto il mondo. Il libro, che rimane uno dei capisaldi del settore, ha informato il design di alcuni dei suoi edifici più noti, tra i quali la Stockebrand Residence di Albuquerque, il Museum of Indian Arts & Culture e Sol y Sombra, la famosa tenuta del New Mexico dove Georgia O’Keefe visse dal 1984 al 1986, anno della sua morte e, attualmente, di proprietà del fondatore di Microsoft, Paul Allen.
Autore affermato, con progetti pubblicati su Architecture, Progressive Architecture, Metropolis, Architectural Record, Landscape Architecture, Wall Street Journal e New York Times, Edward Mazria ha anche collaborato all’istituzione del Comitato per l’ambiente dell’AIA e, nel 2002, ha fondato Pro-bono Architecture 2030, organizzazione il cui scopo è rendere tutti i nuovi edifici a emissione zero entro il 2030, per trasformare l’ambiente costruito da agente inquinante in soluzione per la crisi climatica. Secondo l’AIA, l’organizzazione ha dato il via ad alcune delle azioni più diffuse al mondo per contrastare il cambiamento climatico: nel 2015, infatti, Architecture 2030 intervenne alla Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici indetta dalle Nazioni Unite. Il suo rapporto, Roadmap to Zero Emissions, presentato in quella occasione, ha delineato le linee guida da seguire per ridurre le emissioni di Co2 del 55% entro il 2030.
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