Il 25 luglio scorso, l’UNESCO ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità il Paseo del Prado e il parco del Buon Retiro di Madrid. Il Consiglio dei Ministri ha ufficialmente approvato la linea di credito, assegnata nei prossimi tre anni, per l’avvio dei tanto attesi lavori di estensione del seicentesco Salone dei Regni che, adornato da dipinti e fregi, è stato assegnato al Prado nel 2015. Il progetto di ampliamento, in embrione da sei anni, a causa dell’emergenza sanitaria, del clima politico e finanziario venuto a instaurarsi, doveva essere svolto prima del bicentenario del Museo, precisamente nel 2019.
Il programma durerà fino al 2024 e varrà ben 36 milioni di euro. Esso si inserisce nell’ambiziosa strategia per l’integrazione dell’edificio nel contesto generale del campus del Prado, proponendo la creazione di un vasto androne, l’aggiunta di un terzo piano al Salone dei Regni e la realizzazione di una terrazza ad esso connesso. Prevede, inoltre, la pedonalizzazione delle varie strade che coronano, tra logge e passaggi, il museo principale fino al parco del Retiro, favorendo un miglior collegamento con la Sala Grande, con Villanueva e il Casón. Sarà direttamente gestito dallo studio di architettura del britannico Norman Foster (Reddish, 1935), con Foster + Partners Ltd, e dello spagnolo Carlos Rubio (Barcellona, 1950), con Rubio Arquitectura, selezionati durante la tappa del 2016 dall’allóra Presidente del Governo Mariano Rajoy (Santiago di Compostela, 1955).
La proposta degli architetti ha vinto il concorso di progettazione museografica con una visione intitolata Hidden Trace, che mira «A massimizzare l’utilizzo museale nell’edificio e creare un grande atrio di accesso sulla facciata sud, imprimendo a questo spazio un carattere semiaperto e permeabile all’esterno». Rispetto al precedente intervento di riorganizzazione degli spazi, avvenuto tra il 1998 e il 2007, da parte dell’architetto spagnolo Rafael Moneo (Tudela, 1937), il cui punto di riferimento risiedeva nel chiostro della Chiesa de Los Jerónimos, la pinacoteca, in questo modo, aggiungerà alla struttura 5.700 metri quadrati, di cui 2.600 fungeranno da ulteriore spazio espositivo per la conservazione delle opere d’arte. Il museo riceverà , infine, i fondi a tappe, non facenti parte del budget abituale del Ministero della Cultura.
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