Categorie: Architettura

Il MÉCA di Bordeaux. Le immagini del nuovo, fantastico hub culturale

di - 16 Agosto 2019

Per trovare una nuova tappa nella mappa dell’arte contemporanea, questa volta non bisogna andare troppo lontano. A Bordeaux ha aperto le porte MÉCA, un nuovo, grande hub che promette di far diventare la città francese una delle destinazioni principali per la cultura, oltre che per l’ottimo vino. La struttura è stata progettata da BIG-Bjarke Ingels Group e prevede un teatro da 250 posti, una sala proiezione, ampie gallerie espositive, un ristorante, studi per artisti e molto altro ancora. Il tutto su 18mila metri quadrati di spazio, affacciati sul fiume Garonna.

Ma la vocazione di MÉCA è prevalentemente pubblica e molti saranno anche gli spazi aperti che permetteranno ai cittadini di Bordeaux di fruire dell’edificio e delle sue attività a 360 gradi. Godendo il panorama dalla terrazza il panorama unico della città – il cui centro storico è già Patrimonio Unesco – oppure facendo skate sulla grande rampa a fianco della facciata in cemento e vetro. Insomma, coniugando gli aspetti ludici e pratici, come nello stile di Bjarke Ingels, che abbiamo visto in azione anche al Burning Man del 2018 e che, insieme all’ex collega Julien de Smedt, vinse il Leone d’Oro alla Biennale di Architettura di Venezia, nel 2004.

Dunque, in questo contesto si muoveranno i tre importanti istituti culturali chiamati ad animare il MÉCA: ALCA, dedicato a libri, cinema e audiovisivi, OARA, per le arti dello spettacolo, e la sezione Nouvelle-Aquitaine del FRAC, il Fondo Regionale dell’Arte Contemporanea. Istituito nel 1982, all’interno di un progetto di decentralizzazione adottato dallo Stato, la vocazione dei FRAC consiste nella costituzione di una collezione di arte contemporanea per ognuna delle 24 regioni. Un modello di collaborazione tra Stato e territorio da prendere come esempio anche per le nostre istituzioni.

La prima mostra, aperta il 29 giugno e visitabile fino al 14 novembre, si intitola “Il est une fois dans l’ouest”, C’era una volta in occidente, e riunisce più di cento artisti, come Martial Raysse, Charles Fréger, Pascal Convert, Brice Dellsperger e Géraldine Kosiak.

Ph. Laurian Ghinitoiumore
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