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Il progetto che trasforma San Siro in un memoriale verde dedicato alle vittime del Coronavirus
Architettura
Costruito nel 1926, dall’architetto Ulisse Stacchini, lo stadio Meazza, meglio conosciuto come San Siro, è da tempo oggetto di dibattito. Si discute circa la sua demolizione, guidata dalla necessità di costruire uno stadio più moderno e funzionale nella città di Milano, per le squadre del Milan e dell’Inter.
Secondo un rapporto recentemente rilasciato dalla sovrintendenza ai beni culturali, «Lo stadio Giuseppe Meazza non presenta alcun interesse culturale e come tale è escluso dalle disposizioni di tutela e conservazione». Nonostante vi siano diversi progetti “pronti all’uso”, come quello di ricostruire un nuovo stadio di 60mila posti sul medesimo sito, il Comune di Milano non ha ancora preso una decisione.
Nel frattempo, l’architetto fiorentino Angelo Renna ha proposto di trasformare il San Siro in un «Monumento per la vita», con il progetto di una grande foresta artificiale, un memoriale in ricordo delle vittime del Coronavirus nel nostro Paese. Il desiderio è quello di piantare 35mila cipressi mediterranei sugli spalti dello stadio. Il cipresso è un albero ornamentale simbolo di eternità, di vita dopo la morte e la sua forma allungata e il colore verde scuro caratterizzano gli spazi sacri in Italia.
Il progetto di Angela Renna per il parco del San Siro
Il progetto di Renna prevede la demolizione del tetto per consentire alla luce naturale di filtrare e alle precipitazioni di colpire direttamente il suolo. Il progetto prevede la creazione di uno spazio concavo che possa consentire la possibilità di raccogliere l’acqua piovana, riutilizzata per irrigare e pulire. Sotto le tribune, l’architetto propone l’apertura di un museo, di un atelier e di un centro di ricerca. Renna ha pensato di creare uno spazio concavo che possa consentire la possibilità di raccogliere l’acqua piovana, riutilizzata per irrigare e pulire. Se il Comune di Milano decidesse di considerare l’avanzato e ben delineato progetto di Renna, San Siro potrebbe diventare non solo un nuovo polmone per la città, ma anche un luogo attivo e di incontro.