Categorie: Architettura

Il Serpentine Pavilion affronterà l’emergenza climatica con Counterspace

di - 10 Febbraio 2020

Sarà lo studio di architettura sudafricano Counterspace a realizzare il Serpentine Pavilion 2020, una delle commissioni d’arte contemporanea più prestigiose al mondo, promossa dalle Serpentine Galleries e arrivata ormai alla ventesima edizione. Per esempio, nel 2016, il padiglione firmato da Bjarke Ingels, un’enorme pila di scatole in vetroresina, è stata la mostra di architettura più visitata al mondo. Il nuovo progetto del padiglione, nel verde prato di Kensington Garden – a pochi metri dall’austera sede della gallery, ospitata in un edificio risalente agli anni ’30 del 900 e progettato da James Grey-West -, sarà presentato l’11 giugno e rimarrà visitabile fino all’11 ottobre 2020.

Counterspace è composto da un trio tutto al femminile, formato da Sumayya Vally, Sarah de Villiers e Amina Kaskar, che saranno le più giovani artiste a poter lavorare al padiglione temporaneo di Kensington Garden, visto che tutte e tre devono ancora compiere 30 anni. Insomma, dopo artisti e architetti già affermati, come Rem Koolhaas, Olafur Eliasson, Peter Zumthor, Herzog & de Meuron e Zaha Hadid, una significativa iniezione di fiducia verso le nuove generazioni, considerando anche il fatto che nel 2020 si festeggerà il cinquantenario della Serpentine.

L’anno scorso a vincere la commissione fu il giapponese Junya Ishigami, mentre nel 2018 fu la volta della messicana Frida Escobedo. Questa volta la Serpentine, che da pochi mesi è diretta da Bettina Korek, ha scelto il trio fondato a Johannesburg nel 2015, confermando ancora una volta il grande interesse per quell’area dell’Africa – come abbiamo scritto già in varie altre occasioni –, oltre che il valore delle proposte provenienti da lì.  «Counterspace è portatore di una prospettiva africana e internazionale ma stanno lavorando con le comunità di Londra e il loro progetto del padiglione è ispirato a questo dialogo», ha commentato Hans Ulrich Obrist, direttore artistico della Serpentine.

Per il suo progetto, Counterspace si ispirerà ai luoghi di Londra in cui i migranti e altre comunità considerate periferiche si ritrovano e che costituiscono un elemento tra i più caratterizzanti della città. Brixton, Hoxton, Hackney, Whitechapel, Edgware Road, Peckham, Ealing, North Kensington e altre zone saranno raccontate, in qualche modo, dal Serpentine Pavilion progettato da Counterspace, anche attraverso una varietà di materiali e di tecnologie avanzate, dal sughero fornito dalla ditta portoghese Amorim ai prefabbricati in materiale riciclabile di Kenoteq. «L’idea di lavorare con comunità diverse è molto importante per noi e la proposta di Counterspace lo fa in modo straordinario. Siamo rimasti totalmente affascinati dalla dimensione sociale della loro pratica», ha continuato Obrist.

«Il padiglione è concepito come un evento, per favorire l’incontro di varie suggestioni provenienti da tutta la città», ha spiegato Vally. A parte le diverse soluzioni formali, infatti, una delle caratteristiche imprescindibili del Serpentine Pavilion è la sua proposta di incontri, conferenze, talk, performance e vari eventi che animano lo spazio durante tutti i mesi di esposizione. Quest’anno, il calendario degli appuntamenti si ricollegherà a Back to Earth, un progetto della Serpentine dedicato all’emergenza climatica.

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Tag: Amina Kaskar bettina korek Counterspace Frida Escobedo hans ulrich obrist Junya Ishigami Sarah de Villiers serpentine galleries serpentine pavilion Sumayya Vally

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