Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva: saranno queste le tre direttive lungo le quali si muoverà la 19ma Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, che si terrà dal 10 maggio al 23 novembre 2025, a cura di Carlo Ratti. La presentazione si è svolta oggi, con interventi di Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale, e dello stesso Ratti, architetto e ingegnere, docente al MIT Massachusetts Institute of Technology e al Politecnico di Milano, oltre che direttore del Senseable City Lab e socio fondatore dello studio CRA-Carlo Ratti Associati.
Le fondamenta della Biennale di Architettura 2025
«Lo spazio non è un dove ma un come», così ha esordito, senza troppi preamboli, un Buttafuoco ispirato dal sacro fuoco, in piedi davanti al leggio, citando nel suo discorso Massimo Cacciari, Eraclito, Umberto Eco, René Descartes e Papa Francesco. «Lo spazio non è più immaginario ma reale, è una res, una estensione», ha continuato lo scrittore e giornalista, in carica alla Biennale dal 20 marzo 2024, elogiando poi enfaticamente Ratti, la cui «Visione travalica la contemporaneità», e mettendo al centro la stessa città lagunare, «Se c’è una idea di “idropoli”, di relazione e confronto con un elemento impegnativo come l’acqua, questa proviene proprio da Venezia».
«E da Venezia il viatico arriva finanche allo Spazio, per tramite dell’intelligenza naturale, artificiale e collettiva. Un itinerario in forma di dettato per il 2025. In cui, a suggello di ogni sezione c’è scientemente un punto interrogativo, segno di interpunzione delle possibilità e cioè dimora del futuro. Le risposte a queste domande porranno le fondamenta della 19ma Mostra Internazionale di Architettura».
Intelligens: il progetto di Carlo Ratti per la Biennale
E dunque, cosa vedremo nella mostra internazionale? Ratti, con sentito trasporto emotivo e motivazionale, è partito dal decifrare il titolo, cioè Intelligens, che richiama la radice latina “gens”, nome collettivo che indicava un complesso di famiglie unite da un qualche tipo di comunanza e di conseguenza, anche, un popolo, una nazione e, per estensione, l’umanità intera. «Tutti parlano di intelligenza quindi è importante esplorare il tema», ha spiegato Ratti. «L’intelligenza ha una componente fisica e qui arriva l’architettura, che è una combinazione di naturale, artificiale e collettivo», ha motivato il curatore, citando ancora Venezia come esempio di collaborazione tra la natura della Laguna, le opere dell’ingegno, «Come il MOSE», e la collettività dei vari popoli che hanno abitato questa superficie».
Le sezioni della Biennale, dunque, seguiranno questa partizione tra le varie tipologie di intelligenza, affrontando temi di estrema urgenza, come quello della crisi climatica, che sta drammaticamente accelerando il suo passo, «Una sfida che definisce i nostri tempi».
Mantenendo il focus sul contesto della Laguna, si partirà dunque dall’intelligenza naturale, che ha plasmato il nostro ambiente, quindi si passerà all’intelligenza artificiale, nella definzione data dall’economista e informatico statunitense Herbert Alexander Simon, cioè come prodotto creato da una evoluzione combinata tra naturale e antropico. Infine, si affronterà l’intelligenza collettiva, sviluppata da una risposta relazionale a specifiche esigenze e «Che ci ha permesso di creare una architettura prima degli architetti».
L’esposizione internazionale si svilupperà nel Padiglione Centrale dell’Arsenale, come al solito, ma non in quello dei Giardini, che nel 2025 sarà chiuso per lavori di restauro. Ratti ha quindi spiegato che la mostra si estenderà in tutta la città, con piccoli interventi temporanei diffusi, la cui portata si estenderà anche al di là della manifestazione: «Cercheremo di migliorare la vita ai veneziani, con interventi che riguarderanno temi come accessibilità, energia, mobilità». Le aree esterne delle sedi di Mostra della Biennale si trasformeranno quindi in Living Lab – laboratori viventi, dove far convergere forme di intelligenza molteplici.
L’approccio collaborativo e il bando Collage
L’architettura sarà al centro ma sarà promossa la collaborazione con altre discipline, dall’arte ai vari campi della scienza. In questo senso, Ratti ha anticipato la possibilità di un dialogo aperto con la Triennale di Milano, la cui Esposizione si svolgerà dal 17 maggio al 16 novembre 2025, quasi in concomitanza con la Biennale di Architettura, e sarà intitolata Inequalities. How to mend the fractures of humanity.
Con lo scopo di reintrodurre tra i Padiglioni Nazionali un grado di coordinamento e coerenza con il tema della Mostra Internazionale principale, sulla scia della Biennale del 2014 curata da Rem Koolhaas, il Curatore ha incoraggiato i Paesi partecipanti ad affrontare il tema comune: Unluogo, una soluzione.
Proseguendo l’approccio collaborativo alla progettazione, a partire dal 7 maggio 2024 il sito web della Biennale ha aperto uno spazio per la raccolta di idee per ampliare l’eterogeneità di voci, visioni e suggerimenti, che saranno poi selezionate dal curatore e dal team.
Sempre sul sito della Biennale è stato pubblicato anche il bando internazionale di Biennale College Architettura (qui il link), aperto fino al 21 giugno 2024. Studenti/studentesse, laureati/e e professionisti/e emergenti under 30 (architettura, urban design, ingegneria, interior design, architettura del paesaggio, ambiente costruito) sono invitati a presentare progetti che utilizzano l’intelligenza naturale, artificiale e collettiva per combattere la crisi climatica. Una selezione finale di un massimo di 8 progetti sarà scelta da Carlo Ratti stesso. A ciascun progetto selezionato verrà assegnato un contributo di 20mila euro per la produzione e sarà presentato, fuori concorso, nell’ambito della 19. Mostra Internazionale di Architettura.