Categorie: Architettura

Intelligenza collettiva: ecco come sarà la Biennale Architettura 2025 di Carlo Ratti

di - 11 Febbraio 2025

L’architettura come pratica di adattamento dell’intelligenza collettiva alla prova del mondo: è questa l’idea portante della 19ma Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, curata da Carlo Ratti e intitolata Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva, in programma dal 10 maggio al 23 novembre 2025. Presentata ufficialmente questa mattina a Ca’ Giustinian, la Biennale di Architettura 2025 si configurerà dunque come un’arena multidisciplinare, dove architetti, scienziati, agricoltori, scrittori, ingegneri, artisti, chef, artigiani, stilisti, designer, collaboreranno per ridefinire il rapporto tra costruzione e ambiente.

Come sottolineato dal curatore Carlo Ratti, «Negli ultimi 70 anni il bilanciamento tra freddo e caldo si è alterato. L’architettura non deve più solo mitigare le emissioni, ma imparare ad adattarsi ai cambiamenti climatici». Venezia, città costruita sull’acqua, diventa il punto di partenza per una riflessione più ampia sulla resilienza urbana e sulle strategie di sopravvivenza del costruito.

Carlo Ratti

Questa edizione della Biennale sfiderà quindi i limiti e le possibilità dell’intelligenza, sia umana che artificiale, nel progettare città più sostenibili e vivibili. Il tema del rapporto tra natura e tecnologia sarà centrale, con installazioni interattive che mostreranno come i sistemi artificiali possano ispirarsi ai meccanismi della biosfera per generare architetture più resilienti.

«La Biennale di Venezia è interprete e specchio esatto del farsi mondo della Terra», ha dichiarato Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale, citando la cifra politica dell’architettura e aprendo una riflessione sul “domicidio”, termine coniato da Luciano Violante, in un recente editoriale del Corriere della Sera, per descrivere la sistematica distruzione delle infrastrutture civili durante la guerra. Un tema di drammatica attualità – dall’Ucraina a Gaza, come ricordato da Buttafuoco – e che sarà parte del dibattito della Biennale, con un focus sulla ricostruzione post-bellica e sulle strategie di rigenerazione urbana in contesti di crisi.

Biennale Architettura 2025: i Padiglioni e i progetti speciali

Oltre alla mostra internazionale, i padiglioni nazionali salgono a 66, con l’ingresso di Azerbaijan, Oman, Qatar e Togo. Il Padiglione Italia, curato da Guendalina Salimei, si intitolerà TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare e occuperà le Tese delle Vergini all’Arsenale. Torna anche il Padiglione della Santa Sede, che avrà sede nel complesso di Santa Maria Ausiliatrice, con la mostra Opera aperta, a cura di Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti.

Guendalina Salimei

Tra i progetti speciali, spicca Margherissima, alla Polveriera austriaca di Forte Marghera a Mestre, che si concentra sull’area di Marghera e sul territorio contaminato situato nei pressi del Ponte della Libertà. Il progetto è ideato da Nigel Coates, Michael Kevern, Guan Lee, John Maybury e Jan Bunge, partecipanti in concorso nella Mostra Internazionale. Prosegue inoltre per il nono anno consecutivo la collaborazione con il Victoria & Albert Museum di Londra per il Padiglione delle Arti Applicate. Intitolato On Storage e a cura di Brendan Cormier, in collaborazione con Diller Scofidio + Renfro, il progetto esplora l’architettura globale degli spazi di deposito al servizio della circolazione degli oggetti e includerà un nuovo film a sei canali, diretto da DS+R.

Inoltre, la manifestazione si inserisce in una rete globale, con collaborazioni con istituzioni quali la Conferenza delle Nazioni Unite e la Baukultur di Davos, per affrontare le sfide della transizione ecologica e della giustizia ambientale. La Biennale 2025 diventerà così un punto di convergenza tra pensiero accademico e pratiche reali, cercando di influenzare le politiche urbane a livello internazionale.

Biennale Architettura 2025: le installazioni e i progetti alle Corderie e a Venezia

Un processo di selezione aperto ha portato alla partecipazione di 750 autori (il più alto numero mai raggiunto finora), tra cui vincitori del Pritzker Prize e giovani studenti, con una particolare attenzione all’inclusione: 280 progetti coinvolgeranno 500 team interdisciplinari, 350 team multigenerazionali e 250 team guidati da donne.

Gli interventi alle Corderie dell’Arsenale saranno raccordati dal collettivo berlinese Sub, che trasformerà lo spazio in un organismo vivente interconnesso. Tutti i progetti prevedono collaborazioni ad ampio raggio, come quella tra Michelangelo Pistoletto e Cittàdellarte con gli studiosi Sonia Seneviratne e David Bresch per approfondire il legame tra clima e architettura, con un’installazione interattiva che mostra gli effetti delle mutazioni atmosferiche sulle strutture urbane.

Tra gli altri progetti, Beatriz Colomina e Mark Wigley indagheranno il rapporto tra architettura e microbiologia con un’installazione sui batteri, mettendo in luce come gli organismi invisibili influenzino la progettazione degli spazi abitativi. Kengo Kuma e Iwasawa Lab espanderanno le possibilità del legno come materiale complesso, con prototipi di edifici modulari e biodegradabili, mentre Boonserm Premthada presenterà un innovativo utilizzo dello sterco di elefante nei processi di costruzione, evidenziando le potenzialità dei materiali naturali e del riuso nella bioarchitettura.

«Con il Padiglione Centrale in fase di ristrutturazione per tutto il 2025, Venezia non ospiterà solo la Biennale Architettura, ma diventerà un laboratorio vivente», ha aggiunto Ratti. «La città stessa – una delle più esposte e vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici – farà da sfondo a un nuovo tipo di Mostra, in cui installazioni, prototipi ed esperimenti saranno sparsi tra i Giardini, l’Arsenale e altri quartieri».

Conversazioni impossibili

L’esperienza collettiva e multidisciplinare della 19ma Biennale di Architettura sfocerà nel catalogo dove, oltre alla presentazione delle diverse sezioni della Mostra e tra i vari contributi, saranno presente anche le Conversazioni impossibili, che metteranno in dialogo autori contemporanei con figure storiche grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale. Tra i confronti immaginati: Carlo Ratti con Christopher Alexander, Stefano Boeri con Ebenezer Howard, e Daniela Rus con Isaac Asimov.

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