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La Biennale di Architettura di Venezia parte dall’Africa, Laboratorio Futuro
Architettura
di redazione
L’Africa come “Laboratorio del Futuro”: è questo il titolo della 18ma edizione della Biennale di Architettura di Venezia, che si terrà dal 20 maggio 2023 al 26 novembre 2023, con pre-opening 18 e 19 maggio. Ad annunciare temi e argomenti della manifestazione, che come da tradizione si dividerà tra Giardini, Arsenale e vari luoghi della città, la curatrice Lesley Lokko e il Presidente della Biennale, Roberto Cicutto.
«Le nuove tecnologie appaiono e scompaiono continuamente, offrendoci scorci non filtrati della vita in parti del mondo che probabilmente non visiteremo mai, tanto meno capiremo», ha commentato Lokko, nominata curatrice nel dicembre 2021. «Ma vedere contemporaneamente vicino e lontano è anche, per dirla con Du Bois e Fanon, una forma di “doppia coscienza”, il conflitto interno di tutti i gruppi subordinati o colonizzati, che descrive la maggioranza del mondo, non solo “laggiù”, nei cosiddetti Paese poveri, in via di sviluppo, arabi, ma anche “qui”, nelle metropoli e nei paesaggi del Nord globalizzato. Qui in Europa parliamo di minoranze e diversità, ma la verità è che le minoranze dell’Occidente sono la maggioranza globale; la diversità è la nostra norma. C’è un luogo in cui tutte le questioni di equità, risorse, razza, speranza e paura convergono e si fondono. L’Africa. A livello antropologico, siamo tutti africani. E ciò che accade in Africa accade a tutti noi», ha continuato l’architetta, docente e scrittrice scozzese con cittadinanza ghanese, che ha avanzato un parallelismo tra il continente africano e la Biennale di Venezia, entrambi “Laboratori del Futuro”.
Allora, anche la mostra della Biennale di Architettura 2023 avrà la forma di un laboratorio, «Una sorta di bottega artigiana, un laboratorio in cui architetti e professionisti provenienti da un ampio campo di discipline creative tracciano un percorso fatto di esempi tratti dalle loro attività contemporanee che il pubblico, composto da partecipanti e visitatori, potrà percorrere immaginando da sé cosa può riservare il futuro», ha concluso Lokko.
«Lesley dimostra determinazione e coraggio anche nell’usare nel suo titolo due parole abusate ma insostituibili – “laboratorio e futuro” – per restituire la piena importanza del loro significato», ha dichiarato Cicutto. «Coglierete come il suo approccio somigli molto alla proposta di un patto fra i visitatori della Biennale, il mondo dell’architettura e della cultura in generale. Una Mostra che partendo da premesse molto concrete e punti di vista molto precisi guarderà dritto negli occhi i rappresentanti dei Paesi partecipanti e tutti coloro che popoleranno i Giardini, l’Arsenale e la Città di Venezia. Il tutto per parlare al mondo, che è la vera ragione per cui un Curatore si assume la responsabilità di fare una Mostra Internazionale della Biennale».