Domenica scorsa, a Budapest, è stato inaugurata la House of Hungarian Music, l’ultimo progetto di Sou Fujimoto.
L’architetto giapponese si è aggiudicato il concorso internazionale per la realizzazione dell’opera, compresa nell’ambizioso programma di sviluppo Liget Budapest Project, che porterà al rinnovamento di un’area verde di 122 ettari che è destinata ad accogliere nei prossimi anni anche la nuova National Gallery of Hungary, su progetto dei giapponesi SANAA, e il Museum of Ethnography dello studio ungherese Napur Architect. Il museo di 9.000 metri quadrati sorge infatti nel parco cittadino della città .
Come suggerisce il nome, la HHM è dedicata alla storia della musica degli ultimi 2.000 anni: contraddistinta da un’ampia copertura ondulata, la struttura è intervallata da circa cento aperture di dimensioni variabili. Una traduzione visiva dell’immagine di un’onda sonora provocata dalla vibrazione di un oggetto.
Le aperture permettono agli alberi di dialogare con la struttura e alla luce di filtrare al suo interno. La parte inferiore del tetto è decorata con 30.000 forme geometriche progettate per evocare le foglie degli alberi.
“Siamo rimasti incantati dalla moltitudine di alberi nel parco cittadino e ispirati dallo spazio da loro creato”, ha affermato Fujimoto. “Mentre la fitta e ricca tettoia copre e protegge l’ambiente circostante, consente anche ai raggi del sole di raggiungere il suolo. Ho immaginato la pianta aperta, dove i confini tra interno ed esterno si confondono, come una continuazione dell’ambiente naturale”.
Il museo comprende due sale da concerto al piano terra, sale per conferenze e workshop e un auditorium con 320 posti a sedere. Un ampio piano interrato conterrà tutti gli spazi della galleria principale del museo, inclusa una mostra permanente intitolata “Sound Dimensions – Musical Journeys in Space and Time”, incentrata sulla storia della musica europea.
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