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09
giugno 2010
LA FESTA CONTINUA
Architettura
Dopo soli 10 giorni dalla bulimia di eventi a margine dell’apertura di Maxxi, Macro e fiera al Macro Testaccio, Roma torna al centro della scena internazionale. Questa volta grazie ad architetti e progettisti e a Index Urbis, prima edizione della Festa dell’Architettura...
Dieci. Appena dieci giorni separano una “Settimana delle
Arti” che passerà indubbiamente agli annali della città da un altro importante
evento dedicato all’architettura. Dieci giorni fa inauguravano il Maxxi, il
Macro, la Fiera all’ex Mattatoio e oggi prende avvio la prima edizione
(doppiamente interessante, dunque) della Festa dell’Architettura.
Roma prova a inserirsi nel felice – anche se tutto il
comparto non è certo più una novità – circuito dei “festival di qualcosa”
(scienza, filosofia, mente, letteratura, urbanistica, arte contemporanea…)
che ingombrano i cartelloni culturali di mezz’Italia. La capitale tenta così,
inoltre, di cucire la sua offerta festivaliera creando un terzetto (fotografia,
letteratura e adesso architettura) che ha come target un pubblico non
predefinito e potenzialmente ampio.
Tutto questo, comunque, ci fa urlare: peccato! Peccato
innanzitutto perché non si è voluto o potuto dare continuità alla straordinaria
energia della art week di fine maggio con la neonata Festa. Perché durante la
fiera (anche la Festa, peraltro, si svolgerà in gran parte all’ex Mattatoio a
Testaccio) non si è pensato a promuovere la Festa? Perché non si è presentata a
margine degli opening di Macro e Maxxi? Perché si è perduta l’occasione di
dimostrare al vasto pubblico internazionale una continuità di offerta culturale
di alto livello e qualità? Perché, infine, un evento che ha tutte le
potenzialità per affermarsi risulta comunicato in maniera approssimativa,
frammentaria, non facilmente intelligibile?
L’evento, promosso dall’Ordine degli Architetti di Roma e
Provincia, ben supportato dal Comune di Roma e sponsorizzato da Acea, presenta
un programma orchestrato su due livelli (ufficiale e collaterale) in un
contesto, quello romano, che finalmente fa intravedere delle aperture verso
l’architettura contemporanea. Al di là delle patetiche chiacchiere (e talvolta
non solo) dell’attuale amministrazione, l’opinione pubblica della capitale
d’Italia non sembra più così tanto ben disposta a dare credibilità a chi voleva
smontare la costruenda Nuvola di Fuksas, a chi voleva trasportare la teca dell’Ara Pacis di Richard
Meier “in
periferia” e a chi ha fatto abortire il bel progetto di Mario Cucinella per la nuova cittadella degli
uffici comunali.
L’attenzione per
l’architettura di oggi vive un nuovo vigore sia grazie all’impegno
istituzionale che si è palesato nelle ultime settimane con l’apertura del Macro
e ancor più del Maxxi (vero shock positivo nelle pupille dei più scettici), sia
grazie alla presenza sul territorio cittadino di fior di archistar impegnati
con progetti di gran livello (da Santiago Calatrava a Renzo Piano, da Franco Purini a Rem Koolhaas), sia in virtù della comprensione
dell’indotto che questo genere di landmark architettonici generano:
albergatori, esercenti, ristoratori e tour operator hanno ben compreso che
l’architettura contemporanea porta turismo. Sovente turismo di qualità.
Francesco Garofalo, curatore della rassegna, ha incentrato
la Festa attorno al concetto di “nodo” come luogo essenziale da cui far partire
la trasformazione della città contemporanea. Dà il via al fiume di parole che
si dipaneranno tra Casa dell’Architettura, Macro Testaccio, Auditorium e Maxxi
il grande Alvaro Siza, chiamato a discettare di museografia. Si prosegue giovedì con Eduardo
Souto de Moura
sulla mobilità e in particolare sulle metro di Porto e New York. All’Auditorium
sarà di scena Bernard Tschumi, anche lui chiamato a discutere di “museo”, naturalmente
a partire dalla ‘sua’ Acropoli di Atene. Il comparto “infrastrutture”, invece,
sarà affidato a Massimiliano Fuksas.
Starà al limite fra architettura e politica (siamo già a
venerdì 11) Stefano Boeri che non potrà esimersi dal parlare del suo progetto per
il G8 alla Maddalena, malauguratamente poi costruito dalla cricca di Diego
Anemone e soci. Venerdì sarà anche la giornata dei forum nell’ammaliante spazio
della Pelanda: uno sulla sostenibilità e l’innovazione, l’altro sul sogno (o
incubo) olimpico di Roma 2020 con, tra gli altri, Ricky Burdett.
Certo è che incontri sulle periferie romane con ospiti “Er
Pecora” Teodoro Buontempo (neoassessore alla casa della giunta Polverini) e il
povero assessore ai lavori pubblici del Comune di Roma non alzano il profilo
internazionale della Festa. Ci si rifanno gli occhi decisamente nella sezione
(sguardia margine) dedicata agli incroci tra architettura e altre arti, sempre
alla Pelanda si potranno incontrare creativi come Botto & Bruno, Matteo Garrone o il nostro Marco Senaldi.
Tra esplorazioni per i cantieri nelle periferie romane e
perlustrazioni negli studi degli architetti residenti nelle accademie straniere
si svolge l’ampio – niente male per una prima edizione – programma degli eventi
collaterali alla Festa. Nutrita la serie di eventi sfiziosi, dal giro in tram
parlando di architettura ai talk ospitati nell’ormai immancabile padiglione Via…ggiando di Mario Nanni fino al “safari fotografico”
attraverso le architetture del Flaminio. Davvero un safari visto che la zona,
architettonicamente splendida, è stata recentemente trasformata in una jungla
di cartelloni abusivamente installati ma prontamente sanati
dall’amministrazione comunale: uno scandalo cittadino che dovrebbe essere
motivo di dibattito a margine della Festa.
E tra social network architettonici e programmi costruiti
apposta per progettisti in erba al Museo per Bambini, non mancheranno i momenti
di relax a tarda serata: appuntamento il 10 giugno per la festa al Maxxi e
sabato 12 per il concerto alla Pelanda.
Arti” che passerà indubbiamente agli annali della città da un altro importante
evento dedicato all’architettura. Dieci giorni fa inauguravano il Maxxi, il
Macro, la Fiera all’ex Mattatoio e oggi prende avvio la prima edizione
(doppiamente interessante, dunque) della Festa dell’Architettura.
Roma prova a inserirsi nel felice – anche se tutto il
comparto non è certo più una novità – circuito dei “festival di qualcosa”
(scienza, filosofia, mente, letteratura, urbanistica, arte contemporanea…)
che ingombrano i cartelloni culturali di mezz’Italia. La capitale tenta così,
inoltre, di cucire la sua offerta festivaliera creando un terzetto (fotografia,
letteratura e adesso architettura) che ha come target un pubblico non
predefinito e potenzialmente ampio.
Tutto questo, comunque, ci fa urlare: peccato! Peccato
innanzitutto perché non si è voluto o potuto dare continuità alla straordinaria
energia della art week di fine maggio con la neonata Festa. Perché durante la
fiera (anche la Festa, peraltro, si svolgerà in gran parte all’ex Mattatoio a
Testaccio) non si è pensato a promuovere la Festa? Perché non si è presentata a
margine degli opening di Macro e Maxxi? Perché si è perduta l’occasione di
dimostrare al vasto pubblico internazionale una continuità di offerta culturale
di alto livello e qualità? Perché, infine, un evento che ha tutte le
potenzialità per affermarsi risulta comunicato in maniera approssimativa,
frammentaria, non facilmente intelligibile?
L’evento, promosso dall’Ordine degli Architetti di Roma e
Provincia, ben supportato dal Comune di Roma e sponsorizzato da Acea, presenta
un programma orchestrato su due livelli (ufficiale e collaterale) in un
contesto, quello romano, che finalmente fa intravedere delle aperture verso
l’architettura contemporanea. Al di là delle patetiche chiacchiere (e talvolta
non solo) dell’attuale amministrazione, l’opinione pubblica della capitale
d’Italia non sembra più così tanto ben disposta a dare credibilità a chi voleva
smontare la costruenda Nuvola di Fuksas, a chi voleva trasportare la teca dell’Ara Pacis di Richard
Meier “in
periferia” e a chi ha fatto abortire il bel progetto di Mario Cucinella per la nuova cittadella degli
uffici comunali.
L’attenzione per
l’architettura di oggi vive un nuovo vigore sia grazie all’impegno
istituzionale che si è palesato nelle ultime settimane con l’apertura del Macro
e ancor più del Maxxi (vero shock positivo nelle pupille dei più scettici), sia
grazie alla presenza sul territorio cittadino di fior di archistar impegnati
con progetti di gran livello (da Santiago Calatrava a Renzo Piano, da Franco Purini a Rem Koolhaas), sia in virtù della comprensione
dell’indotto che questo genere di landmark architettonici generano:
albergatori, esercenti, ristoratori e tour operator hanno ben compreso che
l’architettura contemporanea porta turismo. Sovente turismo di qualità.
Francesco Garofalo, curatore della rassegna, ha incentrato
la Festa attorno al concetto di “nodo” come luogo essenziale da cui far partire
la trasformazione della città contemporanea. Dà il via al fiume di parole che
si dipaneranno tra Casa dell’Architettura, Macro Testaccio, Auditorium e Maxxi
il grande Alvaro Siza, chiamato a discettare di museografia. Si prosegue giovedì con Eduardo
Souto de Moura
sulla mobilità e in particolare sulle metro di Porto e New York. All’Auditorium
sarà di scena Bernard Tschumi, anche lui chiamato a discutere di “museo”, naturalmente
a partire dalla ‘sua’ Acropoli di Atene. Il comparto “infrastrutture”, invece,
sarà affidato a Massimiliano Fuksas.
Starà al limite fra architettura e politica (siamo già a
venerdì 11) Stefano Boeri che non potrà esimersi dal parlare del suo progetto per
il G8 alla Maddalena, malauguratamente poi costruito dalla cricca di Diego
Anemone e soci. Venerdì sarà anche la giornata dei forum nell’ammaliante spazio
della Pelanda: uno sulla sostenibilità e l’innovazione, l’altro sul sogno (o
incubo) olimpico di Roma 2020 con, tra gli altri, Ricky Burdett.
Certo è che incontri sulle periferie romane con ospiti “Er
Pecora” Teodoro Buontempo (neoassessore alla casa della giunta Polverini) e il
povero assessore ai lavori pubblici del Comune di Roma non alzano il profilo
internazionale della Festa. Ci si rifanno gli occhi decisamente nella sezione
(sguardia margine) dedicata agli incroci tra architettura e altre arti, sempre
alla Pelanda si potranno incontrare creativi come Botto & Bruno, Matteo Garrone o il nostro Marco Senaldi.
Tra esplorazioni per i cantieri nelle periferie romane e
perlustrazioni negli studi degli architetti residenti nelle accademie straniere
si svolge l’ampio – niente male per una prima edizione – programma degli eventi
collaterali alla Festa. Nutrita la serie di eventi sfiziosi, dal giro in tram
parlando di architettura ai talk ospitati nell’ormai immancabile padiglione Via…ggiando di Mario Nanni fino al “safari fotografico”
attraverso le architetture del Flaminio. Davvero un safari visto che la zona,
architettonicamente splendida, è stata recentemente trasformata in una jungla
di cartelloni abusivamente installati ma prontamente sanati
dall’amministrazione comunale: uno scandalo cittadino che dovrebbe essere
motivo di dibattito a margine della Festa.
E tra social network architettonici e programmi costruiti
apposta per progettisti in erba al Museo per Bambini, non mancheranno i momenti
di relax a tarda serata: appuntamento il 10 giugno per la festa al Maxxi e
sabato 12 per il concerto alla Pelanda.
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Maxxi di Carlos Basualdo
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Macro targato Odile Decq
m. t.
Info: www.indexurbis.it
[exibart]
Ottimo articolo. Grazie.