Un capolavoro dell’architettura moderna, le cui fondamenta poggiano sulle dolci acque del Lago di Como. È la Velarca, la casa barca progettata e costruita tra il 1959 e il 1961 dallo storico studio milanese BBPR – composto da Gian Lugi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti e Ernesto Nathan Rogers – e che ha finalmente riaperto al pubblico. Non solo una casa di villeggiatura ma un luogo unico, concepito da Fiammetta ed Emilio, genitori di Aldo Norsa, per ospitare e favorire l’incontro di amici e conoscenti, che già frequentavano la loro dimora milanese. Tra questi, molte figure di spicco della cultura italiana, come gli stessi architetti Rogers, Peressutti e Belgiojoso, oltre a Riccardo Sambonet, Gio Ponti, Gillo Dorfles, Eugenio Montale, Lucio Fontana, Umberto Eco, Cesare Musatti e molti altri. L’opera fu donata al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano nel 2011, da Aldo e Maria Luisa Norsa, e dopo un lungo restauro è tornata al suo originale approdo, ormeggiata a Ossuccio, Tremezzina.
«Un nuovo Bene del FAI fruibile al pubblico, che si aggiunge ai 71 gestiti dalla Fondazione in tutta Italia, tra cui i vicini Villa del Balbianello e Torre del Soccorso, nello stesso comune di Tremezzina», spiegano dal FAI. «Una nuova offerta culturale per il Lago di Como, con cui il FAI vuole contribuire a promuovere un turismo diversificato e più sostenibile, offrendo una nuova meta, un nuovo punto di vista sul paesaggio lariano e una nuova storia da raccontare che appassionerà i curiosi e soddisferà specialisti e amatori».
La Velarca, oltre a essere un capolavoro di design e architettura, rappresenta una testimonianza tangibile dell’approccio dello studio BBPR che, fondato a Milano nel 1932, si distinse per la capacità di coniugare modernità e tradizione con un’attenzione al contesto ambientale e storico dei progetti. Lo studio BBPR è noto soprattutto per il suo contributo alla ricostruzione post-bellica in Italia e uno dei suoi lavori più celebri è la Torre Velasca di Milano (1950-1958), un edificio che sintetizza il dialogo tra passato e presente, tipico del loro stile, con forme che richiamano le torri medievali e una struttura modernista.
La Velarca rappresenta questa stessa sensibilità progettuale, anche qui si ritrova un equilibrio tra visione architettonica innovativa e il rispetto per il luogo e la storia. Ed è infatti proprio nel passato del Lago di Como che poggia la Velarca: nel progetto, gli architetti aggiunsero un volume abitativo sullo scafo di un’antica gondola lariana di 19 metri, la “Corriera Tremezzina”, che dal 1911 attraversava il lago di Como trasportando merci e persone.
Quando la Velarca fu donata al FAI nel 2011 – insieme al piccolo giardino a cui è ormeggiata a Ossuccio, sulle sponde del lago di Como nella Zoca de l’Oli, di fronte all’Isola Comacina -, gli interni erano ancora arredati ma portavano i segni del tempo. Seguendo un criterio di rigore scientifico, gli ambienti e gli arredi sono stati accuratamente catalogati, documentati e fotografati per conservare la memoria storica della casa-barca.
Dalle prime indagini emerse subito anche la condizione di forte deterioramento dello scafo, ovvero la parte strutturale della Velarca, non più restaurabile. Da qui la decisione di trainare la barca da Ossuccio a Maslianico, presso il Cantiere Ernesto Riva, per procedere con la ricostruzione dello scafo e della coperta di prua e di poppa, e con il recupero, anch’esso con integrazioni consistenti, del volume abitativo soprastante. Dopo la conclusione dei lavori strutturali, è iniziato il restauro degli arredi originali, con grande attenzione a preservare l’integrità dell’opera e lo spirito del progetto originale, restituendo alla Velarca la sua atmosfera unica e la piena funzionalità.
«La Velarca è uno di quei “dettagli” che rendono impagabile il patrimonio culturale italiano e che ne dilatano la vastità e la varietà ben oltre l’immaginabile. La Velarca è un sublime “capriccio”, un piccolo capolavoro del XX secolo, estroso, bizzarro, irripetibile come lo sono spesso i risultati prodotti dall’incontro tra una committenza colta, intelligente e vivace come i coniugi Norsa e professionisti del livello dei BBPR. Un onore per il FAI essere stati incaricati dagli eredi Norsa di perpetuarne l’esistenza e narrarne la storia e valore», ha dichiarato Marco Magnifico, Presidente FAI.
Inoltre, grazie al finanziamento dell’Autorità di Bacino e Regione Lombardia, si sono conclusi anche i lavori di manutenzione del pontile esistente a Ossuccio, a cui la Velarca è di nuovo attraccata, ed è stato realizzato un nuovo pontile demaniale, presso il quale si fermeranno le barche che trasporteranno i visitatori in arrivo da Villa del Balbianello. A completare i lavori l’intervento sul giardino: la stretta area verde è stata recuperata con una prima sistemazione, caratterizzata da un semplice prato e delle fioriture, in attesa di realizzare un progetto più strutturato, ispirato a quello originale dello studio BBPR, per la primavera del prossimo anno.
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