Categorie: Architettura

Le Procuratie Vecchie di Piazza San Marco aprono al pubblico, dopo 500 anni

di - 8 Aprile 2022

Una nuova storia per le Procuratie Vecchie che, da oggi, per la prima volta dopo 500 anni, aprono le porte al pubblico, svelando gli spazi di THSN – The Human Safety Net, Fondazione del Gruppo Generali, cha ha sede nell’edificio monumentale fin dal 1832, e aprendo un punto di vista “inedito” su Piazza San Marco.

Il progetto di recupero e riconfigurazione dei 12.400 metri quadrati di proprietà di Generali, è stato firmato, a seguito di concorso internazionale e non senza polemiche, dall’archistar David Chipperfield, Medaglia d’Oro del Royal Institute of British Architects, e dallo studio David Chipperfield Architects Milan, e ha previsto non solo il recupero dell’antico aspetto della struttura, eliminando le aggiunte apportate in epoca moderna, ma anche una nuova permeabilità tra l’interno del palazzo e l’esterno dell’intera area marciana.

Nello specifico, l’intervento di Chipperfield, iniziato nel 2019, ha interessato il primo e il secondo piano, che ospiteranno uffici e una sede della stessa Generali, la riorganizzazione dell’accessibilità e della fruibilità dell’edificio attraverso l’inserimento di nuovi corpi scale, il rinnovamento dell’ingresso centrale al terzo piano con accesso alle corti in quota. Il progetto si integra con quello avviato nel 2009 e in fase di realizzazione dall’architetto Gretchen Harnischfeger Alexander, che riguarda la ristrutturazione della facciata principale su piazza San Marco e di alcune facciate interne, oltre che alcuni interventi strutturali e un nuovo sistema di protezione antincendio.

Invece, a occuparsi della parte di interior, exhibition e multimedia design, lo studio Migliore+Servetto, con la direzione artistica di Davide Rampello. Primo appuntamento, la mostra interattiva “A World of Potential”, visitabile gratuitamente per tutti i residenti a Venezia dal 9 all’11 aprile, in attesa di capire le condizioni di accesso dopo tale periodo. Oltre all’area espositiva, il progetto di Migliore+Servetto coinvolge tutto l’ultimo piano e le aree di accoglienza al piano terra, tra cui un caffè sempre aperto al pubblico, un’area di coworking, riservata alle attività della Fondazione e dei suoi partner, e sale eventi, a cui si affianca un auditorium.

«Il progetto della nuova sede di The Human Safety Net si caratterizza per la leggerezza con cui si rapporta sia alla città di Venezia, emblema di forte identità culturale e di accoglienza, sia al complesso storico delle Procuratie che la ospita», hanno dichiarato gli architetti Ico Migliore e Mara Servetto. «Tre sono i simboli ricorrenti che connettono l’intero progetto: il tavolo, il nido e lo specchio. Il tavolo, emblema dell’incontro e del dialogo, è presente nelle installazioni interattive e negli spazi conviviali. Il nido è il simbolo dell’accoglienza e dei legami ed è richiamato nelle strutture delle librerie, una sorta di fil rouge che collega gli spazi conviviali e quelli di lavoro. Infine, lo specchio, che a Venezia vanta una tradizione secolare e che ricorre negli arredi del caffè e in diverse installazioni, è l’allegoria del confronto con se stessi, della riflessione, della coscienza».

Considerando il contesto unico nel quale insiste l’edificio monumentale, antica dimora dei procuratori di San Marco, che nel suo complesso – costituito dalle Procuratie Vecchie, Nuove e Ala Napoleonica – avvolge su tre lati l’iconica Piazza, il progetto ha dato particolare rilevanza al rapporto con Venezia e la venezianità. A partire dai 100 oculi cinquecenteschi che percorrono l’intero piano delle Procuratie Vecchie, conferendo all’insieme una valenza pittorica oltre che una relazione diretta con la città. In alcune di queste aperture la visione è stata potenziata tramite un sistema tecnologico di ingrandimento che, come le macchine ottiche del Canaletto, permette ai visitatori di immergersi nella vita cittadina. Inoltre, l’installazione “Window on Venice”, Finestra su Venezia, consente di fare un salto temporale, esplorando in 3D com’erano alcuni luoghi della Città nel Cinquecento come la Giudecca, il Ponte di Rialto, l’Arsenale, Burano e Murano.

Ma la radice veneziana del luogo si rintraccia anche nei materiali impiegati per gli arredi: il vetro, il rame, il legno, gli specchi. Le caratteristiche bricole veneziane costituiscono la struttura portante dell’installazione del percorso espositivo dedicata al team working; le panche del caffè, in legno naturale, richiamano quelle degli storici caffè veneziani; i pattern dei tappeti rielaborano motivi della tradizione, come gli archi ornati di Palazzo Ducale o le murrine millefiori; i lampadari in vetro, realizzati da Benvenuto Mastri Vetrai, sono pensati come presenze di identità in dialogo con luce naturale e artificiale.

Escluso da tutti gli interventi invece il piano terra, che non è di proprietà di Generali, la cui quota ammonta alll’85% e comprende 43 delle 50 arcate esterne, resterà escluso dall’intervento e rimarrà quindi inalterato e prevalentemente a destinazione commerciale.

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