Sarà l’acclamato studio OMA – Office for Metropolitan Architecture di Rotterdam a realizzare l’ampliamento e il rinnovamento della corte interna del Palazzo del Collegio dei Nobili, che ospita il Museo Egizio di Torino, e la conseguente riorganizzazione degli spazi espositivi. Il progetto di OMA è stato selezionato da una shortlist di cinque raggruppamenti di professionisti che hanno avuto accesso alla seconda fase del concorso internazionale.
Il progetto è stato guidato da David Gianotten e Andreas Karavanas di OMA – che in Italia ha già realizzato la sede di Fondazione Prada a Milano – in collaborazione con gli architetti locali Andrea Tabocchini Architecture, T-Studio e il consulente storico Professor Andrea Longhi. Oltre al progetto dello studio olandese, tra i finalisti anche le proposte di Kengo Kuma (Kengo Kuma & Associates, Parigi, Francia), Giuseppe Bove (Pininfarina Architetture, Torino), Carlo Ratti (Carlo Ratti Associati, Torino), Jette Cathrin Hopp (Snohetta, Oslo, Norvegia).
«Relativamente alla proposta dello Studio OMA, la Commissione ha evidenziato la particolare rilevanza e innovazione rispetto al contenuto culturale del progetto, che si reputa rappresenti un’opportunità per l’avanzamento della cittadinanza torinese e dei fruitori del Collegio dei Nobili», ha dichiarato l’architetto Marco Albini, Presidente della Commissione, composta da Mario Alberto Chiorino, Professore Emerito di Scienza delle costruzioni presso il Politecnico di Torino, Massimo Osanna, Direttore generale Musei presso il Ministero della Cultura, Renata Picone, Professore Ordinario di Restauro architettonico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, Francesco Profumo, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo.
«Per il tramite della realizzazione di questo progetto, la città si arricchirà di un contributo rilevante anche dal punto di vista urbanistico», ha continuato Albini, ponendo l’accento sulla «Puntuale ricerca storica fatta sul disegno di Torino e sui documenti della fabbrica, che consente di sviluppare la proposta progettuale in rapporto con il pregresso. Il progetto è stato reputato inoltre particolarmente attento ai temi dell’inclusività e dell’accessibilità. Inoltre, si evidenza la raffinatezza dal punto di vista tecnologico», ha concluso Albini.
Pubblicato lo scorso 27 luglio 2022 dalla Fondazione Compagnia di San Paolo sulla piattaforma Concorrimi dell’Ordine degli Architetti di Milano, il concorso internazionale di progettazione si è sviluppato in due fasi e potrà contare, per la realizzazione dell’opera e per i lavori, che saranno consegnati entro ottobre 2024, su un finanziamento di circa 12,5 milioni.
Tra gli obiettivi del Concorso vi è stato quello di valorizzare – in occasione del bicentenario della nascita del Museo Egizio di Torino – il Tempio di Ellesija, offrendone una fruizione pubblica e gratuita. Il Tempio fu donato dal governo egiziano all’Italia nel 1970 come riconoscimento per la partecipazione del nostro Paese alla vasta operazione di salvataggio dei templi della Nubia a seguito della costruzione della diga di Assuan.
Alla proclamazione faranno seguito le verifiche sulla documentazione amministrativa e le incompatibilità, al fine di confermare l’effettiva aggiudicazione.
Il Museo Egizio, fondato nel 1824, è ospitato nel Collegio dei Nobili, un complesso costituito da gallerie espositive, dall’Accademia delle Scienze e da un cortile aperto. Negli ultimi due secoli, sono state apportate numerose modifiche all’architettura del museo, chiudendo le aree pubbliche al resto della città.
«Il Museo Egizio, con un cortile aperto, è storicamente uno dei principali spazi civici di Torino», ha commentato Gianotten. «Il nostro team ritiene che sia fondamentale ripristinare la natura pubblica del museo e integrarlo nuovamente con la rete di spazi pubblici di Torino. Riorganizzando gli spazi pubblici dell’attuale museo, abbiamo creato la Piazza Egizia, che è un luogo per ogni tipo di attività condivisa tra il Museo Egizio e la città».
E così, la “Piazza Egizia”, cuore del Museo diretto da Christian Greco e presieduto da Evelina Christillin – che già è uno dei siti culturali più visitati in Italia, con più di 853mila visitatori annuali, dati precovid, 2019 – diventerà parte attiva e propositiva della città, aprendosi alle identità dello spazio pubblico e adattandosi a diverse funzioni, in connessione con l’Accademia delle Scienze. La superficie di intervento riguarda circa 925 metri quadrati e il progetto dovrà comprendere la riorganizzazione dei servizi museali, tra cui bookshop, info point, caffetteria, spazio conferenze, biglietteria, desk per visite guidate e audioguide, guardaroba.
OMA è guidato da otto partner – Rem Koolhaas, Reinier de Graaf, Ellen van Loon, Shohei Shigematsu, Iyad Alsaka, Chris van Duijn, Jason Long oltre a David Gianotten – e ha uffici a Rotterdam, New York, Hong Kong , Doha e Australia.
Tra i recenti progetti più significativi, Taipei Performing Arts Center (2022), Audrey Irmas Pavilion a Los Angeles (2022), Norra Tornen a Stoccolma (2020), Axel Springer Campus a Berlino (2020), MEETT Toulouse Exhibition and Convention Center (2020), Galleria a Gwanggyo (2020), WA Museum Boola Bardip (2020), nhow RAI Hotel ad Amsterdam (2020), un nuovo edificio per il Brighton College (2020) e Potato Head Studios a Bali (2020).
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