Categorie: Architettura

Una lettera aperta per il futuro sostenibile delle città e l’occasione da non perdere

di - 15 Giugno 2021

7,3 milioni di cittadini italiani vivono in aree a rischio frane e alluvioni, 36mila ettari di terreno investiti da incendi nel 2019. E poi 40% di quantità d’acqua dispersa dalle reti idriche, 52.300 morti premature associate a inquinamento da PMI. 135 metri quadrati di cemento per bambino, 2 metri quadrati di superficie naturale consumata al secondo. Sono i numeri che, nel nostro Paese, delineano una situazione di emergenza sistemica, quotidiana, in certi casi silenziosa ma pronta a esplodere da un momento all’altro, diventando cronaca tanto tragica quanto annunciata o, peggio, prevedibile. A mettere in evidenza e in correlazione questi dati e altri, come quelli delle domande di edilizia pubblica inevase presso Comuni e Iacp (650mila) e delle famiglie povere che vivono in abitazioni sovraffollate (24%), il MDFF – Milano Design Film Festival che, insieme a The Good Life Italia, ha condiviso una lettera aperta per richiamare «Una mobilitazione pubblica sullo sviluppo urbano e la prevenzione e cura del territorio, che rimetta al centro con lungimiranza i valori di responsabilità e generosità».

I capifila dell’appello sono gli architetti Andrea Boschetti e Alfonso Femia che, con l’appoggio di professionisti e accademici e il supporto di un gruppo di lavoro formato da Silvia Robertazzi e Porzia Bergamasco di MDFF, Stefano Cardini, vicedirettore del magazine The Good Life Italia, Roberta De Ciechi dell’Atelier(s) Femia e Serena Capasso di 54 Words, hanno individuato otto azioni imprescindibili per uno sviluppo sostenibile delle città e dei territori.

Milano, Scalo Porta Romana, Saverio Lombardi Vallauri

L’occasione del PNRR e la legge sull’architettura

Rivolta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio Mario Draghi, a tutti i Ministri competenti e alle forze sociali, politiche e culturali, la lettera è stata firmata da diverse personalità del mondo dell’architettura, come Mario Cucinella, Benedetta Tagliabue, Michele De Lucchi, Patricia Urquiola, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra, dal Rettore dell’Università IUAV di Venezia, Alberto Ferlenga, da Presidenti degli Ordini provinciali degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori italiani. Ma all’iniziativa, che evidentemente coinvolge un ampio raggio di argomenti, visto che riguarda gli spazi nei quali viviamo, hanno dato il proprio appoggio anche personalità impegnate in altri campi, come gli storici Franco Cardini e Marcello Flores, la filosofa Roberta De Monticelli, la politologa Nadia Urbinati, l’ambientalista Ermete Realacci, gli economisti Salvatore Bragantini, Antonio Calafati e Stefano Zamagni. E poi gli urbanisti Livio Sacchi e Saverio Santangelo, i critici dell’architettura Luca Molinari e Manuel Orazi.

Peraltro, la lettera aperta condivisa dal MDFF arriva in un momento in cui il tema della pianificazione architettonica, urbanistica e paesaggistica è particolarmente sentito, anche per le opportunità – da cogliere con l’adeguata responsabilità – del NextGenerationEU e del PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. «L’Italia è la patria dell’architettura – ma, nonostante un dibattito che si protrae da decenni, non ha ancora una Legge sulla qualità architettonica», ha dichiarato il Ministro Franceschini, a margine di una riunione con Francesco Miceli, neo-Presidente del CNAPPC – Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

«Il confronto avviato oggi getta le premesse per colmare questa lacuna e per promuovere il ruolo dell’architettura nel raggiungimento di uno sviluppo autenticamente sostenibile e nel miglioramento della qualità della vita dei cittadini, così come dell’armonia delle comunità», ha continuato il Ministro. Dopo aver stilato le “Linee guida sulla qualità dell’architettura”, la Commissione interministeriale guidata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici è già al lavoro per la definizione della Legge sull’architettura. Insomma, gli obiettivi sono condivisi, adesso bisogna solo capire fino a che punto può spingersi la volontà di raggiungerli.

Meleto nel pisano, Giorgio Barrera

Le otto azioni per rigenerare il territorio

Ascoltare
Promuovendo la partecipazione dei cittadini e la tenuta ambientale, socioeconomica e simbolica delle comunità nel tempo.

Condividere
Creando, custodendo e valorizzando spazi, servizi, beni comuni,  a partire da suolo, aria, acqua, paesaggio naturale e storico-artistico, anzitutto investendo su trasporto pubblico, pedonabilità e ciclabilità.

Ricucire
Città e territori, recuperando edifici, spazi, ponti, orti, mercati, corridoi urbani ed extraurbani abbandonati. Ristrutturare, anziché demolire, ripristinare, anziché gettare.

Ridurre
Il consumo di suolo, rinaturalizzadolo o comunque evitandone l’impermeabilizzazione.

Forestare
Favorendo la piantumazione strategica, salvaguardando la ruscellazione naturale, costruendo corridoi ecologici, incrementando biodiversità e risparmio energetico e riducendo le emissioni di gas serra.

Includere
Prevenendo ed evitando l’espulsione dei ceti meno abbienti dalle città, anche recuperando capacità e autonomia d’intervento pubblico nel garantire un servizio all’abitare che superi una visione strettamente proprietaria del diritto alla casa.

Favorire
Assetti urbani e territoriali policentrici, reticolari, interdipendenti, oltre le opposizioni tra centro e periferie, città storica e città nuova, tessuto urbano e ambiente naturale, zone residenziali e industriali, distretti produttivi e ludici.

Superare
Una governance di città e territorio ancora parcellizzata e di breve termine, grazie a una legge quadro che assicuri una visione lungimirante, un indirizzo di sistema e, insieme, tutta la flessibilità necessaria per gestire l’eterogeneità.

La chiamata

Tra proposte, pensieri, progetti e iniziative dedicati al design e all’architettura, il festival si svolgerà in forma phygital, in parte sulla piattaforma digitale, inaugurata nel 2020 per le proiezioni in streaming, e in parte in diverse sedi dislocate nella città. Il programma sarà comunicato nei prossimi mesi.

Attraverso il sito del MDFF, sarà possibile aggiungere la propria firma alla lettera aperta già sottoscritta, al momento, da 521 persone. A latere di questa iniziativa, in vista dell’appuntamento di ottobre, MDFF invita a mandare una video-lettera di 30 secondi, idealmente indirizzata al sindaco del proprio centro di residenza, che racconti fragilità e problemi locali, o che formuli proposte e idee per affrontarli e superarli. Una selezione delle video-lettere ricevute entro il 29 luglio sarà presentata nel programma della nona edizione del MDFF 2021 – che si terrà dal 21 al 24 ottobre 2021 – offrendo lo spunto per un grande dibattito.

Dettagli e regolamento sono pubblicati sul sito. Per tutte le informazioni sulla campagna La città cambia, cambiamo le città, si può scrivere a cambiamolecitta@milanodesignfilmfestival.com.

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