In molti ci chiedevamo come mai i concorsi per le grandi stazioni italiane, nonostante l’importanza del tema e le dimensioni dell’evento, fossero passati alquanto nel silenzio. Ora la RFI (Rete Ferroviaria Italiana), con una piccola mostra, e soprattutto con un’inaugurazione in pompa magna, propone al grande pubblico una presentazione dei progetti per i quattro principali interventi.
Certo per l’argomento grande-architettura nelle stazioni ferroviarie, visti i precedenti (basti citare S. Maria Novella di Michelucci) ed i contemporanei (qui le citazioni dovrebbero però riferirsi all’estero), e vista la complessità di queste nuove porte, che da un lato assolvono un ruolo in scala territoriale, e dall’altro aspirano a superare ogni effetto di cesura nel tessuto urbano, la mostra avrebbe potuto tramutarsi in evento di ampio valore culturale.
Ma di fatto ci troviamo con una mostra di tutt’altro allestimento. Principalmente si vuole qui presentare l’esito di due concorsi, quelli di Roma e Torino, ed accennare ai casi Bologna (progettazione in corso) e Firenze (nuovo concorso). Particolare attenzione viene data ai progetti di Roma Tiburtina, presentando plastici e pannelli esplicativi (anche se non molto) del vincitore Paolo Desideri e dei finalisti Aldo Aymonino, Franco Purini, Otto Steidle. Pregevole in effetti la proposta vincitrice che, con il suo tetto dosatore di luminosità ed i suoi volumi colorati, ricorda una grossa scheda elettrica innestata sui flussi dei binari.
Un progetto di architettura contemporanea per Roma in un’area nevralgica. Con questa mostra si cerca il consenso, adesso però ci aspettiamo di vederlo finalmente realizzato.
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