Il Salone Internazionale del Mobile di Milano che si è tenuto dal 4 al 9 Aprile 2001, contava 2.524 espositori di cui 635 stranieri, su una superficie di 191.753 metri quadrati espositivi netti registra un record di spazio visitabile, praticamente l’intera superficie del quartiere fieristico.
Quest’anno ricorreva il quarantesimo compleanno del Salone, che vide la sua prima edizione tra il 24 e il 30 settembre del 1961 ospitare alla Fiera Campionaria di Milano 328 espositori, su una superficie di 32.000 metri quadrati, 11.300 visitatori italiani e 800 stranieri ne furono i testimoni, l’anno scorso furono ben 165.000 le presenze, di cui 75.000 dall’estero provenienti da 144 paesi e ben 3000 giornalisti.
Altrettanti ne erano previsti quest’anno.
Un po’ di numeri servono per definire le dimensioni di un fenomeno che è in costante crescita da quarant’anni, sospinto da un settore economico, quello dell’arredamento che l’anno scorso ha aumentato il fatturato del 7,3% e le esportazioni del 14,1%.
Entrare al Salone Internazionale del Mobile è un po’ come visitare una nave da crociera che quando si è riusciti a vederla tutta il viaggio è già finito, in modo simile, un operatore che per curiosità si avvicina a questa fiera, ne rimane stordito e la possibilità di perdersi è reale.
Lo spazio espositivo era diviso tra tre Saloni: del Mobile e del Complemento d’Arredo, Euroluce e il Salone satellite.
Il primo Salone si snodava in tre macro-aree stilistico-formali: Design, Moderno e Classico ed è completato dalle proposte del Salone del Complemento d’Arredo, qui erano presenti i nomi più prestigiosi tra i produttori di mobili e complementi del panorama italiano e mondiale, da B&B, a Citterio,a Giorgetti, a Kartell,a Molteni, a Ycami, a Poliform eccetera eccetera; questa parte conta tra gli espositori ben 97 aziende spagnole, 19 francesi, 16 tedesche, 14 belghe, 11 danesi, 10 inglesi e anche 1 turca, per non parlare delle presenze extraeuropee tra cui una rappresentativa dalle Filippine.
Quest’anno era presente anche una sezione dedicata ai mobili etnici, con aziende importatrici da ogni parte del mondo.
La moltitudine di offerte di mobili classici e moderni era tale da poter accontentare chiunque, solo una critica ci sentiamo di muovere alle aziende produttrici, la presenza di una generale uniformità d’intenti nelle proprie collezioni, erano presenti molte cose belle, pregiate e curate nei minimi dettagli, tra cui sottolineamo l’attenzione nella scelta dei materiali, ma poca sembrava la ricerca di novità e innovazioni.
Euroluce, la biennale mostra dedicata all’illuminazione era giunta quest’anno alla ventunesima edizione, erano presenti 365 aziende italiane e 137 straniere, tra cui 56 spagnole, 15 da Taiwan, 11 tedesche e a seguire francesi, belghe, austriache e svizzere.
La ricerca di una luce progettata per soddisfare il senso estetico degli acquirenti ma anche la tutela della salute e dell’ambiente ha trovato al Salone di Milano una degna vetrina, in cui grandi produttori quali: Artemide, Flos, Luce plan eccetera eccetera, erano affiancati anche da piccoli studi di design tra cui vogliamo ricordare: Zaaf Design, Lucifero e altri.
Fibre ottiche, effetti luce, lampadari con lunghi tentacoli mobili, plafoniere morbide che si adattano al muro, la creatività dei designers nei confronti degli impianti illuminanti ha preso la direzione della ecletticità, la luce come mezzo per scolpire l’ambiente ma che è scultura a sua volta.
Il terzo Salone, è diverso dai precedenti, perché non mette in mostra mobili o oggetti o meglio lo fa ma non è il suo scopo ultimo, che è quello di far conoscere i giovani designers e le nuove tendenze, è il Salone Satellite (quarta edizione), in cui circa quattrocento giovani provenienti da 26 paesi del mondo espongono le proprie idee, per farsi conoscere e apprezzare.
Garantiscono la qualità di questi giovani progettisti i loro selezionatori: Giulio Castelli, Pierluigi Cerri, Maddalena De Padova, Beppe Finessi, Italo Lupi, Rodrigo Rodriquez, Philippe Starci, che hanno visionato oltre cinquecento richieste.
Sono presenti anche alcune scuole di Design italiane e straniere, venti in totale, tra cui anche indiane e coreane.
Nei prossimi giorni intervisteremo una parte selezionata dei designers presenti al Salone Satellite, per fare vedere anche a voi dove erano nascoste le novità stilistiche e le idee innovative al Salone Internazionale di quest’anno, come è d’altronde logico immaginare, quando sia hanno pochi o nessun limite imposto dalla produzione industriale e dalle leggi di marketing.
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Errata corrige: Tra i selezionatori dei designers presenti al Salone Satellite ho menzionato un certo "Philippe Starci" è un errore di battitura, non me ne voglia il buon "Philippe Starck".