“Che cosa sono le Opere della bellezza se non raggi del divino?”. Questa frase di Benedetto Croce può essere considerata a buon diritto il motto dell’Osservatorio Permanente per la Protezione dei Beni Culturali ed Ambientali in area di crisi, un’istituzione italiana che mai come in questi tempi sta riscoprendo il suo ruolo fondamentale. Nata nel 1999 a Napoli nell’ambito dell’I.S.F.O.R.M., Istituto per lo sviluppo, la formazione, e la ricerca nel Mediterraneo, l’Osservatorio, diretto dal prof. Fabio Maniscalco docente di Tutela e valorizzazione dei beni culturali in aree mediterranee presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, ha come scopo principale la protezione del patrimonio artistico e culturale di nazioni in crisi o in conflitto. La sensibilizzazione di stampa e opinione pubblica sulle questioni inerenti la tutela dei beni culturali si esplica mediante diversi tipi di intervento: monitoraggi continui, pubblicazioni scientifiche, promozione di dibattiti e convegni, collaborazione con organizzazioni, Università ed altri enti pubblici. In questo momento, l’Osservatorio sta per divulgare un grosso volume sui beni culturali in area di crisi. Un’azione che ha il suo fiore all’occhiello nella creazione di una grandissima Banca dati sulla situazione del patrimonio culturale delle nazioni monitorate. Un esempio? Sino ad oggi gli interventi dell’Osservatorio si sono registrati a Sarajevo (1995/1996), in Bosnia-Erzegovina (1996/1997), Albania (1997/1998), Repubblica Federale Jugoslava (1999), in Kosovo (2000). In Italia, l’Osservatorio ha invece indagato sulle opere trafugate a Napoli da chiese, musei e siti archeologici a partire dal 1945 ad oggi stilandone un inventario. Un impegno, dunque, a più livelli, che ha preso corpo soprattutto nei Paesi dell’Est europeo, martoriati negli ultimi dieci anni da conflitti che hanno messo a serio rischio la sopravvivenza, non solo delle popolazioni locali, ma anche delle numerose e straordinarie, a volte dimenticate, testimonianze artistiche autoctone. In particolare, sul territorio di Sarajevo, che fino al 1991 era considerata la “Gerusalemme dei Balcani” per la forte presenza di chiese ortodosse e cattoliche, di sinagoghe e moschee, sono stati effettuati numerosi monitoraggi che hanno documentato lo stato delle opere d’arte della città durante e dopo il periodo bellico. La Banca dati dell’Osservatorio è dunque ad oggi in possesso di un’enorme quantità sia di materiale video-fotografico, che di schedature di beni mobili e immobili italiani ed europei. L’azione, naturalmente, continua. Dove? Lo chiediamo al prof. Fabio Maniscalco, autore non solo di importantissime pubblicazioni in materia di protezione di beni culturali, ma anche di alcuni video-reportage. “Molto tempo prima che scoppiasse il conflitto, volevamo andare a monitorare i beni culturali in Afghanistan. Infatti, eravamo al corrente sia della distruzione di alcune opere, sia della trafugazione a scopo di lucro, da parte dei Talebani. Adesso chissà fra quanto tempo potremo andarci. Ma – precisa il professor Maniscalco – la nostra attività ha carattere prettamente scientifico e non politico: quello che facciamo, non è altro che far rispettare il Diritto umanitario internazionale, diritto che si estende, dopo le persone fisiche, ai beni culturali, alle opere d’arte”.
Cinzia Tedeschi
Osservatorio Permanente per la Protezione dei Beni Culturali e Ambientali in area di crisi
c/o Presidenza della Scuola di Studi Islamici dell’Istituto Universitario Orientale, via Melisurgo 44 – Napoli, tel. 081/5517840, fax 081/5511369, e-mail osservatoriobc@tin.it
[exibart]
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"La sensibilizzazione di stampa e opinione pubblica sulle questioni inerenti la tutela dei beni culturali si esplica mediante diversi tipi di intervento: monitoraggi continui, pubblicazioni scientifiche, promozione di dibattiti e convegni, collaborazione con organizzazioni, Università ed altri enti pubblici."
Potremmo chiarire la differenza tra tutela e valorizzazione? credo sia un argomento da approfondire.. grazie!
Comunico che in sintonia con il vostro programma, in questi giorni a Roccasecca (FR) ho inaugurato un corso di formazione per Rilevatori e Catalogatori di beni artistici e archeologici per 80 giovani di diplomati e laureati impegnati nella salvaguardia del grande patrimonio dei comuni del Basso Lazio e che per la maggior parte è misconosciuto.
Collaborano con me nella realizzazione studiosi e docenti impegnati in queso delicato settore.
Prof. Giovanni D'Orefice