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Bill Viola d’après Wagner
around
Tra la musica e l’arte visiva i rapporti non sono mai stati facili. Cosa succede quando un artista come Bill Viola affronta un’opera classica di cinque ore? Cosa avranno mai a che fare le sue immagini video con la musica di Wagner? Ecco cosa ne pensa l’artista…
Come mettere in immagine una storia d’amore fatta di musica e parole, così forte da trascendere l’esistenza terrena, così tragica da condurre fatalmente alla morte? Come creare immagini che non si limitino ad illustrare o rappresentare lo svolgersi delle vicende narrative? Bill Viola (New York, 1951) ha raccolto la sfida, accettando di curare la scenografia del Tristano e Isotta di Richard Wagner, attesissimo in questi giorni all’Opéra Bastille di Parigi (per accaparrarsi gli ultimi biglietti bisogna svegliarsi alle cinque del mattino). Una sfida importante quanto le persone coinvolte nel progetto: in particolare il direttore d’orchestra Esa-Pekka Salonen e il regista Peter Sellars. Lo spettacolo ha incontrato un pubblico numeroso e attento al Palais Garnier, il vecchio Teatro dell’opera con la cupola affrescata da Marc Chagall.
L’artista americano di origine italiana ha insistito su due aspetti propri alla rappresentazione del Tristano quanto intrinseci al suo proprio lavoro. Innanzitutto, l’idea del tempo reale e della presenza, ovvero la mancanza di rotture e d’intervalli, nell’azione quanto nella musica. Un esempio: le prime cinque scene del primo atto, che si susseguono senza alcuno strappo. Viola si serve della metafora del respiro, che ha inizio nel feto materno e che solo la morte interrompe. Ora, ricorda l’artista, il video è il primo strumento in grado di restituire questo tempo e di trasformarlo in immagine. Quest’ultima è infatti sottomessa ad una trasformazione incessante, ad una continuità senza intervalli che è agli antipodi del montaggio cinematografico. Del resto è proprio nella registrazione del tempo che si iscrive lo scarto tra il film e il video.
Secondo aspetto, il rapporto della musica all’azione, che nella storia dell’amore impossibile e fatale viene ridotta al minimo, come accade ad esempio nel terzo atto, dominato dall’introspezione di Tristano. La musica non accompagna semplicemente la dinamica dell’azione ma amplifica la consapevolezza umana e i diversi stati d’animo, ne diventa una sorta di controcanto. Una voce dell’inconscio che esprime gli aneliti dei due amanti. Il compito del video -attraverso l’energia fluida che emana l’immagine– è quello di amplificare i sentimenti insondabili dell’amore, ovvero di mostrare l’invisibile, in modo che il suono e l’immagine lavorino in parallelo. Del resto, nella produzione artistica di Viola, l’aspetto tecnologico è teso non alla ricercatezza degli strumenti di registrazione visiva, quanto all’auscultazione dell’esperienza e del sentire umano.
Difficile dunque immaginare un incontro più felice come quello tra Wagner e Viola. Il direttore d’orchestra Salonen distingue –nella sua analisi musicale– il processo meccanico della variazione dalla natura organica della metamorfosi. Il Tristano è un esempio perfetto di questa seconda modalità: l’uso notturno del cromatismo contro quello diurno del diatonismo; i motivi musicali che evolvono secondo una logica biologica; gli accordi che non si risolvono ma creano continue tensioni armoniche e sospensioni tonali; le anticipazioni sulla musica atonale. Senza dimenticare quanto alla metamorfosi è propria un’attitudine ossessiva che la avvicina al funzionamento dell’inconscio. Viola, crea un mondo di immagini in movimento – “tra l’urgenza temporale della musica e la certezza materiale della pittura” – che si sovrappone a questo spazio sonoro. Finché il suono si fa visione.
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Parigi, Opéra Bastille – 120 Rue de Lyon
Prima : 12 aprile 2005
Rappresentazioni : 16, 20, 24 , 28 aprile, 4, 7 maggio 2005
Durata dello spettacolo : 5 ore, con due entrate
Biglietti: dai 5 ai 150 euro
info: tel dalla Francia 0 892 89 90 90 (0,337€ la minute)
dall’estero + 33 (1) 72 29 35 35
www.opera-de-paris.fr
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