Nell’autunno del 1973 venne aperta nel parcheggio di Villa Borghese la mostra “Contemporanea” organizzata da Achille Bonito Liva, la prima grande esposizione internazionale di carattere interdisciplinare e multimediale, dove decadde l’idea di genere, parte fondamentale ebbero le performance realizzate da Urs Lüthi, che lavorava sul proprio corpo in maniera molto simile a quella del cantante britannico. Nello stesso periodo si registrarono anche le sperimentazioni elettroniche di Nam June Paik che appare in un video mentre suona con Joseph Beyus, testimonianza tangibile di una contaminazione tra generi molto diversi. Alla fine del decennio, arrivò il punk dei Sex Pistols: un mix di “sporcizia e follia”, la pittura si adeguò per diventare “Bad Painting” con la mostra del 1978 presso il New Museum di New York. La terza tappa del viaggio si apre con gli anni Ottanta, l’aria era orami cambiata sia nell’arte che nella musica: moda, architettura e design erano ormai diventati fenomeni di massa. In questi anni, prendono vita anche i veri apostoli della musica, che cominciarono a diffondere la loro musica grazie ai videoclip. I nuovi eroi del tempo divennero così Bob Marley, Patty Smith, Madonna e Michael Jackson; furono anche gli anni del tendone circense di Renato Zero, mentre Mtv iniziò simbolicamente le sue trasmissioni il 1 agosto 1981 con il videoclip “Video Killed The Radio Star” dei Buggles. Alla XXXIX Biennale di Venezia, Achille Bonito Oliva e Harald Szeemann presentarono “Aperto 80”, dove fecero il loro debutto internazionale i transavanguardisti come Sandro Chia e Nicola De Maria. Mentre oltreoceano artisti come Jean-Michel Basquiat e Keith Haring divennero famosi come vere rockstar. Si diffuse un nuovo ottimismo e si affermò il Made in Italy che riuscì a coinvolgere diversi campi: dall’apertura dello storico negozio di Fiorucci e poi di Armani fino all’ “oggetto banale” di Alessandro Mendini. Alla fine del decennio con l’arrivo del computer il mondo si aprì a culture lontane, Paul Simon incise uno degli album più importanti del decennio, “Graceland”, interamente suonato con musicisti africani, mentre Chéri Samba partecipò, nel 1989, con le sue opere a “Las Magiciens de la Terre”. La quarta tappa del viaggio vede la cronaca come protagonista: il crollo del muro di Berlino, la caduta del comunismo cambiarono il corso storia, era la fine della guerra fredda: i Pink Floyd riproposero “The Wall” a Berlino in Potsdamer Platz; la caduta era presente anche nelle opere dell’artista russo Leonid Sokov.
La quinta tappa si apre con Vasco Rossi che, nel 1990, con il suo grande concerto allo Stadio di San Siro raduna una marea di persone pari a quella delle rockstar straniere, interpretando un nuovo modo di concepire l’intimità chiudendo “tutto il mondo fuori”, uno stato d’animo che in arte prende le forme delle opere dette “minimaliste” di artisti come Stefano Arienti e Marco Cingolani, invitati con altri alla mostra “Una scena emergente” realizzata al Centro Pecci nel 1991. Gli anni Novanta furono anche il periodo dei concerti unplugged: mitico quello dei Nirvana nel 1993, ed il periodo della musica colta di Björk e del suo videoclip, “All is Full of Love”, realizzato dall’artista Chris Cunningham, del Britpop che si legò a doppio filo alla nuova scena artistica inglese degli Young British Artist, Damien Hirst come capofila, portati al successo dalla mostra “Sensation” nel 1996.
L’ultima tappa del viaggio, è in realtà un punto interrogativo: nel Duemila, ha ancora senso parlare di rockstar? La domanda se la posero anche i Gorillaz di Damon Albaran, già leader dei Blur, la band era costituita da quattro personaggi disegnati ed animati da Jamie Hewlett, ma alla domanda sembra aver risposto Micheal Jackson, che, dopo la sua morte, ci ha lasciato un’opera incompiuta che l’ha reso “divino”: “This is It”, il concerto annunciato e mai realizzato; proprio a Jackson, insostituibile icona del rock mondiale, nel 2009 David LaChapelle ha dedicato una mostra fotografica, “American Jesus”, dove il re del pop era rappresentato come un martire moderno. Visitate la mostra di Prato, perché farete un viaggio sul treno dei ricordi in compagnia di miti artistici e musicali ma uscirete canticchiando e ballando, rendendoli così ancora vivi.
a cura di isabella martinelli
Musica: The Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd, David Bowie, Sex Pistols, Bob Marley, Renato Zero, U2, Vasco Rossi, Elvis Costello,The Buggles, Roger Waters, Nirvana, Blur, Oasis, Gorillaz, Bjork, Radiohead, Michael Jackson.
dal 21 maggio al 7 agosto 2011
Live! L’arte contemporanea incontra il rock
A cura di Luca Beatrice e Marco Bazzini
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica 277, Prato
Orari: 16-23, chiusa il martedì
Ingresso gratuito
Info: info@centropecci.it , www.centropecci.it, Tel: 0574 5317
[exibart]
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