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In un’intervista rilasciata nel 1970 Derrida fa riferimento all’importanza che la dimensione della visione e dello spazio rivestivano nel suo lavoro: « Posso dire che i concetti con cui ho lavorato sono, per un certo verso, almeno ispirati alle arti visuali (e intendo dire sia la pittura che le arti sceniche, il teatro, ecc.): ho cercato, in sostanza, di rendere conto di una funzione di spazializzazione della scrittura. Potevo fare ciò solo considerando la scrittura come […] qualcosa che avesse un campo, uno spazio suoi propri e una visibilità specifica ».
Una simile allusione spaziale del linguaggio si può trovare nelle opere della recente serie La Locura del ver dell’artista José María Sicilia. Le tele, esposte nella galleria Chantal Crousel di Parigi, fino al 3 marzo 2018, sono attraversate da un labirinto di percorsi che innervano la superficie come una Stele di Rosetta da decifrare. Nel geroglifico di linee, ricami, ombre e guazzabugli che costituisce l’universo visivo di segni delle tele, sembra di leggere la stessa vocazione, la stessa ricerca di una dimensione spaziale che Derrida intendeva affidare, con quelle parole, alla scrittura. La scrittura visiva dell’artista spagnolo non intende infatti rappresentare, ma piuttosto presentare, descrivere e inventare un luogo altro, un universo poetico e autonomo, che emerge tra le stratificazioni, le gerarchie e le relazioni degli elementi compositivi. Impalcatura visiva, tattile e sinestetica di un mondo lirico, ideale ma allo stesso tempo fisico, il linguaggio erige uno spazio vario e mutevole; uno spazio che abita la tela a più livelli, a seconda dellla prospettiva che si adotta nell’affrontarla, del momento in cui si sceglie di farlo, o ancora del dettaglio a cui si decide di prestare la propria attenzione.
L’esposizione, ottava mostra personale dell’artista presso la galleria parigina, presenta una selezione di opere maggiori e rappresentative della produzione degli ultimi anni. La serie principale La Follia del vedere (2015-2016), con tele di gran formato, le sculture Miki Endo (2013) e Accident (tasso di radioattività di 100 giorni dopo l’esplosione del reattore 1; 2013), e la serie di disegni e acquarelli Phasma (2017), risultato anch’essi del periodo che l’artista ha passato in Giappone.
Partendo dalla domanda “che cos’è il reale?” José María Sicilia ha cominciato a lavorare, da qualche anno, nella formazione di programmi che aiutino a tradurre fenomeni immateriali in immagini a due o tre dimensioni.
José María Sicilia, Phasma, Exhibition view, Photo credits: Florian Kleinefenn, Courtesy of the artist and Galerie Chantal Crousel, Paris
Seguendo una poetica artistica che è sempre stata contraddistinta dalla ricerca dell’effimero e dell’intensità poetica della vita, tra le virgole del visibile e del sensibile, in La Locura del ver l’artista cerca di imbrigliare in forme organiche e scritturali tangibili fenomeni sonori come il canto degli uccelli o la natura fisica della luce.
La visione sembrerebbe ammantarsi allora di significati allegorici, o anagogici, come forse direbbe Eco, ovvero che trovano significato in un orizzonte in apparenza mistico, ma che sono in realtà il tentativo di trasporre, secondo principi scientifici, ciò che di norma non è visibile a occhio nudo, o che è percepibile con altri sensi su una superficie.
La doppia natura del fenomeno luminoso è allora tradotta, secondo le teorie del fisico britannico Thomas Young, in lessico grafico ondulatorio, in materiale tattile che lo sguardo è capace di cogliere nella sua ritmicità, e come nell’istante della sua presenza. Il canto degli uccelli segue invece il principio del sonogram, una rappresentazione visiva dello spettro delle frequenze del suono.
I papier japon che utilizza l’artista sono in parte lavorati da un braccio comandato, secondo una modalità che ricorda vagamente il lavoro di copiatura amanuense, dove il lavoro artigianale è sostituito dalla meccanica e dalla programmazione moderna. Questi fogli leggeri e resistenti si sovrappongono ad una tela grezza che non è lasciata intonsa, ma studiata in modo da aggiungere particolari suggestioni, un piano di lettura ulteriore, che gli permette di giocare con l’illusione e la scansione di profondità, e di creare effetti di una luminosità fatua e quasi arborescente.
Le geometrie spaziali, le fisarmoniche di ricami e l’accenno alla tridimensionalità ricordano vagamente gli universi suprematisti, forme autonome di mondi concreti; le forme vitali, l’energia vibrante del segno e del ricamo richiamano invece la morfologia del mondo della vita di Kandinsky, anch’egli traduttore di ritmi e sensazioni.
Non è una sola dunque la lettura, o il tipo di sguardo che si può adottare nello scoprire il dialogo tra le forme e i colori, che assumono, come i fenomeni naturali, un significato diverso a seconda della maniera, del momento e della prospettiva in cui li si guarda.
Tra scienza e arte, scrittura e lirica le tele di La Locura de ver sono dunque opere aperte, testi versatili che traducono, secondo una poetica profondamente personale, la vita e le sue sfaccettature nella dimensione dell’arte.
La serie intitolata Phasma nasce invece dai recenti incontri organizzati in ateliers con famiglie, medici, religiosi e psicoterapeuti giapponesi per parlare delle conseguenze individuali dello tsunami del 2011. Una serie di lavori che riflettono sull’idea del suicidio e si immergono nella dimensione esistenziale dell’uomo e della tragedia, combinando brevi poesie, disegni e acquarelli.
“Disaster” significa “essere separato dalle stelle (stars)”. “Accident” deriva dal latino e sta per “cosa succede”. C’è un dopo la vita, un presente in cui il passato aspetta, tra le parti mutilate e immagazzinate delle nostre vite. Questo fantasma parla a noi del suo (nostro) passato e del suo (nostro) futuro, qui e in Minamisoma, Ofunato, Noda.
José Marìa Sicilia
Edoardo de Cobelli
mostra visitata il 2 febbraio 2018
Dal 27 gennaio al 3 marzo 2018
José María Sicilia – Phasma
Galeria Chantal Crousel
10 Rue Charlot – 75003 Paris
Orari: da martedì a sabato, ore 11.00 / 19.00
Info tel. +33 142773887; galerie@crousel.com; www.crousel.com/home