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2133 candidature, e solo 48 artisti ce l’hanno fatta. Di cosa stiamo parlando? Ma del “London Open 2015” naturalmente! La celebre mostra collettiva tenuta ogni tre anni dalla Whitechapel Gallery, e che da la possibilità a tutti gli artisti over 26 residenti a Londra di vedere esposto il loro lavoro nella galleria londinese.
Piuttosto che cercare un unico tema che caratterizzasse questa edizione, lo staff curatoriale ha preferito che gli artisti scelti riflettessero la diversità delle strategie artistiche che rendono Londra un ambiente così vivace e creativo artisticamente (e anche, direi, una macchina da guerra del contemporaneo). Anche se, durante la selezione degli artisti, sembra siano stati comunque preferiti alcuni aspetti tematici, come la produzione e il lavoro, o la superficie.
Bisogna constatare però, a malincuore, che molte ricerche appaiono stantie, e non certo fresche come si ci aspetterebbe.
Tanto per fare un esempio, non stupisce l’ingombrante muro di mattoni, All in a Day, Brian di Demelza Watts, costruito dal padre Brian, un vero muratore, quasi a voler visualizzare in scultura le 8 ore di lavoro necessitate per realizzarlo. Come non emoziona la scultura di Ben Woodeson, It’s all good fun, composta da due lastre di vetro sospese a una corda, in apparente precario equilibrio: suvvia, è già dai tempi di Richard Serra che non abbiamo più paura di cose enormi e pesanti che sembra stiano per cadere da un momento all’altro…
Per non parlare degli astrattisti zombie – tanto per appoggiarsi alla felice espressione coniata da Walter Robinson e ripresa poi da Jerry Saltz – che spuntano numerosi qui e là, rianimando un linguaggio che avevamo dato per morto e sepolto da tempo.
Onore al merito per il terzetto di selezionati italiani Laura Santamaria, Gaia Fugazza e Salvatore Arancio: spicca forse il lavoro di quest’ultimo, che presenta un video psichedelico di ispirazione darwiniana e alcune sculture biomorfe e pseudo-falliche di ceramica – realizzate durante una fellowship al Camden Arts Center.
Eppure, qualche presenza che colpisce di più c’è.
Come Eva Stenram, la cui ricerca fotografica, non immune da germi surrealisti, restituisce negli scatti della serie Drapes folli scaramucce spaziali tra arti umani e arredi d’interno, rivelando pessimi rapporti con lo spazio.
Oppure come la pittrice Caroline Walker, e la sua piscina notturna così misteriosa e inquietante, apparentemente a metà strada tra Peter Doig e Wilhelm Sasnal.
Intriga anche Ben Cove, che installa i suoi piccoli dipinti geometrico-astratti su delle enormi fotografie di esposizioni d’epoca di sculture africane, cercando così la profondità di una riflessione meta-pittorica.
Giudizio complessivo positivo o negativo dunque? Direi senza dubbi positivo. Ad avercene, di esposizioni pubbliche di arte contemporanea di questa portata, termometro comunque interessante della scena artistica locale!
Che poi, tre o quattro cose buone si trovano sempre.
Mario Finazzi
Mostra visitata il 16 luglio
Dal 15 luglio al 6 settembre 2015
The London Open 2015
Whitechapel Gallery,
77-82 Whitechapel High St, E1 7QX Londra
Info: www.whitechapelgallery.org
Come sempre eventi freschi e aperti, cosa praticamente impossibile in Italia, chissà come mai?