Un’arte semplice e diretta. Un’attenzione prestata alla definizione di un percorso narrativo del tutto personale, al di fuori di ogni processo rappresentativo. Doug Aitken dopo aver animato la primavera torinese alla Fondazione Sandretto, sbarca in Svizzera con una mostra nuova concepita per la Kunsthalle.
Lontani dalla trance ipnotica di Electric heart, i lavori presentati a Zurigo sono più maturi e liberi dai tic nervosi dei moderni spettri urbani. Aitken sembra aver raggiunto la sicurezza e l’essenzialità; è forte la presenza di una struttura multi-dimensionale fatta di universi minimi. Il trentacinquenne californiano stravolge le leggi della realtà, perfora il mondo con lo sguardo della sua videocamera. Il risultato è una visione istantanea di esistenze multiple, scandite da un ritmo di cacofonie e di rumori. E’ il suo stile, notato e premiato nel 1999 a Venezia e apprezzato da musicisti come Fat Boy Slim.
L’allestimento è stato personalizzato per la mostra, i video si susseguono in un percorso rettilineo lungo il quale avvicendano lavori vecchi e nuovi.
Il punto di partenza è Eraser. Un viaggio attraverso Montserrat, un’isola nell’Oceano distrutta da un’eruzione vulcanica. L’approdo è in una foresta, la ripresa si muove in direzione sud, verso il vulcano. Sottile il valore plurimo di questa installazione: il punto di partenza dell’allestimento e della singola opera coincidono e il viaggio lungo la direzione lineare riproduce sia la struttura sia il tema dell’esposizione stessa, diviso in tappe appartenenti ad una logica globale.
Segue Interiors, proiezione su un pannello a forma di croce. Anche qui il senso dimensionale viene stravolto, il dentro e il fuori si confondono, le storie sono parallele e non si intrecciano, ma permane la coralità. Aitken mixa la vita di quattro persone. Le immagini sembrano seguire distrattamente uno svolgimento temporale fino ad arrivare ad una connessione. Ed ecco i quattro unirsi in un rap-tiptap-squash-filastrocca giapponese dall’effetto molto accattivante.
Dopo una serie di nuovi lavori fotografici chiude il viaggio These Restless Minds, audio-video-gioco sulla parlantina di alcuni battitori d’asta americani.
Le installazioni di Aitken offrono un panorama ampio di sensazioni, la sua iconografia essenziale e la gamma di colori ridotta tendono ad un minimalismo intimo; i suoni, i rumori e la musica sono raffinati e freschi come quelli di Diamanda Galas e di Aphex Twin. Nella Kunsthalle di Zurigo Aitken miscela tutto con la sapienza di un deejay definendo le nuove relazioni, le nuove forme e le nuove geometrie della sua visione amplificata e campionata con stile.
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