29 luglio 2010

fino al 12.IX.2010 Johnnie Shand Kydd London, Estorick Collection

 
Cinquanta scatti napoletani, per una buona prova d’autore. Con lento, inesorabile smantellamento di inattacabili luoghi comuni sulla città più controversa d’Europa...

di

C’è qualcosa di vagamente italianeggiante alla Estorick
Collection, ovviamente in aggiunta alla splendida collezione. Esaltata da Sir
Nicholas Serota, direttore della Tate, per qualche capriccioso gioco del
destino finisce per assomigliare alla casa del Canova a Possagno. Assopita e dolcemente
cullata dal torpore di quieti custodi, arrampicata su per ripide scale e
visitata di rado da chi la va a cercare, si offre a un pubblico vario ma per lo
più consapevole amante del Belpaese.

Cornice ideale dunque per una mostra che si dilata con
sottigliezza sorprendente nella quarta dimensione e, nonostante una falsa
partenza glamour, si impenna vertiginosamente nel suo procedere. Johnnie
Shand Kydd
(Londra, 1959),
fotografo dei ruggenti anni ‘90 britannici, arriva a Napoli nel 2000. Ci tornerà
per i successivi otto anni, intraprendendo un singolare Grand Tour di viscere e
nodi nervosi fatto di foto sempre più consce degli impulsi primordiali che
regolano la città. La mostra va seguita dunque in ordine cronologico e senza
tralasciare le didascalie, dell’autore stesso, vera e propria bussola della
serie.

Dal 2000 al 2004 Napoli è un mosaico di tessere di genere
raffinate alla luce di scene di cinema d’autore. Shand Kydd cede a scatti che definisce “pure
Fellini
” (Bride
putting on Stockings
)
o pasoliniani, se non addirittura puntellati di rimandi caravaggeschi (Three
boys, Mappatella beach
) e di storica dominazione spagnola (Girl on a swing). Immagini bellissime e
divertite, accomodate tra indolenza e carnalità.


Dal 2005 al 2008 la città si incupisce e si svela
parallelamente alla capacità critica del fotografo. Torna Napoli alla sua
origine pagana (Easter procession, Procida) e più non passa inosservata la volgarità di certi
comportamenti di natura crudamente sessuale (Stockings for sake, street
stall off Via Toledos
;
Defaced sculpture on fountain, Piazza Mercato). Ancestrale è la città dei femminielli, non fascinosi come quelli di Almodóvar e non sofferti come gli americani di Diane Arbus. I femminielli di Napoli sono sciamaniche
creature che mettono in scena riti di maternità e giocano al lotto ispirate
come le pizie (Patricia playing Lotto). Anche le parole del fotografo sono meno fiabesche,
capaci di riconoscere cliché e capire quando non si è benvenuti.


Shand Kydd lascia la posa nostalgica da Italia incorreggibile e
seducente per dar spazio a una visione più ruvida e sinceramente emotiva.
Siren City
è un
tributo significativo in un momento in cui la napoletanità oscilla tra Gomorra e il bel vivere; dimostra il
desiderio di capire un contesto caricato di troppi interessi. Per Shand Kydd,
infine, la mostra
celebra il raggiunto equilibrio tra fascinazione, analisi ed epifania e una
maturità assente nei celebri ritratti di venti anni fa.

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Kydd al Madre

silvia colaiacomo

mostra visitata
il 4 luglio 2010


dal primo luglio al 12 settembre 2010

Johnnie Shand Kydd – Siren
City

Estorick Collection of Modern Italian Art

39a Canonbury Square – N1 2AN London

Orario: da mercoledì a sabato ore 11-18; giovedì 11-20; domenica ore 12-17

Ingresso: intero £ 5; ridotto £ 3,50

Info: tel. +44 02077049522; fax +44 02077049531; info@estorickcollection.com;
www.estorickcollection.com

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