Dopo
archeologia e saggi teorici, un ulteriore aspetto che contribuì a sviluppare la
moda dell’arte classica fu il turismo. Sino ad allora il viaggio era stato
argomento di pellegrinaggi religiosi, commerci ed esplorazioni. I primi
viaggiatori per piacere furono gli aristocratici inglesi. Insieme a loro,
furono moltissimi gli artisti provenienti da ogni parte d’Europa che si spinsero
in Italia per visitare le sue grandi opere artistiche e architettoniche e
apprendere le basi del disegno antico.
Considerato
che la maggior parte delle opere classiche che si intendevano celebrare erano andate
distrutte, è nel Rinascimento italiano che si cercano le basi per raggiungere i
principi di bellezza indicati da Winckelmann. Di conseguenza, ancora nel XVIII
secolo Roma rimaneva l’indiscussa capitale del mondo dell’arte.
L’esposizione
apre con opere concepite per celebrare e imitare il mondo latino e greco. Tra
queste si segnalano i disegni preparatori, i dipinti e le sculture di Edme Bouchardon. È merito dello
scalpello di quest’artista francese il mezzobusto del barone Philipp Von
Stosch, opera che sembra il gemello della scultura messagli accanto, dedicata
all’imperatore Traiano e di 17 secoli più antica.
Non
copie, ma imitazioni, omaggi a un tempo antico continuano nelle sale
successive. I soggetti sono mitologici o dedicati a uomini di lumi, esempi di
eroismo e ragione. È presente una sola opera religiosa, quella del San Pietro di
Anton Raphael Mengs. Questo a
indicare come il sentimento cristiano dopo secoli di dominio se ne stia andando
dalla scultura e dalla pittura, superato da nuovi bisogni di rappresentazione e
nuovi mecenati.
Lo
slancio definitivo che alimentò il sogno per l’antico e portò alla nascita del
Neoclassicismo fu dato dagli scavi di Ercolano e Pompei, le cui città tornarono
alla luce rispettivamente nel 1738 e nel 1749. Dopo l’entusiasmo iniziale, gli
scavi offrirono spunti di malumore a causa della grossolanità di molte opere
scoperte.
Nelle
sale dedicate al Neo-barocco, al Neo-manierismo si comincia a rappresentare i
primi segni decisi di resistenza verso l’imitazione dell’arte classica. La
distanza con l’iconografia e gli stili del mondo antico si fa definitiva nella
sala intitolata Il Sublime, spazio
dove sono rappresentati il sentimento della caduta, dell’incubo, del terribile.
Insieme
a questi movimenti di rottura nei confronti dell’arte classica, si afferma a
partire dal 1765 il movimento neoclassico, con la definizione di riconoscibili
canoni di ricerca del gusto per l’antico.
Complessivamente,
la qualità delle opere esposte è altalenante. Su tutte s’impongono quelle di Jacques-Louis David e Antonio Canova, maestri eccellenti che, partendo dall’imitazione dei
classici, seppero offrire emozioni nuove per tutta la loro vita di artisti. Vedere
il dipinto Psiche abbandonata di David accanto alla
scultura intitolata Psiche in piedi di
Canova è un massaggio alle sinapsi.
Le
affinità elettive provocate dalle due
psiche sono una vertigine stupenda, sono un olio su tela con le lacrime agli
occhi che abbandonato si guarda intorno, smarrito ricordo di se stessa piena di
grazia che tocca con premura una farfalla di marmo che ispira candore, il
calore buono di un giorno d’estate.
alessandro
berni
mostra
visitata il 3 dicembre 2010
dal 2 dicembre 2010 al 14
febbraio 2011
L’Antiquité Rêvée: Innovations et Résistances au XVIIIe Siècle
a cura di Marc Fumaroli e
Henri Loyrette
Musée du Louvre
99, rue de Rivoli – 75058 Paris Cedex 01
Orario: da mercoledì a lunedì ore 9-18; mercoledì e venerdì ore 9-22
Ingresso: € 9,50; mercoledì e venerdì € 6 dopo le ore 18; gratuito la prima domenica del mese
Catalogo disponibile
Info: tel. +33 0140205050; fax +33 0140205452; www.louvre.fr
[exibart]
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