99 foto per i 99 nomi di Dio. Come sure del Corano, le grandi immagini in b/n di Abbas interpretano, più che descrivere, la straordinaria ricchezza e complessità del mondo islamico, sottolineandone la capillare diffusione mondiale.
Nelle sale del prestigioso Gran Hotel di Domenèc y Montanèr, capolavoro del Modernismo, la loro sequenza si sussegue alternando la violenza al misticismo, gli usi e i costumi della vita quotidiana alle guerre, alle rivoluzioni e ai fondamentalismi che hanno scosso una società che sembra aver dovuto eleggere l’integralismo ad unico
Viaggio privato di un autore -iraniano di nascita, ma parigino d’adozione in seguito ai 17 anni d’esilio volontario- più fotoreporter che esteta, la mostra è interamente focalizzata sull’elemento umano, in una ricerca in cui simboli e riti –la preghiera, il chador, il Ramadan, l’insegnamento del Corano- lasciano ampio spazio al ritratto individuale e al complesso ambiente, geografico e sociale di una religione che unisce Russia, Marocco, Cina, Europa ed America. Così, alle immagini più propriamente documentaristiche, che vedono come principale protagonista la folla -le guerre in Afghanistan, in Bosnia e in Kuwait, i funerali di Nasser, la rivoluzione komeinista- si fondono i ritratti, soprattutto infantili e femminili –alle donne afgane, non a caso, la mostra è dedicata- mentre le “foto d’ambiente” –paesaggi, deserti e città- tratteggiano l’itinerario mitico dei sogni privati e delle insaziabili curiosità di un autore appassionato e cosmopolita.
Abbas ha scelto di introdurre e potenziare l’impatto violento ed emotivo delle immagini attraverso osservazioni, appunti di viaggio e fonti d’ispirazione -letterarie, figurative e saggistiche- raccolte nei lunghi anni di un lavoro che vede proprio la religione fra i principali temi di ricerca e d’indagine.
L’ultima sala permette, attraverso pubblicazioni e cataloghi a disposizione del visitatore, ulteriori approfondimenti non solo sulla sua opera, ma anche sulla complessa e sfaccettata realtà della cultura e della società islamica.
elena franzoia
mostra visitata l’8 agosto 2003
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