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fino al 14.X.2007 | Nalini Malani | Dublino, Irish Museum of Modern Art

di - 18 Settembre 2007

La prima personale dedicata in Europa a Nalini Malani si apre con Transactions in the Construction of Pain (2005), video-installazione che alla 50. Biennale di Venezia chiudeva iCon – Indian Contemporary e che sarà in mostra all’Hangar Bicocca dalla metà di ottobre. Sin dalla fine degli anni Sessanta, mito e dramma si sono mescolati nell’opera dell’artista indiana per raccontare la tragica storia, ancora non molto conosciuta, della nascita dell’India moderna, insieme alla sua personale esperienza di rifugiata. Nata a Karachi (oggi in Pakistan) nel 1946 (un anno prima della Partizione) Nalini Malani dovette infatti con la famiglia trasferirsi prima a Calcutta (oggi Kolkata) e poi a Bombay (dal 1997 Mumbai) dove ancora oggi vive.
Prendendo parte alle esposizioni che nel corso degli anni Ottanta hanno cambiato la scena artistica indiana e rifiutando le dominanti tendenze moderniste in favore della pittura figurativa, Malani ha affrontato temi come il fondamentalismo religioso, il sistema delle caste, la situazione delle donne nella moderna società indiana. Miti e iconografie internazionali (le eroine protagoniste dei suoi lavori provengono non solo dalla tradizione indiana ma anche da quella europea) le hanno consentito di creare opere rilevanti per la situazione storica e sociale indiana. L’innocente Alice di Carroll, la dea Indi Sita, la Medea della tragedia di Euripide e la poetessa ribelle del XII secolo Mahadeviyakka, pur non apparendo nella situazione che ci aspetteremmo (in Alice in the Map of Lohar Chawl, 2006, Alice passeggia nell’area di Bombay dedicata ai mercati generali) rappresentano le molteplici condizioni storiche ed esistenziali che l’artista desidera con il suo lavoro rappresentare.
Multimedialità e sperimentalismo contraddistinguono le opere più recenti. In Remembering Mad Meg, cilindri dipinti ma trasparenti proiettano ruotando immagini sul muro. La musica che accompagna la proiezione contribuisce notevolmente a coinvolgere il visitatore la cui ombra è proiettata sul muro con le altre. Ispirandosi all’opera del 1562 di Pieter Bruegel il Vecchio, Nalini Malani ha sostituito la figura di Greta La Pazza, che guida un esercito di donne saccheggiatrici, con quella di un asessuato nomade che attraversa diversi tempi e luoghi storici. Quella che per Bruegel era un’allegoria della situazione politica di Antwerp, è stata poi estesa al XXI secolo grazie all’inserimento di video animazioni di una bambola meccanica e di particolari presi dai Disastri della Guerra (1810-20) di Francisco Goya.

Nonostante le recenti produzioni multimediali, pittura e disegno restano centrali nell’opera di Nalini Malani. Invitata quest’anno da Robert Storr a partecipare alla 52° edizione della Biennale di Venezia, l’artista ha presentato un esempio della sua particolare tecnica di pittura riversa su vetro che le consente di ottenere diversi effetti cromatici e di dare vitalità e fluidità ai racconti. Non c’è più traccia del carattere sacro che questa tecnica acquistò arrivando in India dalla Cina durante il XVIII secolo, poiché l’artista l’ha intenzionalmente cancellato, così come con la serie delle Stories Retold (Stories Retold: Mappings II, 2007) ha voluto che le tradizionali storie indiane comprendessero quelle moderne.


link correlati
www.nalinimalani.com



antonella guarracino
mostra visitata il 6 settembre 2007




dall’11 luglio al 14 ottobre 2007 – Nalini Malani
Irish Museum of Modern Art, Royal Hospital, Military Road, Kilmainham, Dublin 8, Irlanda – Orario: martedì – sabato 10am – 5.30pm; mercoledì 10.30am – 5.30pm; domenica: 12 – 5.30pm; chiuso: lunedì – Ingresso libero – Info: tel +353 1 612 9900; fax +353 1 612 9999
info@imma.iewww.imma.ie – Catalogo: Nalini Malani, Irish Museum of Modern Art in associazione con Charta, Milano

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