La donna, definita da Quigeur “l’ossessione dell’arte del ‘900”, è la protagonista indiscussa di una mostra che riunisce, in una direzione involontariamente monografica, una estratto del corpus di opere dei fratelli Juan e Josep Llimona. L’uno pittore, l’altro scultore, insieme rappresentarono un capitolo importante dell’Art Nouveau catalana, svolgendo, con la creazione del Circolo Artistico di San Lluc (1893), un ruolo di primo piano nell’ambiente culturale barcellonese. Nato in controtendenza rispetto al Circolo Artistico di Barcellona, il gruppo di San Lluc si fa portatore fin da subito di tendenze originali: ben presto gli artisti che ne fecero parte -tra questi anche Utrillo– abbandonarono le posizioni iniziali di purismo religioso o, se vogliamo, di puritanesimo mistico, per aderire, almeno dal punto di vista formale, ad un simbolismo incantato e senza tempo.
Un soggiorno di formazione a Roma, tra il 1879 e il 1880, segnerà la traiettoria artistica dei due fratelli che, partendo dall’ideale classico, percorreranno però strade separate. La produzione da cavalletto di Juan (esposta nelle sale del Museu d’Art Medieval i Modern de Catalunya) -ben lontana dal misticismo religioso che lo impegnò nella pittura murale a sfondo sacro- permette di conoscere le aspirazioni più intimiste e raccolte dell’artista, rivelate in una iconografia tutta dedicata alla donna, alla sua solitudine pensosa, alla sua melanconica contemplazione dello scorrere del tempo.
Donne giovani, sedute al centro di stanze inondate di luce, a ricordare le protagoniste degli oli di Vermeer: quanto di più lontano si possa immaginare dalla figura femminile esplicitamente erotica che il liberty andava propagando in quegli stessi anni. Ma, mentre Joan “veste” le sue donne di silenzio, Josep, seguendo un’opposta inclinazione, mette a nudo le loro movenze sensuali, i sentimenti manifesti, scolpendo nel marmo le impenetrabili espressioni dei volti assenti, la consapevole eleganza dei corpi classici. Lo scultore medita sulla figura femminile di Mallol, trasformandone la potenza espressiva in una corrente fluida. Il mito mediterraneo della mater magna si umanizza nella rappresentazione di una donna sensibile ed emotivamente instabile.
Il Mnac offre, con le due sale dedicate ai fratelli Limona, un’intelligente anteprima della nuova veste del museo: per dicembre è prevista l’apertura della sezione d’arte moderna, il cui progetto di restyling è stato affidato a Gae Aulenti.
licia buttà
mostra visitata il 7 ottobre 2004
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Argomento molto interessante, la figura della donna non è sempre stata, nel passato, un argomento che interessava le persone in genere, tranne per gli artisti.
Ora la sua visione è molto diversa e quindi il parlarne è degno di lode. La donna ha evidenziato la sua personalità e i suoi principi.
Bella l'opera presentata e bello l'articolo.