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fino al 15.III.2004 Sophie Calle – M’as-tu vue? Parigi, Centre Pompidou
around
M’as–tu vue? Chiede con un sorriso ironico la Calle dai box luminosi nei corridoi del métro parigino. Nella gigantografia nome e titolo sono inseriti a grandezze degradanti su un rettangolo verticale bianco. Come nelle tabelle usate per misurare la vista…
Cos’altro vuole dirci? Quel nascondersi ammiccante ci porta subito nell’egocentrico universo calliano, dove realtà e finzione si confondono in un gioco voujeristico che usa l’autobiografia come materiale di base.
E’ difficile definire la personalità artistica di Sophie Calle e ancor di più classificare il suo lavoro sotto qualche etichetta. Si è parlato di Concettualismo, di Narrative-art, di Situazionismo . C’è anche chi, come il critico William Leith, arriva a chiedersi “è un’artista o è solamente una persona strana che fa delle cose strane?”.
Quasi tutte le sue opere sono installazioni composte di testi e fotografie che ricordano certe pratiche dell’Arte narrativa degli anni 70, ma che nel suo caso costituiscono il prolungamento di situazioni messe in scena e vissute in prima persona. Come quando per la realizzazione di Les Dormeursdel 1979 (opera in mostra) invitava una ventina tra sconosciuti e amici a dormire nel suo letto per otto ore in una “staffetta” durata una settimana. L’artista vigilava accanto ai suoi ospiti fotografandoli e scrivendo durante il loro sonno.
Il tema del letto, molto caro alla Calle, è presente in mostra con altre opere come Voyage en Californie (2003) e Chambre à coucher (2003) una vera e propria camera ricostruita in cui è possibile osservare alcuni degli oggetti riferiti alle storie autobiografiche (Autobiographies 1988-2003). Il posto di rilievo riservato agli affetti, ai sentimenti, all’intimità distinguono l’opera della Calle dal registro neutro, distanziato e “scientifico” degli artisti concettuali propriamente detti.
In mostra accanto ad alcune opere storiche sono presentati lavori inediti. Tra questi Douleur exquise (1984-2003), un’installazione “epica” sul tema del dolore e il video Unfinished (1988-2003), in cui l’artista narra la sua incapacità di portare a termine un progetto iniziato nel 1988 lavorando su immagini estratte da una videocamera di sorveglianza di un bancomat. Ne risulta una riflessione sul concetto di stile e di videoarte.
Chiude la mostra un’opera ispirata da un fatto di cronaca: Une jeune femme disparaît(2003). L’installazione presenta le foto dell’appartamento della ragazza scomparsa, gli articoli di giornale in cui viene menzionata Sophie Calle (la ragazza, Benedicte, ne era grande ammiratrice), e gli avvisi di ricerca con la foto sparsi per tutto il Centre Pompidou dove lavorava come guardiana. Un’opera paradigmatica in cui ritroviamo quel gusto tutto calliano per il mistero, l’assenza, la sparizione, e l’inchiesta. Sul livre d’or all’uscita una pagina porta la firma di Benedicte che ringrazia…
federica migliotti
Sophie Calle – M’as-tue vue? – fino al 15 marzo 2004 – Centre George Pompidou – (place Georges Pompidou, 75004 Parigi, M°Rambuteau, info (0033) 01 44 78 12 33, www.centrepompidou.fr ) tutti i giorni dalle 11 alle 21; giovedì dalle 11 alle 23; chiuso il martedì. catalogo: Éditions du Centre Pompidou, Éditions Xavier Barral, Paris, 2003
testi di Christine Macel, Yve-Alain Bois, Olivier Rolin. euro 49,90 – 30 gennaio ore 20 proiezione del film: No sex last night, film di Sophie Calle e Greg Shepard, 1992, ‘72
[exibart]