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fino al 17.I.2010 | Chasing Napoleon | Paris, Palais de Tokyo

di - 11 Gennaio 2010
Nel 1815 la nave inglese HMS giunge nell’isola di
Sant’Elena con un carico più che prezioso: imperiale. Di lì a cinque anni, in
esilio, Napoleone vi avrebbe terminato i suoi giorni, lasciando ipotesi aperte
sulla propria morte. Interpretazioni nate da complotti e omissioni.
La figura dell’imperatore è sfuggente quanto quella di
Theodore John Kaczynski, ex matematico all’Università di Berkeley, meglio
conosciuto come Unabomber (University Airline Bomber). La caccia all’uomo che l’Fbi
organizzò – per catturarlo infine solo nel 1996 – è stata la più costosa della
storia. Rifugiatosi nel Montana in una capanna, Kaczynski fu condannato per
aver inviato pacchi postali esplosivi nell’arco di diciotto anni, giustificando
i propri atti come tentativi di combattere i pericoli del progresso tecnologico.
Ma cosa spinge, in effetti, l’uomo a fuggire dalla realtà?
A cercare un luogo dove isolarsi in una sorta di esilio volontario, piuttosto
che arrendersi all’evidenza dei fatti? È la sopravvivenza a muovere in questa
direzione? In Chasing Napoleon, i lavori di diciotto artisti esprimono in primo luogo un
forte desiderio di ritorno a una natura anarco-primitiva.
È infatti possibile vedere la riproduzione a grandezza
naturale della baracca di Kaczynski, luogo di vita ma anche reliquia profana di
un mondo alternativo, realizzata dall’artista polacco Robert Kusmirowski. Come pure è possibile percorrere
Spider Hole di
Christoph Büchel,
ricostruzione fedele del nascondiglio finale di Saddam Hussein, realizzata in
fango e polvere; oppure Nathaniel knows, opera di Ryan Gander che funge da giardino segreto
nell’angolo di una stanza buia: reale finzione, ma anche indizio utile
nell’inseguimento.

La fuga, e la conseguente caccia a cui fa riferimento il
curatore Marc-Olivier Wahler, supera ogni vicenda individuale, ogni precisa
storiografia. E giunge dunque a descrivere una condizione universale dell’uomo
contemporaneo: la clandestinità nell’insopprimibile impulso a cambiar luogo,
contesto, lingua, idee. Con il rischio del fallimento.
Alla ricerca di tracce sicure, come un investigatore, si muove il collettivo Dora
Winter
. Gli
artisti ricostruiscono la collezione di libri di Unabomber (duecentocinquanta
volumi in varie lingue e di diversi periodi, dalla biografia di Napoleone a
testi di botanica) che permettono di entrare nella sua psiche valutando – da
spettatori e inesperti criminologi – la pericolosità dei testi accatastati.
Attraverso Vorkuta, con una sorta di celebrazione del vuoto, è
presente l’italiana Micol Assaël. Oltre a essere il titolo dell’installazione, Vorkuta è
anche il nome di un villaggio siberiano un tempo famoso per le miniere, ma che
il rigido clima ha reso disabitato. L’opera permette di fare esperienza, e
dunque di appropriarsi, dello spazio di una cella frigorifera immersa nella
desolazione. È una stanza-ufficio in cui la natura, con l’asprezza delle sue temperature,
riconquista i propri diritti sull’uomo, governando su ogni aspetto della
società e regolando i metodi di produzione.

E se Chasing Napoleon non troverà l’imperatore, come nella ricerca
sull’occulto e le utopie dell’installazione mandala di Paul Laffoley, la mostra diventa rifugio al
limite del visibile. Un luogo dove ascesa e caduta si estendono alla realtà
stessa.

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Robert
Kusmirowski da Guido Costa a Torino
Micol Assaël
in mostra a Roma

claudio cravero
mostra visitata
il 5 dicembre 2009


dal 15 ottobre 2009 al 17 gennaio 2010
Chasing Napoleon
a cura di Marc-Olivier Wahler
Palais de Tokyo – Site de création contemporaine
13, Avenue du Président Wilson (zona Iéna) – 75116 Paris
Orario: da martedì a domenica ore 12-24
Ingresso: intero € 6; ridotto € 4,50
Info: tel. +33 147235401; fax + 33 147201531; www.palaisdetokyo.com

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