Wasteland ovvero la New Art proveniente dalla West Coast in una mostra curata da Shamim Momin e dalla Los Angeles Nomadic Division, che raggruppa 14 artisti contemporanei tra i più rappresentativi della scena losangelina. La mostra “Wasteland” espone in due siti diversi, dal classico palazzo che ospita il Mona Bismarck American Center, a due passi dalla Tour Eiffel, alla galleria Thaddaeus Ropac a Pantin, alle porte della capitale francese, che si è installata in una ex fabbrica di 2000m2. Due luoghi che rappresentano due visioni e modi diversi di riappropriarsi dell’opera d’arte. E su questo dualismo s’inserisce un dialogo costruttivo e innovativo tra due città diverse, quali Parigi e Los Angeles, centri nevralgici dell’attuale proposta artistica internazionale. Ma cosa ha spinto questi artisti a partecipare e a creare per questa mostra collettiva? Thomas Stearns Eliot e la sua poesia modernista The Waste Land, da cui s’ispira il titolo della mostra. Pubblicato nel 1922, La terra desolata di TS Eliot, è stato scritto in un momento di forte preoccupazione nei riguardi del presente e d’incertezza per il futuro, ma anche di grande disillusione nei confronti del mondo politico (siamo infatti dopo la prima guerra mondiale), una sfiducia che si riversa su se stessi come sugli altri. Da questa poetica della disperazione prendono vita le creazioni dei 14 artisti, ognuno con la sua specificità, questi esplorano l’umanità parlando delle società civili come della sfera spirituale.
Ma chi sono questi artisti e quali le opere che li rappresentano? Quasi tutti sono accolti in entrambi i siti, ma non potendo parlare di tutti, anche volendo, ne trattiamo solo alcuni. Tra questi, Edgar Arceneaux e la sua opera Library of Black Lies (Inverted), del 2016, accolta nella biblioteca del Mona Bismarck Center. Un’installazione che presenta un capanno di legno, con al suo interno una biblioteca labirintica, che ospita libri cristallizzati come sospesi nel tempo, altri per metà bruciacchiati restano ammucchiati senza più autore né contenuto visibili, altri sono posti in bella vista. Con titoli bizzarri, si passa così dall’identità afroamericana con un vecchio libro Free at Last, all’Assoluta povertà di Germain Seller o a Part Povera di Cermano Geleant. Aperta a molteplici interpretazioni, l’opera svela le incoerenze e le ipocrisie dei testi ufficiali di storia. Tra gli artisti ritroviamo anche Ry Rocklen, che abbiamo già incontrato nel novembre scorso durante la Fiac, presso la fiera off d’arte contemporanea Paris Internationale, presentato dalla galleria Praz-Delavallade. L’artista statunitense realizza sculture partendo da oggetti di recupero, qui con l’opera Clam Fill (2016) che vede un contenitore di rifiuti con disegno a griglia, in cui sono incastrate banconote statunitensi. Queste ultime non sono immediatamente riconoscibili poiché ricoperte di gesso e di sabbia proveniente dal quartiere losangelino Venice Beach. Presente anche Sam Falls, della Franco Noero di Torino, con Untitled (Christopher, 2014), che ridisegna in modo essenziale il corpo di un amico con il neon, quest’ultimo è sospeso grazie ad una serie di palloncini gonfiati con gas elio. Mentre Shannon Ebner & Erika Vogt presentano: la prima Yes Tomorrow, No Tomorrow (stampa a colori, 2006), la seconda Surface Screen Projection (video, 2006), entrambe le artiste esplorano i legami tra foto e linguaggio. Infine, opera faro dell’esposizione è A Private Stranger Thinking About His Needs (2016) di Mark Bradford. Questa presenta una cascata coloratissima fatta di strisce di carta incrostate di vernice e altri detriti cade lungo la scala del Mona Bismarck American Center, rivelando una pittura fortemente scultorea. L’artista losangelino lavora per lo più con la vernice e il collage, incorporando nelle sue creazioni elementi del quotidiano, quali resti di manifesti e cartelloni pubblicitari. Gli altri artisti sono: Lisa Anne Auerbach, Math Bass, Daniel Joseph Martinez, Jonathan Pylypchuk, Fay Ray, Amanda Ross-Ho, Analia Saban e Brenna Youngblood. Il catalogo della mostra raccoglie diversi testi redatti da scrittori, storici dell’arte, editori e curatori.
Livia De Leoni
mostra visitata il 12 marzo
Dal 12 marzo al 17 luglio 2016
Wasteland
Thaddaeus Ropac Paris Pantin
www.ropac.net
Orari: dal martedì al sabato dalle 10:00 alle 19:00
Mona Bismarck American Center
Orari: dal mercoledì alla domenica, dalle 11:00 alle 19:00
Info: www.monabismark.org