Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
11
novembre 2008
fino al 18.I.2009 Renaissance Faces London, National Gallery
around
Nonostante l’intenzione del direttore Nicholas Penny di dedicarsi a mostre più piccole, Renaissance Faces promette di sbancare i botteghini dell’autunno londinese. Se tutti i blockbuster sono come questo, allora ben venga la commercializzazione...
Eredità dell’arte romana, nel Rinascimento il ritratto assume un ruolo fondamentale in tutti i campi della vita umana: dall’infanzia all’amicizia, dal corteggiamento al matrimonio, dalla vecchiaia alla morte. Come il ritratto sia arrivato a rivestire un ruolo così importante nelle nostre vite è la domanda alla quale la National Gallery si propone di rispondere con Renaissance Faces.
Organizzata con la collaborazione del Prado di Madrid, questa mostra è un affascinante viaggio tematico che, con oltre settanta dipinti, miniature, monete e disegni, esplora le questioni fondamentali di somiglianza, memoria (intesa come ricordo) e identità. E tra papi e imperatori, amici e amanti, figli e nipoti, mercanti, sarti e buffoni, s’incontrano i visi noti del Doge Leonardo Loredan di Giovanni Bellini, le composizioni intriganti e curiose di Arcimboldo e gli austeri ambasciatori di Hans Holbein. E si fanno nuove conoscenze, come con l’elegantissimo giovane uomo dal berretto rosso di Pontormo, scoperto solo di recente.
Dagli iconici ritratti di Pisanello e Alessio Baldovinetti, immortalati nella classica posa di profilo derivata dalle monete, all’ossessiva riproduzione dei dettagli quotidiani (inclusi quelli fisiognomici) di Hans Memling e Albrecht Dürer, il grande merito di questa mostra sta nel sottolineare come il ritratto nel XV e XVI secolo sia un fenomeno europeo. Un fenomeno che, in un’epoca ancora priva della fotografia, assume le forme ridotte di miniature, medaglie e disegni, vitali nell’arrangiamento di alleanze matrimoniali, ma popolari anche come pegno di amicizia fra gli umanisti che conoscevano il De amicitia di Cicerone.
Racchiudendo l’immagine dell’amata/o, i ritratti miniati erano oggetti intimi e personali, particolarmente apprezzati nell’Inghilterra elisabettiana, dove pare che il bellissimo Young Man among Roses (1585-95) di Nicholas Hilliard fosse il ritratto del conte Robert Devereux, il giovane favorito di Elisabetta I. Ma non mancano ritratti che celebrano l’amore coniugale e i legami famigliari, da quello notissimo de I coniugi Arnolfini di Jan van Eyck al doppio ritratto dell’architetto Giuliano da Sangallo con il padre Francesco (1485) di Piero di Cosimo.
La convinzione che l’aspetto di una persona fosse lo specchio dell’anima portò nel Rinascimento alla creazione di un ideale di bellezza popolato da donne dai capelli biondi, le labbra rosse e la pelle candida. E se la perfezione delle forme era simbolo di virtù, il suo contrario era fonte di scherno e derisione. Ma le sorprese non finiscono qui e, grazie a nuovi studi, si scopre che la Vecchia grottesca di Quinten Massys non è una caricatura, ma una donna affetta dal morbo di Paget, che deforma le ossa.
Da sigilli e monete alle immagini di Cristo in Maestà, le raffigurazioni di monarchi erano da tempo emblemi di sovranità. Se i ritratti a figura intera erano particolarmente apprezzati da regnanti come Filippo II di Spagna, che si fa ritrarre da Tiziano e da Antonis Mor, il formato di tre quarti con la figura seduta su una ricca sedia creato da Raffaello nel ritratto di Giulio II erano popolari soprattutto tra papi e nobildonne. È lo stesso Giulio che ci accoglie nell’ultima sala, affiancato dal suo successore, il tizianesco Paolo III: riuniti per la prima volta, questi due grandi del passato formano essi stessi un quadro indimenticabile.
Questo è il merito dei ritratti: ci rimandano, anche se per un breve momento, la confortante illusione della presenza di una persona che non c’è o che non c’è più. E merito di Renaissance Faces è quello di offrirci una straordinaria galleria di personaggi che qui tornano a vivere, perché li si possa incontrare.
Organizzata con la collaborazione del Prado di Madrid, questa mostra è un affascinante viaggio tematico che, con oltre settanta dipinti, miniature, monete e disegni, esplora le questioni fondamentali di somiglianza, memoria (intesa come ricordo) e identità. E tra papi e imperatori, amici e amanti, figli e nipoti, mercanti, sarti e buffoni, s’incontrano i visi noti del Doge Leonardo Loredan di Giovanni Bellini, le composizioni intriganti e curiose di Arcimboldo e gli austeri ambasciatori di Hans Holbein. E si fanno nuove conoscenze, come con l’elegantissimo giovane uomo dal berretto rosso di Pontormo, scoperto solo di recente.
Dagli iconici ritratti di Pisanello e Alessio Baldovinetti, immortalati nella classica posa di profilo derivata dalle monete, all’ossessiva riproduzione dei dettagli quotidiani (inclusi quelli fisiognomici) di Hans Memling e Albrecht Dürer, il grande merito di questa mostra sta nel sottolineare come il ritratto nel XV e XVI secolo sia un fenomeno europeo. Un fenomeno che, in un’epoca ancora priva della fotografia, assume le forme ridotte di miniature, medaglie e disegni, vitali nell’arrangiamento di alleanze matrimoniali, ma popolari anche come pegno di amicizia fra gli umanisti che conoscevano il De amicitia di Cicerone.
Racchiudendo l’immagine dell’amata/o, i ritratti miniati erano oggetti intimi e personali, particolarmente apprezzati nell’Inghilterra elisabettiana, dove pare che il bellissimo Young Man among Roses (1585-95) di Nicholas Hilliard fosse il ritratto del conte Robert Devereux, il giovane favorito di Elisabetta I. Ma non mancano ritratti che celebrano l’amore coniugale e i legami famigliari, da quello notissimo de I coniugi Arnolfini di Jan van Eyck al doppio ritratto dell’architetto Giuliano da Sangallo con il padre Francesco (1485) di Piero di Cosimo.
La convinzione che l’aspetto di una persona fosse lo specchio dell’anima portò nel Rinascimento alla creazione di un ideale di bellezza popolato da donne dai capelli biondi, le labbra rosse e la pelle candida. E se la perfezione delle forme era simbolo di virtù, il suo contrario era fonte di scherno e derisione. Ma le sorprese non finiscono qui e, grazie a nuovi studi, si scopre che la Vecchia grottesca di Quinten Massys non è una caricatura, ma una donna affetta dal morbo di Paget, che deforma le ossa.
Da sigilli e monete alle immagini di Cristo in Maestà, le raffigurazioni di monarchi erano da tempo emblemi di sovranità. Se i ritratti a figura intera erano particolarmente apprezzati da regnanti come Filippo II di Spagna, che si fa ritrarre da Tiziano e da Antonis Mor, il formato di tre quarti con la figura seduta su una ricca sedia creato da Raffaello nel ritratto di Giulio II erano popolari soprattutto tra papi e nobildonne. È lo stesso Giulio che ci accoglie nell’ultima sala, affiancato dal suo successore, il tizianesco Paolo III: riuniti per la prima volta, questi due grandi del passato formano essi stessi un quadro indimenticabile.
Questo è il merito dei ritratti: ci rimandano, anche se per un breve momento, la confortante illusione della presenza di una persona che non c’è o che non c’è più. E merito di Renaissance Faces è quello di offrirci una straordinaria galleria di personaggi che qui tornano a vivere, perché li si possa incontrare.
articoli correlati
Vincenzo Pagani a Fermo
Pintoricchio a Perugia
Cranach a Londra
paola cacciari
mostra visitata il 22 ottobre 2008
dal 15 ottobre 2008 al 18 gennaio 2009
Renaissance Faces: Van Eyck to Titian
a cura di Susan Foister e Miguel Falomir
The National Gallery
Trafalgar Square – WC2N 5DN London
Orario: tutti i giorni ore 10-18; mercoledì ore 10-21
Ingresso: intero £ 10; ridotto £ 9/5
Catalogo £ 24,95
Info: tel. +44 02077472885; fax: +44 02077472423; information@ng-london.org.uk; www.nationalgallery.org.uk
[exibart]