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fino al 18.IV.2010 | Frida Kahlo | Bruxelles, Bozar

di - 11 Febbraio 2010
Nell’ambito del festival dedicato
al Messico, le sale del Bozar offrono un tributo alla pittrice simbolo del
Messico rivoluzionario e della creatività avanguardista. Venti opere
provenienti dal Museo Olmedo, disegni e numerose fotografie tratteggiano la
biografia tempestosa di Frida Kahlo (Coyoacán, 1907-1954), dove il dolore coincide con
l’ispirazione, mentre l’arte e la vita si sovrappongono in una tensione
tragica.
El camión (1929) apre il percorso
espositivo, ricordando ai visitatori che la carriera artistica dell’autrice
iniziò insieme a quella di vittima, nella vita reale. L’incidente che la mutila
nel corpo quando è ancora adolescente continuerà a causare cicatrici nella sua
anima di adulta, trasformandola nella Frida spezzata de La columna rota (1944), nella madre incompleta
che piange figli mai nati (Frida y el aborto, Henry Ford Hospital, Corazón cactus y feto), e infine, nella donna costretta
al letto di Sin esperanza (1945), che solo la morte potrà liberare dalla pena del
vivere.
Ma è proprio dalla Frida fragile,
sofferente e inappagata che emerge la Frida coraggiosa e assetata di vita,
l’artista alla ricerca costante di mezzi espressivi, prolifera nella produzione
di parole e tele. Affascinata dalla nozione d’identità, l’autrice riproduce se
stessa in numerosi quadri (Autorretrato con changuito, 1945; Mi nana y yo, 1937), specchi di riflessione
dove il suo amato Messico, il folklore, l’infanzia, l’impegno per la
rivoluzione, le vicende contingenti e naturalmente l’amore tormentato per Diego
Rivera
acquistano
di volta in volta potere, creando accostamenti potenti che l’hanno
frequentemente etichettata come surrealista. Eppure Frida afferma di dipingere
nient’altro che la sua realtà”, come se questa fosse già abbastanza fantasiosa e
crudele da non richiedere ulteriori creazioni.
Una mostra al femminile dove,
esplorando l’immaginario dell’artista, si ha l’impressione di occupare un luogo
privato, a tratti scomodo, dall’effetto conturbante. La scelta di avvolgere le
opere nell’oscurità – non del tutto funzionale alla fruizione – esprime la
volontà di ricevere i visitatori nell’intimo spazio di un’esistenza messa a
nudo. Dove Frida parla come donna, compagna e icona che seppe trasformare
l’oppressione fisica ed emotiva in espressione visionaria e affascinante.

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Kahlo a Milano

alessandra d’angelo
mostra visitata il 16 gennaio 2010


dal 16 gennaio al 18 aprile 2010
Frida Kahlo y su mundo
Bozar – Centre for Fine Arts
23, rue Ravenstein – 1000 Bruxelles
Orario: da martedì a domenica ore 10-18; giovedì ore
10-21
Ingresso: intero € 8; ridotto € 5
Info: tel. +32 025078200; www.bozar.be

[exibart]


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