Nell’ambito del festival dedicato
al Messico, le sale del Bozar offrono un tributo alla pittrice simbolo del
Messico rivoluzionario e della creatività avanguardista. Venti opere
provenienti dal Museo Olmedo, disegni e numerose fotografie tratteggiano la
biografia tempestosa di
Frida Kahlo (Coyoacán, 1907-1954), dove il dolore coincide con
l’ispirazione, mentre l’arte e la vita si sovrappongono in una tensione
tragica.
El camión (1929) apre il percorso
espositivo, ricordando ai visitatori che la carriera artistica dell’autrice
iniziò insieme a quella di vittima, nella vita reale. L’incidente che la mutila
nel corpo quando è ancora adolescente continuerà a causare cicatrici nella sua
anima di adulta, trasformandola nella Frida spezzata de
La columna rota (1944), nella madre incompleta
che piange figli mai nati (
Frida y el aborto,
Henry Ford Hospital,
Corazón cactus y feto), e infine, nella donna costretta
al letto di
Sin esperanza (1945), che solo la morte potrà liberare dalla pena del
vivere.
Ma è proprio dalla Frida fragile,
sofferente e inappagata che emerge la Frida coraggiosa e assetata di vita,
l’artista alla ricerca costante di mezzi espressivi, prolifera nella produzione
di parole e tele. Affascinata dalla nozione d’identità, l’autrice riproduce se
stessa in numerosi quadri (
Autorretrato con changuito, 1945;
Mi nana y yo, 1937), specchi di riflessione
dove il suo amato Messico, il folklore, l’infanzia, l’impegno per la
rivoluzione, le vicende contingenti e naturalmente l’amore tormentato per
Diego
Rivera acquistano
di volta in volta potere, creando accostamenti potenti che l’hanno
frequentemente etichettata come surrealista. Eppure Frida afferma di dipingere
“
nient’altro che la sua realtà”, come se questa fosse già abbastanza fantasiosa e
crudele da non richiedere ulteriori creazioni.
Una mostra al femminile dove,
esplorando l’immaginario dell’artista, si ha l’impressione di occupare un luogo
privato, a tratti scomodo, dall’effetto conturbante. La scelta di avvolgere le
opere nell’oscurità – non del tutto funzionale alla fruizione – esprime la
volontà di ricevere i visitatori nell’intimo spazio di un’esistenza messa a
nudo. Dove Frida parla come donna, compagna e icona che seppe trasformare
l’oppressione fisica ed emotiva in espressione visionaria e affascinante.