Categorie: around

fino al 19.I.2003 | Anthony Caro – Il giudizio finale | Barcellona, Centro Cultural Caixa Catalunya

di - 16 Dicembre 2002

E’ un viaggio all’inferno quello immaginato da Anthony Caro (n. 1924) in questo ciclo scultoreo già presentato alla XVLIII Biennale di Venezia e realizzato in collaborazione con il ceramista Hans Spinner negli ultimi anni di attività dello scultore britannico (1995-1999). Le 25 istallazioni attraverso cui si articola il percorso della mostra segnano le tappe di una laica e disordinata via crucis in cui la suggestione di fonti trasversali (bibliche mitologiche, artistiche e letterarie) prende forma in composizioni polimateriche (legno, ceramica, acciaio e calcestruzzo) di grande impatto emotivo e forte impegno drammatico. Sembrano quasi essere altari di una nuova religione le casse-bare di legno grezzo. Anthony Caro ci invita al coraggio di questa personalissima discesa agli inferi, al riconoscimento della miseria e della vanità della nostra condizione, mettendo in scena, al suono sordo di una campana, lo smarrimento per una terra desolata in cui ogni aspirazione ad una via d’uscita viene sempre funestamente interdetta da oscuri presagi di morte. Eppure la vita può e deve imporsi con la sua capacità di lucida e dolorosissima denuncia, con la stigmatizzazione dell’assurdità della guerra, con una presa di posizione netta contro ogni brutalità. Un ritorno duro alla significazione, quello di Caro, alla possibilità di documentare e mettere in discussione la contemporaneità, in maniera spietata, ma con ancora tutta la forza e la suggestione della poesia; e le ragioni dell’arte: è infatti costante l’attenzione posta da Caro al modo in cui le soluzioni formali possono far risaltare non solo le qualità plastiche della scultura, ma anche gli aspetti architettonici dell’allestimento scultoreo in dialogo con lo spazio. Un’attitudine evidentemente derivategli dal maestro Henry Moore sotto il cuiinsegnamento Caro ha esordito come scultore figurativo. Agli anni sessanta risalgono i primi viaggi a New York ed i contatti con Noland, Smith, Frankenthaler ed il critico Micheal Greenberg, quando Caro inizia ad orientare il proprio lavoro in direzione dell’astrazione, aprendo anche a soluzioni che poi saranno proprie del minimal . Lo scultore si è però sempre definito un artista europeo di New York e proprio in questo carattere ibrido è da individuare la forza della sua ricerca artistica, attenta ai valori plastici della scultura, eppure fortemente compromessa dal punto di vista dei suoi contenuti e della sua ambientazione sociale.
La Caixa de Catalunya offre nelle suggestive sale del piano nobile anche una frammentaria retrospettiva dal titolo Disegnando nello spazio: 21 sculture il cui filo conduttore è il disegnare direttamente nello spazio e che ripercorrono la precedente produzione dello scultore dagli anni ’60 agli anni ’80. Le soluzioni più interessanti di questo momento di Caro rimangono comunque le prime sculture degli anni ’60 (Shaftsbury, Slow Moment, 1965) in cui il meccanomorfismo delle opere proposte si infiamma dei colori brillanti ed intensi della stagione pop americana dalla cui cinica ironia, però, il leggero, raffinatissimo segno calligrafico dello scultore britannico è assai lontano.

davide lacagnina


Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00. Ingresso gratuito.
Centro Culturale Caixa Catalunya, Paseig de Gracia, 92
08008 Barcelona
T. +34 93 484 59 00
F. +34 93 484 58 89


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