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fino al 19.IX.2010 I am a cliché Arles, Grande Halle
around
Negli ex capannoni industriali risuona nel buio una voce che ripete: I am a cliché. È la cantante del gruppo punk X Ray Spex. Per introdurre a un racconto visivo e sonoro unico...
gotico dell’estetica punk, raccontato grazie a un allestimento scarno, fatto di
grandi luci al neon che corrono lungo le pareti e al buio che aleggia,
rafforzato dalle pareti dipinte di scuro.
Stephen Shore ci riporta agli anni della Factory di Andy Warhol, tra il 1965 e il 1967, primo
spazio catalizzatore delle sinergie tra musicisti e artisti. Il sottofondo
musicale che accompagna il visitatore è diverso per ogni stanza ed è una vera e
propria antologia che spazia da The Velvet Undreground and Nico del 1967 al duetto recente Another
Word di Antony and
The Johnson con Lou Reed. Un’atmosfera dove si percepisce l’energia di
quell’epoca in fermento, con i ritratti di Susan Sontag di Peter Hujar o di Patti Smith raccontata da Robert
Mapplethorpe in
bianco e nero, che svela la loro amicizia e la visione comune della musica
intesa come poesia visiva.
Si trovano le immagini di Dennis Morris, fotografo di Bob Marley, che ha
immortalato i Sex Pistols dall’inizio della loro carriera, con la celebre foto
di Sid Vicious mentre tiene in mano la chitarra come un’arma nell’atto di
sparare al fotografo note, e ancora le opere di Sue Rinsky dedicate a Iggy Pop.
Se è vero quello che scrisse il critico Yves Adrien in un
articolo su Folk and Rock nel 1978, che l’after-punk è il punk più la distanza da
esso e quindi sostanzialmente una metamorfosi, qui è in mostra il prima e il
dopo, la nascita di una estetica fatta di eccessi, nuovi arrangiamenti,
chitarre elettriche e concerti di massa, ma anche di un nuovo rapporto tra i
musicisti e l’immagine fotografica. Nasce allora l’attenzione per la
documentazione visiva durante la nascita degli album, dalla loro registrazione
in studio alle copertine (qui splendidamente riunite in una rara collezione)
alle tourné e ai concerti, sia al chiuso che all’aperto. La fotografia
documenta, registra, esalta e contribuisce a creare l’immagine di questi personaggi,
conferendo loro quell’aura mitica che li distingue dalla gente comune (come
nella mostra dedicata a Mick Jagger all’Eglise de Trinitaires).
Interessanti le opere dei grandi fotografi dei gruppi, ma
anche quelle più recenti di Rhona Bitner, con il suo lavoro Listen, che fotografa 175 spazi per
concerti, dal Cbgb a New York al Grand Ballroom a Detroit al Blind Pig ad Ann
Arbor, invitando a guardare oltre questi archivi di luoghi ora abbandonati, ad
ascoltare le immagini e a sentire la musica sottesa che sono ancora in grado di
produrre.
Un’attenzione
curatoriale che riesce a creare un’atmosfera musicale e post-punk che immerge
lo spettatore in modo diacronico e sincronico al tempo stesso; una lettura
critica di un periodo che si avvale di documenti video e sonori rari, e che permette
una visione a 360 gradi di uno dei più importanti movimenti musicali del nostro
secolo.
Incontri a
Bamako
luisa
prina cerai
mostra
visitata il 23 luglio 2010
dal 3
luglio al 19 settembre 2010
Les
Recontres d’Arles 2010 – I am a cliché
Grande
Halle – 13200 Arles
Orario:
tutti i giorni ore 10-19 (ultimo ingresso ore 18.30)
Ingresso:
pass per tutte le esposizioni € 21
Catalogo Rencontres
d’Arles-Actes Sud, € 46
Info: tel. +39
0490967606; info@recontres-arles.com; www.recontres-arles.com
[exibart]
come tutti gli anni anche quest’estate sono stato ad arles a vedere i rencontres e, da appassionato, ho trovato meraviglioso quest’omaggio al punk.