Nata dall’immaginazione di bluoostudio , un gruppo di giovani architetti under30 attivi a Roma nell’ambito della progettazione e della sperimentazione creativa, la mostra Architettura a Roma 1920-1940. Fascismo e visione della nuova città racconta le vicende architettoniche della Capitale tra le due Guerre e trasmette la suggestione di un allestimento che scorre come un nastro cinematografico. La Garbatella, l’Eur, il Foro Italico, insieme agli edifici progettati da grandi architetti quali Moretti, Libera e De Renzi convivono in un percorso dinamico e dal forte impatto scenografico che ripercorre in quattro sezioni alcuni dei momenti cruciali dell’architettura del regime
Il catalogo, realizzato in collaborazione con l’architetto Valerio Preci, curatore del progetto scientifico, indaga il contesto socio-culturale dell’epoca, e lo spirito degli architetti che vi hanno agito da protagonisti.
Ripercorrendo le vicende politiche e sociali sul cui sfondo si è costruito il volto della Roma moderna, la mostra si pone l’obiettivo di raccontare la molteplicità di esiti prodotti dalla ricerca progettuale durante gli anni del Ventennio. Nell’evidenziare il sovrapporsi ed il convivere di istanze molto differenti tra loro, seppure ugualmente significative nella ridefinizione del complesso scenario urbano, quanto emerge da questa vicenda sociale, prima ancora che artistica, è sicuramente lo spirito dei suoi protagonisti, gli architetti, in un rapporto
Nella prima delle quattro sezioni in cui è articolata la mostra viene presentata la “Grande Roma” con le politiche di sventramenti ed espansione realizzate dal piano Piacentiniano, col quale avrà concretamente inizio la formulazione delle strategie di attuazione della volontà politica del regime.
Storicismo, Monumentalismo e Razionalismo rappresentano invece, in ciascuna delle sezioni successive, le correnti che dai primi anni Venti fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, hanno prodotto non solo architetture, ma veri e propri organismi urbani fortemente connotati ed oggi pienamente integrati nella Roma contemporanea, come la Garbatella, l’Eur, Il Foro Italico e la città Universitaria.
Il panorama architettonico costruisce la propria identità, da un lato nel radicamento alle tradizioni locali e nell’utilizzo di un vocabolario tecnico-formale consolidato nella realtà romana, dall’altro nell’adesione alle istanze internazionali, seppur con declinazioni ed esiti sempre correlati allo specifico contesto di riferimento e alle capacità eccezionali di personalità quali Moretti e Libera, e gli altri grandi architetti della scuola romana.
Una grande scultura bianca, fatta di legno e cartongesso, accoglie il visitatore nella hall dello splendido museo d’Arte Contemporanea di Belgrado, con immagini fotografiche d’epoca, proiezioni e filmati che immergono nel clima di quegli anni. In una Roma in parte sparita, in parte dimenticata, ma sempre bellissima.
susanna tradati
visitata il 15 settembre
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