Zurigo. Una città lambita dalle tranquille acque di un lago alpino e dai candidi panorami coperti da nevi perenni. Nonostante la calma profonda che emana, questo posto non manca di stupire in quanto a dinamismo e vivacità intellettuali, artistiche, culturali. Non è un caso che alcune gallerie di fama internazionale, come Lelong, de Pury & Louxemburg e Hauser & Wirth, l’abbiano scelta come unica –o quasi- sede in Europa. E non è un caso che galleristi del calibro di Bruno Bischofberger siano qui, in una delle poche città continentali che riescano a tenere testa a Londra e a New York.
Ma è all’ombra di questi colossi, che Zurigo riesce a mostrare la sua vera grandezza. Un’attività capillare di ricerca e produzione e una vastissima disposizione di spazi espositivi -convenzionali e non- stimola sia chi dell’arte fruisce sia chi l’arte la fa, regalando al palcoscenico internazionale artisti qualiPipilotti Rist e crescendo gallerie emergenti come la Laurin, presente quest’anno per la prima volta ad Artissima.
Caso esemplare di tanta effervescenza è la collaborazione tra la giovane artista svizzera Mélanie Gugelmann (1970), la neonata galleria Ausstellungraum25e il più maturo gallerista Serge Ziegler. La combinazione vincente già proposta da Caratsch e Bischofberger all’epoca dell’esposizione di George Condo, viene ripresa e elaborata con successo. A celebrare questo sodalizio è chiamata così la Gugelmann –artista di Ziegler- che riempie agilmente anche gli spazi dell’Ausstellungraum25, con la sua esposizione singola pensata per una doppia location.
L’artista descrive città e luoghi agglomerando scorci, vedute e prospettive con uno stile fresco e vivace: una esatta rappresentazione di quel gusto neo-svizzero che, abbandonate le fondazioni Gianadda e Klee e superati gli ‘80 di Bischofberger, approda ora a qualcosa di nuovo.
Il suo stile riprende infatti gli elementi dello spazio fluido dai colori acidi dell’ultimissimo Albert Oehlen -che ha spopolato con la sua retrospettiva a Losanna e invaso ogni angolo dell’ultima ArtBasel- qui eletto unanimemente unico survivor dei neo-espressionisti tedeschi.
La Gugelmann decompone e ricompone sulla tela scorci di metropoli osservate con distacco, da una finestra, da dietro un albero o da un punto lontano, riportando in vorticose linee gli strati di una variopinta giungla urbana. Rivivono nelle sue opere le periferie di Vespignani, ancora parte integrante della Zurigo industriale, ma con quel filtro caleidoscopico delle grandi metropoli d’oltreoceano, così lontane dal lifestyle elvetico.
L’iniziativa di Ziegler è riuscita: un battesimo tutto svizzero, o meglio tauricense, di una nuova galleria e di un nuovo talento, partiti sotto il migliore degli auspici.
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sicuramente molto piacevoli i suoi lavori spero di vedere presto le sue opere in Italia