Categorie: around

fino al 2.I.2011 | Yoshitomo Nara | New York, Asia Society

di - 15 Novembre 2010
Questa prima personale di Yoshitomo Nara (Hirosaki, 1959; vive a
Tokyo) nello spazio intrigante dell’Asia Society è una ricostruzione antologica
del percorso creativo del Post-Pop artist
giapponese.

Intriso della cultura musicale
punk-rock americana e inglese, Nara,
durante la prima adolescenza giapponese e poi lungo tutta la sua carriera di
artista nomade tra Berlino e la sua terra natia, fa della musica il suo demone
e la sua musa.

La mostra è divisa in tre
sezioni: Isolation, Rebellion e Music. La prima corrisponde alla serie dedicata alle cosiddette
bambine tristi, dipinte o disegnate su ogni tipo di superficie – lettere,
inviti, manifesti – e che sono una costante nella sua produzione a partire
dagli anni ‘80. Tutte le figure create dall’artista, benché a prima vista
corrispondano alla tipica estetica giapponese del manga, sono figure tristi e
solitarie.

L’accostamento dei cani ai
bambini mette in risalto l’idea che questi ultimi debbano ubbidire ai comandi
degli adulti, dei “padroni”, e che dunque viva un ruolo di subalterno. Seguendo
la biografia dell’artista, il bambino – solo, frustrato ma ispirato dalla
musica punk-rock – diventa un enragé
che maneggia coltelli e sigarette. Così, il dispettoso protagonista di Hyper Enough (to the City) ha occhi e
volto trasfigurati, presi in una ricerca di vendetta costante nei confronti
degli adulti.


L’allestimento di alcuni lavori
è peculiare. Ogni piccolo disegno, anche su carta, è inserito all’interno di un
display che riproduce una casa giapponese. Il visitatore entra in ognuna di
queste dimore in legno, dove alle pareti trova solo immagini di bambini tristi
o feriti.

L’ultima sezione, dedicata alla
musica, propone una visione quasi catartica nell’ascolto della musica rock.
Interessanti ceramiche con forme legate alla tradizione giapponese sono esposte
assieme a una personale selezione di dischi culto per l’artista. Nara è infatti
tanto coinvolto con la sfera musicale che ha anche prodotto alcune copertine
per il gruppo giapponese The Star Club e ha collaborato con i Green Day e i
Rem.

Nobody’s Fool, il titolo della mostra, come molti titoli dei suoi
lavori, è inoltre un omaggio a una traccia di un album che lo ha colpito e
ispirato. Così il bambino travestito da cane di White Riot è un diretto richiamo al primo singolo dei Clash e ne
esprime la rabbia e la frustrazione.


L’ossessiva riproduzione di
questi bambini perduti, feriti e turbati, cela la natura delle opere di Nara,
malinconiche e quasi senza speranza. A ben guardare, infatti, i bambini
maneggiano armi troppo piccole per risultare davvero offensive, così come il
bambino di White Riot è solamente
travestito da cane feroce. Ma il travestimento c’è e si vede.

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dal 9 settembre 2010 al 2 gennaio 2011

Yoshimoto Nara – Nobody’s Fool

a cura di Melissa
Chiu e Miwako Tezuka

Asia Society Museum

725 Park Avenue at 70th Street –
10021 New York

Orario: tutti i giorni ore 10-18

Ingresso: intero $ 10; ridotto $ 5; gratuito venerdì ore 18-21

Info: www.asiasociety.org

[exibart]

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