Intriso della cultura musicale
punk-rock americana e inglese, Nara,
durante la prima adolescenza giapponese e poi lungo tutta la sua carriera di
artista nomade tra Berlino e la sua terra natia, fa della musica il suo demone
e la sua musa.
La mostra è divisa in tre
sezioni: Isolation, Rebellion e Music. La prima corrisponde alla serie dedicata alle cosiddette
bambine tristi, dipinte o disegnate su ogni tipo di superficie – lettere,
inviti, manifesti – e che sono una costante nella sua produzione a partire
dagli anni ‘80. Tutte le figure create dall’artista, benché a prima vista
corrispondano alla tipica estetica giapponese del manga, sono figure tristi e
solitarie.
L’accostamento dei cani ai
bambini mette in risalto l’idea che questi ultimi debbano ubbidire ai comandi
degli adulti, dei “padroni”, e che dunque viva un ruolo di subalterno. Seguendo
la biografia dell’artista, il bambino – solo, frustrato ma ispirato dalla
musica punk-rock – diventa un enragé
che maneggia coltelli e sigarette. Così, il dispettoso protagonista di Hyper Enough (to the City) ha occhi e
volto trasfigurati, presi in una ricerca di vendetta costante nei confronti
degli adulti.
L’allestimento di alcuni lavori
è peculiare. Ogni piccolo disegno, anche su carta, è inserito all’interno di un
display che riproduce una casa giapponese. Il visitatore entra in ognuna di
queste dimore in legno, dove alle pareti trova solo immagini di bambini tristi
o feriti.
L’ultima sezione, dedicata alla
musica, propone una visione quasi catartica nell’ascolto della musica rock.
Interessanti ceramiche con forme legate alla tradizione giapponese sono esposte
assieme a una personale selezione di dischi culto per l’artista. Nara è infatti
tanto coinvolto con la sfera musicale che ha anche prodotto alcune copertine
per il gruppo giapponese The Star Club e ha collaborato con i Green Day e i
Rem.
Nobody’s Fool, il titolo della mostra, come molti titoli dei suoi
lavori, è inoltre un omaggio a una traccia di un album che lo ha colpito e
ispirato. Così il bambino travestito da cane di White Riot è un diretto richiamo al primo singolo dei Clash e ne
esprime la rabbia e la frustrazione.
L’ossessiva riproduzione di
questi bambini perduti, feriti e turbati, cela la natura delle opere di Nara,
malinconiche e quasi senza speranza. A ben guardare, infatti, i bambini
maneggiano armi troppo piccole per risultare davvero offensive, così come il
bambino di White Riot è solamente
travestito da cane feroce. Ma il travestimento c’è e si vede.
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mostra visitata il 23 ottobre
2010
dal 9 settembre 2010 al 2 gennaio 2011
Yoshimoto Nara – Nobody’s Fool
a cura di Melissa
Chiu e Miwako Tezuka
Asia Society Museum
725 Park Avenue at 70th Street –
10021 New York
Orario: tutti i giorni ore 10-18
Ingresso: intero $ 10; ridotto $ 5; gratuito venerdì ore 18-21
Info: www.asiasociety.org
[exibart]
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