Uno dei padiglioni della sinuosa imponente struttura del J. Paul Getty Museum, in cima alle colline di Santa Monica, ospita i grandi dipinti di Jean-Baptiste Oudry (Parigi, 1686 – Beauvais, 1755), uno dei più apprezzati pittori di animali del Settecento. Il progetto nasce nel 2001 dalla collaborazione con il Museo Staatliches di Schwerin (Germania) quando due tele, estremamente danneggiate, Rinoceronte e Leone, chiuse per 150 anni nello scantinato del museo, vengono trasportate al dipartimento di restauro del Getty Center e riportate all’originale splendore, per così dar vita all’elegante mostra che include altri dieci dipinti. Su commissione di François Gigot de La Peyronie, chirurgo di corte, Oudry ritrasse gli animali della menagerie di Versailles, diventando uno dei pittori più stimati della corte di Luigi XV, grazie anche al duca Christian Ludwig II di Schwerin, appassionato collezionista d’arte francese e fiamminga dell’epoca e frequentatore dei circoli aristocratici di Parigi e Versailles.
Attraverso i ritratti di animali selvaggi, tra i quali alcuni mai visti fino a quel momento, Oudry mette indirettamente in primo piano il gusto raffinato, elegante e artificioso delle corti settecentesche. Gli elementi Rococò sono preponderanti nella scelta di colori e pose leziose, allegoria di un’aristocrazia all’apogeo dell’abbondanza. In Indian Blackbuck, ad esempio, un’antilope erge maestosamente il capo sovrastato da sinuose e simmetriche corna. Il suo corpo, enfatizzato da macchie bianche, spicca tra la vegetazione di un vasto paesaggio. Così come Leone (1752), simbolo di forza e prodezza, che si staglia fiero sotto nuvole minacciose che incombono sulla selva.
Grazie all’attenta osservazione degli animali alla menagerie, tra l’altro testimoniata dal Getty con una mirabile raccolta di più di 25 disegni, Oudry dimostra un talento particolare nel coglierne la drammaticità. Incantevole per la sua cruda bellezza, Gru Morta (1745) è composta secondo uno schema ben preciso che suggerisce quasi il martirio: l’animale è ritratto con le zampe legate ad un tronco, l’ala sinistra semiaperta e la testa curva su un lato. Forse ingiustamente, la mostra punta tutto su un solo dipinto, il più grande (3,5 x 5 metri). Si tratta di Rinoceronte (1749), tela che raffigura Clara, il famoso pachiderma catturato in India e mostrato per la prima volta in una fiera a Parigi nel 1749, ispirando tutta una moda che incluse ceramiche, bronzi, arazzi, orologi e così via, soprattutto in seguito ad un lungo tour durato 17 anni. Questo dipinto è il primo ad essere stato restaurato, e la documentazione, in mostra alla fine del percorso di “Clara-mania” è stata realizzata dal regista premio Oscar William Friedkin (French Connection, L’esorcista) e ripercorre tutte le fasi del restauro.
La mostra sarà poi installata anche Museum of Fine Art di Houston da ottobre 2007 a Gennaio 2008, per poi tornare nuovamente allo Staatliches Museum di Schwerin (Germania) dal 4 aprile al 6 luglio 2008.
link correlati
www.museum-schwerin.de
www.mfah.org
leonardo proietti
mostra visitata il 22 giugno 2007
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