Guardare i dipinti ad olio di John Currin (California, 1962) è come sfogliare le pagine di un manuale di storia dell’arte: una tecnica versatile che spazia dalla piattezza surrealista di Magritte al realismo di Courbet, dai paesaggi idilliaci di Tiepolo al candore delle figure femminili dei rinascimentali fino a tratti caricaturali dell’Espressionismo.
Nonostante questi stridenti accostamenti, lo stile di Currin emerge per la costanza con cui sono proposti i temi e soggetti: l’eterno femminino è la sua grande ossessione. I suoi quadri sono popolati di donne giovani e vecchie, belle e brutte ma sempre in grado di suscitare desiderio.
Già i primi lavori dell’inizio degli anni ’90 sono tesi a definire le varie forme di questo desiderio come nei ritratti di donne mature dai corpi ancora floridi come l’attrice Bea Arthur (1991) o la serie delle Ragazze a letto (1993) in cui fanciulle dai volti freschi giacciono come ‘malate immaginarie’ in letti che sembrano sospesi in aria. Altri lavori rappresentano la complicità tra donne, il mistero e la malizia dei corpi che spesso vengono rappresentati con seni enormi, sproporzionati, simbolo di un’ingombrante femminilità.
Più tardi nella serie degli Amanti (1993-95) appaiono nei dipinti coppie formate da una figura maschile matura, barbuta e intellettuale, e da una donna più giovane, ‘lolita’, a suggerire un’idea di amore edipico e di erotismo tra il comico e il morboso che sembra tratto dalle immagini di Playboy.
L’immaginario imposto dalle riviste patinate è fonte di ispirazione per i lavori più maturi e convincenti di Currin, prodotti alla fine degli anni ’90. Ritratti di donne incantevoli come angeli rinascimentali ma fredde come top model negli scatti di moda, talmente sottili e bidimensionali da sembrare irreali. Questo mix di classicità e fashion è particolarmente riuscito nei dipinti a fondo nero di fanciulle in posa da Grazie con corpi rotondeggianti botticelliani e volti da copertina di Cosmopolitan.
L’inconsistenza e la sostanziale amoralità della nostra epoca sono perfettamente rappresentate dalla pittura delicata e trasparente di John Currin in cui la tecnica degli antichi maestri sembra essere uno dei tanti piacevoli artifici.
ottilia braccini
mostra visitata il 4 ottobre 2003
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