All’inizio del XX secolo, mentre le scintillanti vetrine dei grandi magazzini di Londra si riempiono di “esotici” prodotti di serie, al 33 di Fitzroy Square, nel cuore del quartiere di Bloomsbury, apre i battenti Omega Workshops Limited. È il 13 luglio del 1913.
Fondata dal critico e artista
Roger Fry con la collaborazione di
Duncan Grant e
Vanessa Bell, Omega è una società a responsabilità limitata che si propone di armonizzare l’artigianato d’artista con la realtà commerciale. Sotto la guida di Fry, giovani talenti dell’avanguardia inglese, ispirati dai colori brillanti dei fauves e dalla sfaccettata astrazione del Cubismo, mirano a rinnovare l’arredamento contemporaneo.
Nuovi ed eccitanti prodotti per la casa dai colori accesi e dai dinamici motivi astratti sfidano la sobrietà formale del movimento Arts and Crafts. Ma, al contrario di
William Morris, Fry non è interessato a farsi arbitro del buon gusto: come
Paul Poiret, vuol vedere i colori brillanti e l’audace semplificazione delle forme del Post-Impressionismo applicate al design.
Convinto che un oggetto dovesse piacere unicamente per le sue qualità estetiche, Fry insiste affinché i disegni siano prodotti in modo anonimo, contraddistinti solo dalla lettera greca Ω racchiusa in un quadrato. La stessa che decora l’insegna che sta al di fuori dei locali di Fitzroy Square.
Davanti all’incredibile varietà di forme e colori che popolano le due sale di
Beyond Bloomsbury: Designs of the Omega Workshops 1913-19, appare evidente che gli artisti di Omega lavorano meglio sulle superfici piatte. E non a caso tessuti e tappeti, e gli straordinari disegni preparatori che li accompagnano, costituiscono il cuore di questa mostra. Un caleidoscopio di colori primari ispirati a
Derain,
Dufy e
Kandinsky, che si materializzano nelle nuvole fluide di
Pamela (omaggio di Duncan Grant a Pamela Diamand, la figlia di Fry) e negli splendidi tappeti modernisti di Vanessa Bell. Pezzo forte della mostra,
Peacock Stole è una lunga stola di chiffon di seta in cui il motivo Arts and Crafts del pavone è reinterpretato da Fry in chiave fauvista.
Neanche a dirlo, i prodotti di Omega Workshops erano costosi e la clientela esclusiva. Artisti e intellettuali come Virginia Woolf (sorella di Vanessa Bell), G.B. Shaw, E.M. Forster e Gertrude Stein si avvicendano nei locali di Fitzroy Square.
Nell’ultima parte della breve vita di Omega, Fry rivolge la sua attenzione anche ad altri materiali, tra cui la ceramica e il legno, come mostrano i piatti con motivi ispirati a
Matisse o il vassoio con l’immagine di lottatori derivato dai
Balletti Russi di
Djagilev.
Ma l’approccio rilassato e bohémien di Fry verso gli affari – quello stesso che aveva portato
Wyndham Lewis ad abbandonare il laboratorio pochi mesi dopo la sua apertura – finisce per causarne la rovina. E quando lo scoppio della Prima guerra mondiale priva Omega del devoto mercato di privati su cui era fondata la sua esistenza, per il gruppo è il crollo finanziario. Nel 1919, dopo soli sei anni di attività, il laboratorio chiude per sempre.
Ma con le sue idee radicali, Omega Workshops è stato molto più che un satellite del Bloomsbury Group. E The Courtauld offre finalmente la possibilità di rivalutare quest’affascinante momento della storia del design britannico.