Così lontani, eppure, così vicini. È il punto di vista suggerito dalla mostra in corso al Museum of Art di Santa Barbada, in California, dal titolo: “Degas to Chagall: Important Loans from The Armand Hammer Foundation”, che mette in relazione due artisti di primo piano come Edgar Degas (1834-1917) e Marc Chagall (1877-1985). Due artisti distanti tra loro, appunto: per esperienze, correnti e stili, ma accomunabili per via di diversi fattori che la mostra propone e approfondisce in un percorso interessante e a tratti suggestivo, grazie anche a una notevole quantità di opere di spicco di altri autori di spicco provenienti dalla stessa collezione appartenuta ad Armand Hammer. Dai paesaggi di Jean Baptiste Corot, Claude Monet, Camille Pisarro, Eugène Delacroix e Vincent Van Gogh, alle impressioni di Pierre Bonnard o Henri Matisse.
Ma l’attenzione principale rimane sui su di loro: Degas e Chagall. Il primo, tra gli artisti chiave del movimento impressionista, l’altro, tra i maggiori esponenti del modernismo: ma entrambi riluttanti alle etichette affibbiate dalla critica. Troppo stringenti rispetto alla loro espressione artistica, straordinariamente ampia, in entrambi i casi, e in grado di spaziare ben oltre gli schemi convenzionali. È evidente nell’opera Tre ballerine in gonna gialla (1891) di Degas (la quale, non a caso, è stata scelta come cover della mostra): ritenuta un grande capolavoro impressionista, in cui l’artista però, come suo solito, trascende la predilezione en plein air tipica dei suoi colleghi contemporanei, portando lo sguardo all’interno delle stanze, per un nuovo punto di vista. Illustrando una sorta di paradosso nel proporre la danza, quale forma d’arte orientata alla perfezione del gesto, contrapposta alla realtà di una quotidianità monotona e fisicamente provante. Le tre figure del dipinto sono colte in pose casuali: una ballerina è tagliata fuori dal bordo della tela, un’altra inclina la testa all’indietro mentre beve un po’ d’acqua, mentre quella nel centro guarda verso il basso, mano sul fianco, come a voler immortalare il caos dietro all’ordine perfetto. Un’istantanea rubata ai protagonisti: come uno scatto eseguito di nascosto, improvviso. Nonostante la rappresentazione in un momento di relax, una ballerina si trova ancora in prima posizione, mostrando lo studio meticoloso che Degas faceva dei suoi soggetti, paragonabile a quello dietro ai disegni anatomici di Leonardo. Qui l’autore ci mette dell’ironia, illustrando il balletto, un soggetto radicato nella fantasia, in modo realistico. Quei ballerini in genere visti sul palco, rivelati fuori scena. Come in un back stage ante litteram.
A fare da contraltare al realismo di Degas, c’è Angelo Blu (1945) di Chagall. Opera onirica dallo stile inconfondibile del maestro russo, con pesci che galleggiano nell’aria insieme ad uccelli, in un cielo blu che domina la scena. Se la prima opera ritrae il lato ordinario del soggetto, la seconda porta l’osservatore in un ambiente straordinario. In entrambi i casi però viene dipinto il movimento. Quello catturato dall’istantanea di Degas, e quello dell’angelo di Chagall, la cui metà del corpo non viene visualizzata sulla tela, come se stesse scivolando nella cornice del quadro, in modo molto simile alla ballerina “sezionata” dalla tela impressionista. Quello stesso angelo che pur essendo al centro dell’opera non guarda lo spettatore, con quello sguardo rivolto verso il basso che si ritrova in una ballerina di Degas. Analogie, rimandi e suggestioni, di due maestri andati ben oltre la loro epoca. Destinati a rimanere immortali attraverso le proprie opere, capaci di incantare, ogni volta, gli osservatori. E ancora in grado di stupire.
Alessio Crisantemi
mostra visitata il 31 luglio
Dal 31 luglio al 20 settembre 2015
Degas to Chagall: Important Loans from The Armand Hammer Foundation
Santa Barbara Museum of Art
1130 State Street
Santa Barbara CA 93101-2746
Orari: Martedì a Domenica dalle 11:00 alle 17:00 giovedì dalle 11:00 alle 20:00
Info: www.sbmuseart.org