La complessità da forma allo spazio come la musica al silenzio – Georges Braques
L’Ivam è un complesso museale molto attivo e di vivo interesse. Oltre ad ospitare una collezione permanente e possedere una delle più grandi raccolte di Fotografia e Fotomontaggio, organizza numerose mostre temporanee di design-architettura, fotografia e arte moderna.
L’ultima mostra inaugurata dall’Ivam, nel mese di luglio, è un’antologica di Miguel Berrocal -scultore nato a Madeira nel 1933, che vive e lavora in Italia- con 40
L’atteggiamento più comune nella scultura dell’artista spagnolo è quello del “dominio” che si connota ossessivamente nella pienezza del suo esistere.
Il “corpo” è stata una costante per quasi tutto il percorso artistico di Berrocal, finché non ha perso il suo centro per lasciare allo spazio il peso della sua astrazione. I cosiddetti Torsi, degli anni 1960-1980, sono forme piene, pesanti, possenti, che conservano in se stesse il concetto e lo studio della manipolazione e la decostruzione della loro stessa forma.
La complessità dell’assemblaggio studiato e concepito con l’intento e la possibilità di una decostruzione è il lato più interessante dell’opera di Berrocal, che diventa decisivo negli anni ’70, decennio rivoluzionario che vede nascere ed affermarsi l’Arte Concettuale.
In Richelieu Big 1973, sembra che Berrocal abbia ceduto l’anima della sua opera allo spazio, la responsabilità della conclusione e della saturazione della forma è affidata al vuoto. Richelieu Big, infatti, ora esposta in una delle bellissime sale dell’Ivam, è nata come progetto in uno spazio aperto, una vera e propria compenetrazione tra natura ed artefatto.
Ricalcando forme primitive, archetipi architettonici, Berrocal dispone in forma circolare, con apparente casualità, l’esplosione del suo creato: un possente mezzo-busto.
Osservandone la scomposizione, con i singoli pezzi ordinatamente numerati, potrebbe sembrare un accorgimento pratico per facilitarne il trasporto, ma in realtà è il perno su cui l’artista concepisce l’intera opera, un concetto che si contrappone all’essenza del tutto donando altrettanta importanza ad ogni singola parte, in quanto parte significante dell’opera conclusa.
Non esiste una netta consequenzialità né un processo logico ripercorribile nella produzione artistica di Berrocal che ci permetta di comprendere il passaggio dal figurativismo all’astrazione e viceversa, in quanto i suoi “assemblaggi” racchiudono in se stessi la forma di una figura e al medesimo tempo la sua scomposizione.
In seguito, il suo interesse per la matematica, l’anatomia e l’architettura gli permette di costruire strutture sempre più articolate con una precisione infallibile. Meticolosa precisione che si legge in una serie di studi su carta che dimostra la grande capacità di analisi spaziale dell’artista con assonometrie e sezioni dai colori vivaci e limpidi. Le sezioni verticali, orizzontali e assonometriche mantengono la medesima coerenza formale del lavoro tridimensionale, dimostrando che ogni singolo dettaglio è parte di un tutto e dignitosamente oggetto a sé stante.
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laura garbarino
mostra visitata il 23/07/2002
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