Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
04
gennaio 2010
fino al 21.II.2010 Guardami Lugano, Museo Cantonale
around
La dissoluzione dell’individuo in un’eccezionale mostra sul ritratto contemporaneo. Volti che guardano altrove, smarriti nella ricerca di un contatto che forse non arriverà. È Guardami, al Cantonale di Lugano...
Sono perfettamente complementari le mostre in corso nei
musei di Lugano: se Corpo, automi, robot mostra come le macchine assomiglino sempre più
agli esseri umani, Guardami, al Museo Cantonale, fotografa la crescente
spersonalizzazione dell’uomo postmoderno.
Il tema è vasto e di sicuro richiamo, ovvero la
persistenza e il ritorno del ritratto nell’arte contemporanea (dal 1969 a
oggi). Ma la trattazione è scientifica e intellettualmente onesta. Nessun
ottimismo rassicurante per fare cassetta, ma una fotografia precisa di come
l’alienazione dell’individuo trovi una forte eco in arte; il ritratto è ormai
mondato da retaggi come la corrispondenza tra occhi e anima. Lo sguardo è
rivolto altrove, o addirittura verso il vuoto, alla ricerca di un disatteso
contatto con gli altri.
Si aggiunga che degli artisti in mostra – nomi di per sé
eccezionali – sono esposte opere di gran livello, in molti casi capolavori. Il
risultato è una mostra altamente rappresentativa sia dell’arte contemporanea
dalle neoavanguardie in poi, sia del tema trattato e delle sue ricadute
sociali. In linea con l’abituale qualità delle esposizioni al Cantonale, museo
esemplare per rigorosità.
Quattro sezioni esplorano i diversi tipi di sguardo nel
ritratto contemporaneo. Le più rappresentative sono ovviamente Lo sguardo
negato, ovvero
come gli occhi si velano di assenza a se stessi e di alienazione, e Autoritratto. Quest’ultima categoria registra
uno scarto netto con i canoni del passato: scevro da protagonismi e superomismi
tardoromantici, l’artista immola la propria immagine come parafulmine dello
smarrimento collettivo.
Più dialettica la sezione Nel volto, dove le figure ritratte cercano
un contatto con altri sguardi e desiderano, anche con sottintesi di seduzione,
l’attenzione altrui. Mentre in Nel tempo la questione della memoria del volto e
dell’identità ha sottintesi riflessivi e talvolta oscuri, legati al decadimento
e in ultimo al pensiero della morte, del dissolvimento del volto raffigurato (o
suggerito).
Tantissime le opere che andrebbero citate (tra i quaranta
autori, Paolini,
Rainer, Abramovic
e Ulay, Monk, Close, Freiwald, Roccasalva, Roni Horn, Laurie Anderson, De Dominicis, Cragg).
Fra le opere storiche, il ritratto con gli occhi schermati
di Penone, il
ciclo Studies for holograms di Nauman e il Mick Jagger in fuga dai fan ritratto da Hamilton. Gerhard Richter ritrae Gilbert & George, Schinwald riflette su mostruosità e
parziale decomposizione, Boltanski e Ruff, con piglio politico, ritraggono per metonimia l’intera
società del loro tempo.
Il volto-geode di Francesco Gennari è un ottimo esempio del suo
straordinario mix di solennità e ironia, mentre il caso di Craige Horsfield è peculiare: più che
dall’intensità dell’opera, comunque altissima, l’emozione è suscitata dalle sue
qualità formali, dalla grana pittorica delle fotografie. Straordinari, infine, i
due dipinti di Alex Katz, di cui uno di formato minuscolo, preziosissimo.
musei di Lugano: se Corpo, automi, robot mostra come le macchine assomiglino sempre più
agli esseri umani, Guardami, al Museo Cantonale, fotografa la crescente
spersonalizzazione dell’uomo postmoderno.
Il tema è vasto e di sicuro richiamo, ovvero la
persistenza e il ritorno del ritratto nell’arte contemporanea (dal 1969 a
oggi). Ma la trattazione è scientifica e intellettualmente onesta. Nessun
ottimismo rassicurante per fare cassetta, ma una fotografia precisa di come
l’alienazione dell’individuo trovi una forte eco in arte; il ritratto è ormai
mondato da retaggi come la corrispondenza tra occhi e anima. Lo sguardo è
rivolto altrove, o addirittura verso il vuoto, alla ricerca di un disatteso
contatto con gli altri.
Si aggiunga che degli artisti in mostra – nomi di per sé
eccezionali – sono esposte opere di gran livello, in molti casi capolavori. Il
risultato è una mostra altamente rappresentativa sia dell’arte contemporanea
dalle neoavanguardie in poi, sia del tema trattato e delle sue ricadute
sociali. In linea con l’abituale qualità delle esposizioni al Cantonale, museo
esemplare per rigorosità.
Quattro sezioni esplorano i diversi tipi di sguardo nel
ritratto contemporaneo. Le più rappresentative sono ovviamente Lo sguardo
negato, ovvero
come gli occhi si velano di assenza a se stessi e di alienazione, e Autoritratto. Quest’ultima categoria registra
uno scarto netto con i canoni del passato: scevro da protagonismi e superomismi
tardoromantici, l’artista immola la propria immagine come parafulmine dello
smarrimento collettivo.
Più dialettica la sezione Nel volto, dove le figure ritratte cercano
un contatto con altri sguardi e desiderano, anche con sottintesi di seduzione,
l’attenzione altrui. Mentre in Nel tempo la questione della memoria del volto e
dell’identità ha sottintesi riflessivi e talvolta oscuri, legati al decadimento
e in ultimo al pensiero della morte, del dissolvimento del volto raffigurato (o
suggerito).
Tantissime le opere che andrebbero citate (tra i quaranta
autori, Paolini,
Rainer, Abramovic
e Ulay, Monk, Close, Freiwald, Roccasalva, Roni Horn, Laurie Anderson, De Dominicis, Cragg).
Fra le opere storiche, il ritratto con gli occhi schermati
di Penone, il
ciclo Studies for holograms di Nauman e il Mick Jagger in fuga dai fan ritratto da Hamilton. Gerhard Richter ritrae Gilbert & George, Schinwald riflette su mostruosità e
parziale decomposizione, Boltanski e Ruff, con piglio politico, ritraggono per metonimia l’intera
società del loro tempo.
Il volto-geode di Francesco Gennari è un ottimo esempio del suo
straordinario mix di solennità e ironia, mentre il caso di Craige Horsfield è peculiare: più che
dall’intensità dell’opera, comunque altissima, l’emozione è suscitata dalle sue
qualità formali, dalla grana pittorica delle fotografie. Straordinari, infine, i
due dipinti di Alex Katz, di cui uno di formato minuscolo, preziosissimo.
articoli correlati
Corpi,
automi e robot a Lugano
stefano
castelli
mostra visitata il 23 ottobre 2009
dal 24 ottobre 2009 al 21 febbraio 2010
Guardami.
Il volto e lo sguardo 1969-2009
a cura di Marco Franciolli e Bettina Della Casa
Museo Cantonale d’Arte
Via Canova, 10 – 6900 Lugano
Orario: martedì ore 14-18; da mercoledì a domenica ore 10-18
Ingresso: intero € 7; ridotto € 5
Catalogo
Silvana Editoriale, € 34
Info: tel. +41 0919104780; fax +41
0919104789; decs-mca@ti.ch; www.museo-cantonale-arte.ch
[exibart]