Il Gran Hotel di Domenec y Montener, a Palma de Mallorca, costituisce l’ultima tappa della retrospettiva itinerante –la più completa finora realizzata in Spagna- che la Fundacion La Caixa dedica alla tuttora vivente “pioniera” della fotografia Ellen Auerbach (Karlsruhe, 1906).
Il percorso espositivo guida il visitatore attraverso i momenti più salienti del lavoro dell’artista, che coincidono non solo con la sua evoluzione stilistica, ma anche con le variegate realtà, umane e geografiche, che l’hanno caratterizzata.
Ebrea tedesca, allieva di quel Walter Peterhans che diventerà direttore del dipartimento di fotografia della Bauhaus, la Auerbach inizia a lavorare nella Berlino degli anni ’30, stringendo un fattivo sodalizio con la collega Grete Stern. I lavori di questo periodo risentono dell’espressionismo e del surrealismo nella scelta di immagini artificiali, “costruite in studio”, che evidenziano aspetti visionari della realtà o la nuova identità femminile, che inizia in quegli anni il suo processo di emancipazione.
Ma la parte più interessante e moderna della mostra maiorchina è senza dubbio quella dedicata ai molti viaggi che la Auerbach sosterrà negli anni successivi, dovuti all’avvento del nazismo ma anche alle inquietudini e alle curiosità di una donna che ha dichiarato: ”Appartengo alle persone che cercano qualcosa, qualcosa di nascosto. E questa è per me la vera felicità: arrivare in un luogo e trovarlo all’improvviso”.
La Palestina, ma anche Londra, New York, il Messico –cui sono dedicate le uniche foto a colori presenti in mostra- e, naturalmente, la stessa Maiorca, che con i suoi paesaggi rurali e mediterranei seduce profondamente la Auerbach: queste le tappe salienti di un percorso che si rivelerà anche una progressiva liberazione dagli stilemi e dagli artifici della fotografia “ di studio”, permettendo all’artista un confronto, più diretto ed ammirato, con la bellezza e la complessità del reale.
Utile tradizione della Caixa, l’ultima sala permette al visitatore la libera consultazione del catalogo e di numerosi altri riferimenti bibliografici, che permettono di situare il lavoro dell’artista nella temperie, storica e culturale, che lo ha originato.
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