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fino al 22.VI.2003 Daniel Richter – Hirn Berlino, Neuer Berliner Kunstverein
around
Quante forme e quanti colori è possibile riuscire ad infilare in una tela? Se questo è sembrato essere sinora l'approccio pittorico di Daniel Richter, negli ultimi tempi qualcosa è cambiato. Eccolo nella sua prima personale in uno spazio pubblico berlinese…
Avvicinandosi nel corso degli anni novanta alla pittura di Daniel Richter (*1962) si restava affascinati dal magmatico e labirintico emergere di forme e colori che dava ai suoi grandi formati un’impressione di moto perpetuo; nel sovrapporsi continuo di tecniche sembrava possibile riconoscere una sorta di interesse eccessivo e smodato per la pittura pura e slegata da qualunque ipotesi interpretativa. Tanto maggiore la sorpresa nel vedere come a partire dal 2000 le sue tele abbiano cominciato a brulicare di figure, di architetture, di storie, pur senza allontanarsi (se non in rari momenti) da quella poetica del dispendio pittorico che sembra costituire la sua cifra stilistica più specifica.
La prima mostra di Richter in un’istituzione pubblica berlinese riserva ora una nuova sorpresa: niente grandi formati, niente spreco di colori, nessun sovrapporsi di temi provenienti dalle fonti più disparate. Accanto a 5 grandi formati astratti della sua prima produzione ed a 6 figurativi della sua fase attuale troviamo nelle sale del Neuer Berliner Kunstverein una sessantina di lavori su carta in cui è possibile riconoscere un approccio totalmente nuovo, pur nel persistere dei temi.
“Ho cominciato da poco a disegnare in questa maniera, all’inizio per provare posizioni che dovevano entrare in un dipinto, poi per fissare idee, per sperimentare possibilità” dice Richter “per verificare se è ancora possibile affrontare determinati temi che da sempre attraversano la storia dell’arte, come volute di fumo oppur il circo o un racconto biblico come quello di Susanna e i vecchioni“. Il piccolo formato e la tavolozza ridotta di questi disegni se da un lato permettono di soffermarsi sul soggetto, non impediscono d’altro canto quel lavorio continuo di rimando e di messa a fuoco che le grandi tele così esplicitamente sollecitano e che, ai miei occhi, costituiscono la parte più eccitante del suo lavoro. “Un’opera che stimoli interpretazioni e contraddizioni” è d’altronde in maniera dichiarata il fine di Richter, in un tentativo di spingere chi guarda a creare un proprio percorso di riferimenti, una propria via che sfoci nel dipinto, a procedere proprio come lui stesso fa e come ci esplicita nella piccola pubblicazione chiamata “Hirni” [cervellino] che accompagna la mostra: una raccolta di ritagli tratti da giornali, libri, pubblicazioni varie, giustapposte e contrapposte in un fluire di riferimenti e implicite analisi, una specie di piccolo laboratorio del proprio pensiero.
pasquale ferrulli
mostra visitata il 9 maggio 2003
Daniel Richter – Hirn
Neuer Berliner Kunstverein, Chausseestraße 128/129, 10115 Berlino (Mitte), Tel. +49/30/2807020
orario di visita: 12.00-18.00, sabato e domenica 14.00-18.00, lunedì chiuso
ingresso libero, catalogo: Daniel Richter – Hirn, Hatje Cantz Verlag, in lingua inglese e tedesca, 96 pag., 28 €
www.nbk.org
[exibart]