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La “famiglia Galleria” si riunisce sotto il titolo euforico di Follia continua! dando il via ad una stagione artistica parigina più che promettente. Si apre al 104, l’attesissima retrospettiva sui primi 25 anni di Galleria Continua, infatti i tre fondatori, Lorenzo Fiaschi, Maurizio Rigillo e Maurizio Cristiani hanno deciso di festeggiare questo quarto di secolo, con tutti, proprio tutti i loro artisti, in uno degli spazi più aggreganti della capitale, il Centquatre, attualmente diretto da José-Manuel Gonçalvés. Galleria Continua, nata a San Gimignano, è di casa anche qui in Francia, molto seguita dal pubblico francese, ha due spazi espositivi nella campagna parigina, quali: Les Moulins aperto nel 2007, a cui ha fatto seguito quello di Sainte-Marie. Questa, tra l’altro, è una delle ragioni che ha riempito in modo incredibile il 104 il giorno dell’inaugurazione. Al di là di un percorso ideale, che vuole questa mostra in linea con la conferenza mondiale sul clima che si terrà a Parigi in dicembre (COP21), rintracciamo qui un’omogeneità data proprio dalla grande varietà delle proposte. Infatti, attraverso gli oltre 48 artisti presenti, di generazioni diverse e provenienti dai cinque continenti, si esprime la volontà della galleria di cancellare le frontiere geografiche, economiche e temporali, per portare avanti non solo un discorso commerciale ma soprattutto di sostenibilità dell’opera e dell’artista.
Il percorso è quindi più libero che già tracciato, qui ognuno può seguire il proprio leitmotiv. Vedi, quello filosofico di Kader Attia con Ring Theory, (2015) in cui una marea di specchietti rilucenti, legati tra loro con un filo metallico, ci regalano una rappresentazione metafisica dell’universo. O il sublime in natura visto attraverso A fior d’acqua (2014) di Serse (San Polo di Piave, 1952), artista che pratica mirabilmente il disegno con graffite su carta. Una creazione questa, che di primo acchito si confonde con il realismo dell’immagine fotografica, per rivelare presto il suo spessore umano restituito dal movimento naturale dell’acqua. Si parla ancora di universo con Serpierita IV (2015) di José Yaque (Manzanillo, 1985), parte della nuova generazione di artisti cubani, le sue opere che, questionano il paesaggio, l’uomo e la natura, le realizza lavorando la pittura direttamente con le mani, materia che poi arrotola nella plastica fino a essiccazione.
Il risultato è da venire a vedere. Mentre Ilya e Emilia Kabakov, attraverso una miriade di piccole mosche di plastica piazzate su una parete bianca, trascrivono il titolo dell’opera We are also weary (2003), la mosca è interpretata come simbolo dell’anima e della libertà, poiché vola libera nell’indifferenza altrui. In viaggio nell’animo umano in opere come Tornare a casa (pittura acrilico, 2009) di Manuela Sedmach (1953, Trieste), ma anche Giovanni Ozzola 3000b.c.e-2000, il cammino verso se stessi (incisione su ardesia, 2012). Il tema della violenza e della comunicazione lo ritroviamo con Sophie Whettnall (1973, Bruxelles) in Shadow Boxing (video, 16mm su DVD, 2’11”, 2004), presentato inoltre alla 52a Biennale di Venezia, il video mostra una donna che immobile guarda davanti a sé mentre un pugile la schiva con pugni che mirano il viso della protagonista, questiona così le relazioni delle donne con il mondo. Ma anche Mona Hatoum con Bourj (2010), il titolo vuol dire torre in arabo, quest’opera che, rimanda ad un edificio abbandonato di Beirut, ci riporta a quel concetto di violenza che mette in pericolo l’identità fisica e morale della persona.
Il 104 ha il vantaggio che può accogliere diverse opere monumentali dando ad ognuna di esse il respiro necessario, così la galleria ne ha approfittato per presentare creazioni mai mostrate prima nella capitale. Tra queste le 670 biciclette di Ai Weiwei ovvero Stocked (2012), o le 40 tonnellate di acciaio che occupano 25 metri di superficie di Vessel (2012) di Antony Gormely, ma anche i 100 musicisti di Michelangelo Pistoletto, che hanno percorso la città il giorno del vernissage della mostra, nonché i suoi 346 tra piatti e coperchi ordinati in cerchio in eco al segno matematico dell’infinito, il tutto parte della performance-installazione Terzo Paradiso (2003-2015), senza omettere Ascension di Anish Kapoor, alta una decina di metri, ma anche Subodh Gupta con 5 Offerings for the Greedy Gods 2006-2008, presentata già nel 2010 al MACRO, una montagna di 4 metri e mezzo di utensili da cucina in acciaio inossidabile, montati e saldati. Ed infine, Daniel Buren con Dagli Oculi ai Tondi, 25 splendide vetrate colorate montate in situ. Tra i video quelli di Ai Weiwei Dumbass (2013), Loris Cecchini A.E.R.O.S.O.L. (2008), Jorge Macchi Teatro de sombras (2006), Moataz Nasr The water (2002), Sabrina Mezzaqui Linee (2015), Hans Op de Beeck Staging Silence (2) (2013), Pascale Marthine Tayou Coronou e Xhafa Sislej Skinheads Swimming (2002). E per conoscere tutti i perché e i percome della bella avventura di Galleria Continua clicca su http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=47059&IDCategoria=45
Livia De Leoni
mostra visitata il 26 settembre
Dal 26 settembre al 22 novembre 2015
Follia Continua! Al 104
5 rue Curial
Paris (19e arr.)
Orari: mercoledì a domenica dalle 14 alle 19
Info:www.104.fr